Francesca Cima

La Regione Lazio è leader in Italia per cinema e audiovisivo. Il Lazio è terra di cinema e di audiovisivo: ha il primato nel nostro Paese per produzione, numero di imprese e di addetti ed è la seconda regione europea per investimenti a favore del settore. Investiti 26 milioni per il programma operativo 2020 per il cinema e l’audiovisivo. Nel Lazio la produzione cinematografica può riprendere da oggi lunedì 4 maggio, e la Regione Lazio ha stilato delle indicazioni per il settore. Si prevedono, tra l’altro, test sulle condizioni di salute degli attori prima delle riprese, l’utilizzo delle mascherine per tutti gli operatori e per gli attori quando non sono in scena, distanze di sicurezza quando possibile. Per la riapertura dei set cinematografici nel Lazio, a partire da oggi lunedì, è prevista una specifica formazione del personale (dispositivi di protezione e regole igienico sanitarie), regole per le produzioni, set, troupe e attori, la presenza di un medico competente aziendale, la misurazione della temperatura in ingresso e in uscita, la presenza di soluzioni idroalcoliche per l’igiene. Sui siti specializzati Francesca Cima, presidente dei Produttori ANICA osserva: “Tornare sul set è la prima cosa che vogliamo fare. Dobbiamo mettere in sicurezza le condizioni per farlo: l’organizzazione dei nostri set è un sistema complesso, ma abbiamo le capacità, produttive e professionali, di adattarci, magari modificando alcune pratiche. Tutti chiedono sicurezze, e noi a nostra volta.

Quindi spiega riferendosi all’intero sistema produttivo di un set che va dai tecnici agli attori. “Sicurezze le chiediamo e le vogliamo offrire alle persone che lavorano con noi, in primo luogo dal punto di vista della salute, ma immediatamente dopo quella di poter lavorare e ritornare a produrre e distribuire reddito, dando il nostro importante contributo alla ripartenza collettiva di tutto il Paese. Sappiamo che l’incertezza è una cifra di questo periodo, ma non vogliamo stare fermi”.  In merito all’autorizzazione della Regione Lazio di poter tornare al lavoro sul set è prematuro sapere chi è pronto e quali produzioni già il primo giorno saranno attive ma certo è che le cose si muovono se non altro nella preparazione. Chiarisce Cima: “La ripresa dovrà essere il frutto di uno sforzo collettivo per il bene di tutta la filiera, inclusi i servizi media, che devono alimentare palinsesti e cataloghi con un nuovo prodotto. Otre ai posti di lavoro, questo settore produce contenuti molto richiesti e di grande importanza per il benessere delle persone e, in ultima analisi, anche per sostenere la produttività del paese, la capacità di generare reddito e quindi di aumentare consumi e gettito”. La presidente dei Produttori ANICA aggiunge: “la ripresa magari a giugno, con la conclusione delle opere che erano già sul set e che sono state interrotte in fase di lavorazione. Nel frattempo abbiamo lavorato in remoto, allo sviluppo creativo delle nuove opere, insieme agli autori. Appena possibile, anche prima di giugno, potrebbe partire la fase di preparazione, che ci consentirà di mettere a punto sul campo i protocolli stessi”. Il protocollo sanitario per i set è fondamentale per mettere in sicurezza lavoratori e artisti, “su questo stiamo collaborando, in accordo tra associazioni di produttori ANICA, APA e APE, con i sindacati, i rappresentanti degli artisti e gli stessi attori.

Fondamentale sarà il supporto finanziario necessario per poter ripartire, sia a copertura dei maggiori costi derivanti dallo stesso protocollo di sicurezza e dall’inevitabile allungamento dei tempi di lavorazione, sia attraverso forme di garanzia che scongiurino il default delle imprese nel caso estremo in cui ci fossero nuove interruzioni dovute al contagio. Gli investimenti nelle nuove opere dovranno avere certezza di sostegno, ma su questo il Ministero, sin dall’inizio dell’emergenza, ci è stato a fianco e ha garantito l’introduzione di risorse straordinarie per dare a questo settore produttivo – che coinvolge centinaia di migliaia di lavoratori oggi fermi, (sostenuti, nell’emergenza, dagli ammortizzatori sociali messi in campo dal governo, ai quali tuttavia non tutti hanno accesso proprio per l’atipicità di molte posizioni del nostro settore), la sicurezza per riprendere a lavorare”. Hollywood ha lavorato su linee guida per la ripresa; molti si chiedono se potrebbero essere utilizzabili anche dal sistema italiano. Cima: “I temi che stiamo affrontando in tutto il mondo sono i comportamenti e le misure sanitarie di sicurezza da adottare ma le soluzioni dovranno adeguarsi alle norme nazionali – e regionali ove più restrittive – data la forte interconnessione tra Stato, servizi media pubblici e privati, distributori, produttori indipendenti, l’Italia avrà certamente in comune le buone pratiche (le migliori) ma le declinerà sul proprio specifico. Ci aspettiamo un grande sforzo dal servizio pubblico, con cui è aperto un dialogo costante, perché è uno dei motori più potenti della ripresa. A questo scopo, un piano straordinario a sostegno dell’industria audiovisiva indipendente sarebbe la via più logica e concreta per accompagnare la difficile fase che ci aspetta. Avere indicazioni chiare sugli strumenti di prevenzione e di tutela più avanzati e certificati, con un accesso semplice a tamponi, test sierologici per la sicurezza di tutti e risorse finanziarie straordinarie da destinare alla produzione cine-audiovisiva sia tramite fondi attivabili a livello nazionale, sia attraverso altri strumenti europei: con questi due parametri, la produzione è pronta a ricominciare”. Buon lavoro al mondo del cinema.