COVID-19: LA CITTA’ ZONA ROSSA, MA FONDI RESISTE

L'orgoglio e la dignità di una popolazione ferita

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Una città fantasma. È così che si presenta Fondi da venerdì scorso 20 marzo, giorno in cui i fondani si sono svegliati in una “zona rossa”, a causa dell’elevato numero di contagiati dal nuovo coronavirus Sars CoV 2 (ad oggi 55) e di persone in quarantena preventiva (circa 600). Strade deserte, silenzio assordante interrotto dal rumore prodotto da qualche auto di passaggio e dalle sirene delle ambulanze, che prelevano cittadini infetti e in condizioni serie per portarli all’Ospedale cittadino San Giovanni di Dio o nelle altre strutture ospedaliere della provincia o della regione. Impossibile entrare ed uscire dalla città, se non in casi particolari. Tutti gli accessi sono bloccati e sorvegliati dalle forze dell’ordine e dall’esercito, giunto per coadiuvare gli agenti nelle operazioni di controllo della cittadinanza. I cittadini trascorrono le loro giornate in casa. Ogni tanto se ne incontrano alcuni affacciati alle finestre e sui balconi, che cercano di ammazzare il tempo dialogando da lontano con qualche vicino di casa. C’è da dire che in effetti tutta la popolazione ha risposto bene alle direttive emanate per via della pandemia di Covid-19, fatta eccezione per qualche classico trasgressore che si è meritato una bella sanzione da parte dei militari.

Ci si chiede quando finirà. È questa la domanda più frequente ed ovvia, perché non si è abituati alla reclusione, all’isolamento, al timore di un probabile contagio e alla diffidenza verso il prossimo, considerato potenzialmente infetto. MA FONDI RESISTE. Tante le iniziative ideate dalle varie associazioni culturali, dai vari gruppi Facebook e anche da singoli cittadini per alleviare la noia della quarantena. Ogni giorno si attende il bollettino dell’ASL per scoprire se la situazione sia migliorata, si cercano notizie sul web e si guardano i notiziari, scoprendo, ahimè, che molto spesso i telegiornali nazionali non rendono giustizia alla città, proponendo immagini di case abbandonate e diroccate e delle aiuole incolte della periferia. Non sanno che Fondi è uno scrigno di cultura e di arte, non sanno che Fondi è più antica di Roma, che ha dato i natali a personaggi illustri come Livia Drusilla, madre dell’imperatore Tiberio; non sanno che è stata abitata dai Caetani e dai Colonna imparentati con la famosa Giulia Gonzaga, non sanno che proprio a Fondi, nella sala grande del Palazzo Caetani sito lungo il corso Appio Claudio, si è tenuto il conclave scismatico che portò all’elezione dell’antipapa Clemente VII e diede luogo allo Scisma d’Occidente. E molto altro si potrebbe aggiungere alla lista delle cose che non si conoscono di Fondi. Purtroppo il giornalismo sensazionalistico produce solo disinformazione e Fondi ne è una vittima. Un altro problema che sta affliggendo questa città nel corso della pandemia è quello che riguarda il MOF, Mercato Ortofrutticolo di Fondi, il più grande d’Europa. Infatti, nonostante i sacrifici di coloro che vi lavorano, i prodotti fondani non sono accettati dai Comuni limitrofi perché considerati possibili fonti di contagio. Probabilmente la disinformazione di questi tempi ha provocato la mancanza della consapevolezza che le merci sono sicure, poiché tutti gli operatori lavorano in condizioni di massima igiene e sicurezza e perché il virus non riesce a sopravvivere a lungo sulle superfici. MA FONDI RESISTE. Ha superato tanti ostacoli nel corso della sua storia millenaria e certamente supererà anche questo.