Molti amici virtuali, solitudine reale. Avere un sacco di “amici” sui social network come Facebook o Twitter spesso corrisponde all’avere pochi o nessun vero amico nella vita reale. “Social Obsession”, la dipendenza da social network che rischia di sostituire la vita reale con quella virtuale costituita da un profilo online. Un italiano su 2 non vede nessun confine tra vita reale e quella creata su internet. Una “connossessione”, questa, che costituisce l’ossessività delle relazioni prettamente virtuali. Capita ormai troppo spesso, tra persone di tutte le età, di incontrarsi tra amici o parenti e limitarsi a “postare” dove si è o cosa si fa, scattare foto e passare momenti interminabili ad applicare filtri, piuttosto che trascorrere dell’ormai banale tempo insieme. Dall’organizzazione di una cena (64%), che dal giro di telefonate o sms si è trasferita nel gruppo creato su WhatsApp o Facebook Messenger, a discapito dal commensale che non è connesso che rimarrà automaticamente escluso, agli auguri di compleanno, sino alla ricerca di lavoro: oggi ci pensa LinkedIn a trovare le migliori offerte di lavoro, e sempre più spesso i colloqui si svolgono tramite webcam grazie a Skype (48%).

Secondo un recente studio condotto dal professor David Baker dell’Australia Institute, ha dimostrato infatti che è proprio la qualità delle amicizie e delle relazioni sociali a essere fondamentale nel determinare la solitudine e non la quantità, specialmente se questa è mediata da uno schermo di computer. I social media non dovrebbero essere considerati una cura per la solitudine, sottolinea l’esperto, e il contatto sociale online può infatti mascherare una vera e propria disconnessione sociale. «Dato il rapido aumento dell’uso dei social media e messa a fuoco la politica del governo in materia di “inclusione sociale”, c’è il rischio che i siti di social networking possano essere promossi oltre misura, soprattutto tra i più giovani», commenta Baker nel comunicato dell’Australia Institute. Avere una moltitudine di contatti, amici sui social network come Facebook o Twitter può essere una buona cosa: si possono creare molte relazioni interpersonali, avere scambi di idee o opinioni, avere magari anche sostegno psicologico o sociale… Il lato della medaglia, tuttavia, è che nella realtà dei fatti spesso questi “amici” restano virtuali e non dei veri amici nella vita reale.

A soffrire di più di questa apparente contraddizione in termini sono le persone più solitarie, le quali sono anche quelle che tendono di più a frequentare i social network e a creare il più grande parco di amici, in rete. Queste stesse persone, come accennato, tuttavia sono quelle che più risentono di tale approccio virtuale perché spesso confondono la quantità con la qualità.

Molto spesso il “Social Obsession” comincia già in tenera età, non solo gli adolescenti ormai, ma anche bambini. Per questo associazioni sportive come l’associazione dilettantistica Poligolfo, propongono ai bambini a partire dai tre anni d’età competizioni ludiche e all’insegna del sano sport. Le “Gare di Primavera” ad esempio, sono competizioni ludiche organizzate dall’A.S.D. Poligolfo, e che hanno visto la partecipazione di oltre 170 bambini provenienti dai Corsi di Avviamento allo Sport, che la società formiana propone da ormai 16 anni. Hanno partecipato tutti i bambini, dai 3 ai 10 anni, dei corsi proposti sia su Formia che su Gaeta con la tribuna del C.P.O. piena di genitori, nonni, fratellini e sorelline a fare il tifo per i mini atleti che si sono cimentati nelle varie discipline dell’Atletica Leggera. I bambini, guidati dai loro “allenatori” (Giuliana Spinosa, Simona Riccardelli, Vincenzo Mazzola, Marco Giusarma, Annalisa Martino, Matteo Scipione, Viviana Capotosto, Francesco Mallozzi, Dario Pisano, Matteo Netani, Giorgio Gazzetta), hanno potuto far vedere ai loro genitori di cosa sono capaci e quali competenze hanno acquisito in 7 mesi di attività. E così si sono alternati tra il salto in lungo, il lancio del vortex, la corsa tra gli ostacoli e la staffetta. Corsa, salto, lancio, le tre capacità motorie basilari che sono alla base per uno sviluppo armonico di tutto il corpo. E’ stato, quello vissuto dai bambini, un giorno di sano Sport e divertimento lontano da tutto ciò che potrebbe essere deleterio e dannoso per un bambino in tenera età che sta per affacciarsi al mondo vero. Ed è proprio questo messaggio che i ragazzi della Poligolfo vorrebbe che arrivasse ai genitori dei bambini: “Noi della Poligolfo proponiamo a quest’età sport in allegria e armonia, in forma ludica, gioiosa e giocosa”.