“Il nostro primo cittadino ha comunicato a mezzo stampa che il servizio di vigilanza scolastica è stato momentaneamente sospeso e stanno valutando la sua nuova strutturazione.

Finora tale servizio per la collettività era gestito dai circoli anziani e per poter partecipare a questa forma di “volontariato retribuito” occorreva esservi iscritti.

Minturno Libera crede invece che non andava sospesa in quanto il comune poteva impiegare a tale scopo i percettori del reddito di cittadinanza (che a Minturno, secondo gli ultimi dati, dovrebbero essere circa 500), i quali, ricordiamo e sottolineiamo, devono garantire per legge dalle 8 alle 16 ore settimanali di lavoro gratuito presso il proprio comune di residenza.

Insomma, una bella forza lavoro a disposizione dei nostri amministratori che potrebbe fornire un valido aiuto per la società e risparmi per le casse comunali se venisse impiegata per taluni servizi per cui ora il nostro comune sta spendendo soldi pubblici, come ad esempio la vigilanza scolastica.

Ma non solo, impiegare i soggetti percettori del RDC realizzerebbe la finalità principe di questo sussidio, ossia l’inclusione sociale di tali soggetti.

Infatti, come si legge sul sito del Governo, sono i servizi sociali del comune a doverli gestire e impiegare. Nel nostro caso, avendo una delegata all’inclusione sociale fresca di nomina, tale responsabilità ricadrebbe anche in capo a lei.

Chiediamo, quindi, all’assessore Mimma Nuzzo, con delega ai servizi sociali, di attivarsi in tal senso e alla delegata Laura Miola di occuparsi in prima persona della vicenda e, dall’alto della sua pregevolissima carica, di rendere pubblico l’impiego dei fruitori del reddito di cittadinanza dalla sua istituzione fino ad oggi e il programma del loro impiego futuro.

Suggeriamo, inoltre, attingendo sempre da tale lista, di formare delle squadre per la pulizia delle spiagge libere, attive tutto l’anno, invece di farsi propaganda andando in prima persona un giorno all’anno.

Minturno Libera crede che partendo da questi presupposti si possa creare uno “sportello per il lavoro trasparente” che crei un database di tutti i disoccupati in cerca di lavoro (non solo percettori di reddito di cittadinanza), dal quale attingere sia per questi servizi di pubblica utilità sia per un efficiente lavoro di sinergia tra Ente locale e imprese che operano nel settore pubblico (ma anche privato) per il collocamento nel mondo del lavoro degli inoccupati.

Da queste “liste per il lavoro trasparente”, tramite accordi da sottoscrivere con il Comune, potrebbero attingere per le nuove assunzioni tutte quelle aziende private che lavorano nel settore pubblico (ad esempio SOES e Del Prete, le ditte adibite al refettorio o al servizio di trasporto scolastico semmai riattivato).

Ma non solo, sempre tramite queste liste si possono assegnare le spiagge libere con un sistema a rotazione a cadenza annuale e gli stessi dovranno prendersene cura anche durante il periodo invernale e così l’incasso della stagione estiva, al netto della giusta ricompensa per chi l’ha gestita, entrerebbe direttamente nelle casse comunali invece di essere elargito a ditte esterne.

In questo modo si darebbe anche fine al monopolio, o oligopolio, nella gestione di tratti di arenili liberi che appartengono al demanio pubblico e all’annoso e vetusto germe del “lavoro di scambio” che inquina la nostra società.

Il funzionamento di queste liste sarebbe veramente semplice e improntato sui massimi criteri di trasparenza e meritocrazia: verrà stilata una vera e propria graduatoria di accesso al lavoro in cui a ogni iscritto verrà attribuito un punteggio secondo parametri prestabiliti: reddito ISEE, titolo di studio, corsi effettuati, situazione familiare (figli minori a carico, familiari con handicap gravi ecc. ecc.).

Insomma, per essere veramente trasparenti e leali basta poco, solo la volontà: “nihil difficile volenti”.