“In seguito a noti fatti di cronaca locale si è discusso molto di libertà di informazione, diritto di stampa e violazione della privacy. Noi di Minturno Libera ci riteniamo sostenitori di tutti e tre i diritti. Ma andiamo con ordine, partendo dalla fonte primaria della nostra gerarchia legislativa: la Costituzione. Art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” La libertà di informazione assume a livello giuridico una duplice accezione: attiva, quale diritto del giornalista di informare (diritto di cronaca), e passiva, quale diritto del cittadino di essere informato, costituisce una precondizione per la democraticità delle società contemporanee.

Dire che la stampa è manipolata e che un giornalista scrive articoli che ledono la privacy è corretto o in qualche modo lede entrambe le accezioni del diritto di informazione? Il tutto è richiamato nel “Testo Unico dei doveri del giornalista” che vi invitiamo a leggere https://www.odg.it/testo-unico-dei-doveri-del-giornalista/24288 e di cui ci permettiamo di estrapolare un estratto: “La divulgazione di notizie di rilevante interesse pubblico o sociale non contrasta con il rispetto della sfera privata quando l’informazione, anche dettagliata, sia indispensabile in ragione dell´originalità del fatto o della relativa descrizione dei modi particolari in cui è avvenuto, nonché della qualificazione dei protagonisti. La sfera privata delle persone note o che esercitano funzioni pubbliche deve essere rispettata se le notizie o i dati non hanno alcun rilievo sul loro ruolo o sulla loro vita pubblica. Commenti e opinioni del giornalista appartengono alla libertà di informazione nonché alla libertà di parola e di pensiero costituzionalmente garantita a tutti.

“Detto questo, lasciamo a voi la libera interpretazione del vespaio sollevato in paese con un paio di semplici domande: se un vostro congiunto o un vostro vicino o un vostro collega hanno appena commesso un reato che potrebbe mettere a repentaglio la vostra incolumità o quella del vostro ambiente socio lavorativo/istituzionale, vorreste che fosse pubblicato il suo nome e saperlo oppure preferireste incorrere nel pericolo di essere identificati quali complici o magari addirittura le prossime vittime di quel reato? Se vostra figlia o vostro figlio avesse un appuntamento proprio quella sera con un personaggio che voi ritenete integerrimo perché gode di ottima reputazione in pubblico e invece ha appena commesso un reato, vorreste saperlo e salvaguardare la sua incolumità o metterlo direttamente tra le fauci del lupo? Ai posteri l’ardua sentenza, noi restiamo dalla parte di chi non censura, dalla parte delle forze dell’ordine che svolgono quotidianamente il loro mestiere onestamente per pochi spiccioli, di chi è aperto al dialogo senza se e senza ma, a sostegno dei giornalisti che non hanno paura e che fanno gli scoop, compiendo bene il loro dovere.

Restiamo per questo basiti di fronte alla censura imposta dal più popoloso gruppo social del paese “Scauresi scauresi” che sin da subito si è premunito di bloccare i commenti relativi agli articoli sull’accaduto, quando su altri fatti di cronaca mai si erano disattivati, addirittura più gravi, come nel caso di omicidio dove il presunto colpevole è stato sottoposto al linciaggio mediatico. Secondo la nostra analisi, quindi, è estremamente lecito l’operato dei giornalisti e crediamo nella loro deontologia professionale come crediamo in quella dell’assessore ai lavori pubblici Mino Bembo, nonché avvocato difensore dei tre indagati nel caso in questione, di cui uno è il fratello del sindaco nonché staff del consigliere regionale La Penna, e l’altro è stato affidatario della gestione di una spiaggia libera solo pochi mesi fa. Ma restiamo basiti sulle affermazioni che lui stesso rilascia sui social, il giorno dopo l’uscita degli articoli, speriamo dettate da un momento di rabbia, mettendo in dubbio la deontologia professionale altrui: “quando il giornalismo era una cosa seria, a certi mentecatti non sarebbe stato consentito neanche tenere una penna in mano”.

Insomma, siamo garantisti o non lo siamo? Immaginiamoci se lo stesso assioma si potesse riferire a qualsiasi ordine professionale, ad esempio quello degli avvocati. Come reputiamo assolutamente sbagliato che una vicenda della vita privata possa ricadere sulla sfera politica e utilizzata dall’opposizione come strumento di attacco. Per questo esprimiamo la massima solidarietà e la nostra vicinanza umana al Dottor Stefanelli e a tutta la sua famiglia, nonché a quella delle altre persone coinvolte perché crediamo nel principio della presunzione di non colpevolezza, come crediamo lo abbiano fatto gli esponenti del suo partito e delle liste civiche che lo sostengono. Perché noi possiamo, anzi lo ammettiamo amiamo, contestare il politico sulle sue scelte pubbliche ma mai sulla vita privata e speriamo che tutto ciò non infici sul suo operato da primo cittadino e sulla sua carriera politica. In ultimo, crediamo fermamente nella magistratura e nel suo operato e tutti sappiamo che ci vorrà del tempo ma farà il suo corso. Ecco, proprio per tutto questo, vogliamo una Minturno Libera, libera mentalmente dai pregiudizi, dall’oblio delle coscienze innescato da pretestuose barricate ideologiche create ad arte per coprire i misfatti, dall’inganno, dalla corruzione e dall’affarismo. Per il resto ci sono le sedi opportune e il tempo sarà galantuomo”.

Minturno Libera