“La lotta al collasso climatico ed ecologico e la tutela dell’ambiente sono la sfida più grande di sempre per l’umanità”.
E’ con queste parole che prende forma l’essenza della neonata “Assemblea Ecologica Popolare del Golfo”, una rete territoriale sorta a Formia con l’intento di scendere in campo a difesa di un pianeta che non diventi “ostile per le specie vegetali e animali, umani inclusi”, nella consapevolezza di “una crisi non solo climatica ma anche esistenziale – spiegano i membri- considerando la velocità con cui stiamo compromettendo irreparabilmente l’ecosistema terrestre e la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi, inclusa la specie umana”.
A questo scopo l’Assemblea Ecologica Popolare sta già mettendo in atto iniziative volte a sollecitare i governi cittadini del comprensorio affinché si impegnino in “politiche più radicali per rendere le attività umane sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, anche tutelando i lavoratori e i soggetti deboli della società”.
Così tra le prime azioni c’è la stesura di una mozione che possa essere sottoposta ai Consigli comunali di Formia, Gaeta, Minturno, Itri, Fondi, Sperlonga, Terracina e Lenola, con l’auspicio di arrivare – grazie all’adesione di nuovi membri – anche in altri Comuni, come quelli di Castelforte e di Santi Cosma e Damiano.
 
In particolare nelle città di Formia a presentarla – durante il prossimo Consiglio Comunale di giovedì 7 novembre 2019, alle 17 – sarà il Consigliere comunale Pd- Formia Bene Comune Claudio Marciano; anche al Consiglio comunale di Itri a presentarla sarà un Consigliere comunale, ovvero Luca Iudicone (Sinistra Unita).
Si tratta di un documento con il quale i vari Consigli comunali impegnerebbero la Giunta comunale in primis a “dichiarare lo stato di emergenza climatica ed ecologica” e poi a promuovere una serie di iniziative e pratiche comportamentali – basate sui principi di “ giustizia climatica”, “democrazia partecipata” e “trasparenza” – volte a tradurre fattivamente le misure necessarie a preservare la salubrità ambientale.
Tra queste anche “stabilire nei primi 100 giorni dall’approvazione della presente mozione – si legge nel testo della stessa – una road map per dettagliare, i tempi stabiliti, le misure necessarie, quali per esempio, un piano di rimboschimento delle aree cittadine ed extraurbane”. 
Proprio a quest’azione l’Assemblea ecologica popolare del Sud Pontino sta già lavorando, organizzando una raccolta semi – perlopiù di Lecci e Roverelle – sulle montagne del comprensorio, come il Redentore e Monte Orlando – al quale seguirà nelle prossime settimane la piantumazione – su un’area selezionata – si è ipotizzato in questa fase la zona circostante il Laghetto di Penitro – di nuovi alberi da veder crescere.
La Lettera presentata all’Amministrazione comunale di Formia 
Gentile Sindaco, gentili Assessori, gentili Consiglieri,
In riferimento alla proposta di Mozione da noi inviatavi e particolarmente in
relazione al punto nel quale la mozione recita:
“stabilire nei primi 100 giorni dall’approvazione della presente mozione una ‘road
map’ per dettagliare, i tempi stabiliti, le misure necessarie, quali per esempio, un
piano di rimboschimento della aree cittadine ed extraurbane, un piano di mobilità
sostenibile che preveda incentivi forniti alla cittadinanza per un trasporto sempre
più verde, di utilizzare spazi ed edifici esistenti e non costruire nuove strutture, di
lanciare un piano di efficientamento degli edifici pubblici e pensare ad incentivi
comunali per edifici privati, etc”.
Chiariamo che benché siamo convinti, come espresso nella proposta di Mozione, che
l’emergenza climatica vada affrontata con piani organici e di lungo respiro, non di
meno pensiamo che alcune misure puntuali possano facilitarne l’avvio, in questo
senso ci permettiamo di sottoporvi alcuni semplici suggerimenti:
Nei primi 100 giorni d’approvazione della mozione il Consiglio Comunale potrebbe
1) piantare un albero ogni nuovo nato ed impegnarsi a curarlo fino a che non
raggiunga la piena autonomia
2) sollecitare tramite ordinanza o lettera le scuole del territorio a non utilizzare
prodotti monouso (sostituire i bicchieri di plastica con le borracce, le bottiglie
con le brocche, ecc)
3) abbassare di almeno un paio di gradi le temperature degli uffici pubblici in
inverno ed alzarle di almeno altrettanti gradi in estate
4) individuare zone urbane pedonalizzabili
5) impegnarsi per definire criteri di appalto che favoriscano aziende che utilizzano prodotti riutilizzabili, a km 0 o che in generale possano dimostrare di essere aziende con il minor impatto ambientale possibile
6) impegnarsi nella ricerca bandi di finanziamento per la “ristrutturazione” delle
strutture pubbliche di pertinenza al fine di renderle di minor impatto ecologico possibile (pannelli fotovoltaici sui tetti del comune, ecc)
7) Sottoporre almeno un progetto ai finanziatori individuati nel punto precedente
La Mozione di emergenza climatica ed ecologica

Mozione di emergenza climatica ed ecologica proposta all’attenzione della Giunta da parte del Consiglio Comunale, su richiesta del gruppo Assemblea Ecologica Popolare del Sud Pontino

Oggetto: Richiesta della dichiarazione di Emergenza climatica ed ecologica

PREMESSO CHE

Gli esseri umani hanno già causato cambiamenti climatici significativi. La temperatura media globale è aumentata di oltre 1 grado dai livelli preindustriali, i livelli atmosferici di diossido di carbonio hanno raggiunto più di 400 parti per milione (ppm), ben superiori ai livelli sicuri stimati intorno alle 350 ppm. Un ulteriore aumento potrebbe portare a una situazione catastrofica, non solo per il futuro dell’ambiente in cui nostri figli dovranno crescere, ma anche per il futuro dello stato sociale e della nostra civiltà.

Esiste un crescente interesse dei cittadini sulle tematiche ambientali, assorbito da un movimento globale in grande crescita che coinvolge attivisti per il clima e per l’ambiente. Il 15 Marzo il 1°“Global Strike for Future” ha visto 1,8 milioni di persone sfilare nelle città di tutto il mondo. I blocchi stradali e le manifestazioni pacifiche successive hanno registrato una grande partecipazione in diverse nazioni.

La politica non ha fatto finora abbastanza per contrastare i cambiamenti climatici in corso, nonostante questi dovrebbero essere la priorità nel programma politico di qualsiasi governo, dal Presidente del Consiglio fino all’Amministratore del più piccolo dei comuni. Per riconvertire ecologicamente la nostra economia occorre la partecipazione di tutti. Occorre accettare di modificare alcune abitudini per non doverle modificare tutte, perché i cambiamenti climatici, se non contrastati, porteranno a un pianeta ostile per le specie vegetali e animali, umani inclusi.

Occorre che i governi intraprendano politiche più radicali per rendere le attività umane sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, anche tutelando i lavoratori e i soggetti deboli della società. Occorre, inoltre, che si impegnino ad arrestare lo sfruttamento delle risorse oltre i limiti naturali di rigenerazione e arrivare urgentemente alla completa de carbonizzazione e demetanizzazione delle fonti di energia a favore di quelle rinnovabili.
CONSIDERATO CHE

La lotta al collasso climatico ed ecologico e la tutela dell’ambiente sono la sfida più grande di sempre per l’umanità. Infatti, stiamo affrontando una crisi non solo climatica ma anche esistenziale, considerando la velocità con cui stiamo compromettendo irreparabilmente l’ecosistema terrestre e la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi, inclusa la specie umana.

 Vista la L. 4 novembre 2016, n. 204, ratifica ed esecuzione dell’Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015 (GU n.263 del 10-11-2016);

 Visto l’ultimo rapporto IPCC-ONU (2018), secondo cui l’umanità ha solo fino al 2030 per limitare l’incremento di temperatura a 1.5 gradi, ed evitare danni irreversibili al clima;

 Visto l’ultimo rapporto IPBES (2019) sullo stato globale degli ecosistemi, secondo cui è urgente cambiare radicalmente tutto quello che facciamo per invertire la grave perdita di biodiversità e la degradazione profonda degli ecosistemi oceanici e terrestri;

 Vista la lettera indirizzata alle più alte istituzioni italiane a firma di 300 climatologi e fisici, per chiedere che anche l’Italia decida di agire sui processi produttivi sul trasporto e sull’urbanistica, trasformando l’economia per raggiungere le zero emissioni nette di gas serra entro il 2050.

 Visto che a Formia, come in tutta l’Italia, assistiamo a eventi meteo sempre più estremi e frequenti.

Considerato che il Regno Unito, L’Irlanda e oltre 500 amministrazioni locali di tutto il mondo comprese la Toscana, Torino, Milano e Napoli hanno già recentemente dichiarato l’emergenza climatica e ambientale.

Il Consiglio comunale impegna la Giunta a:

– dichiarare lo stato di emergenza climatica ed ecologica;

– dire la verità sui numeri in relazione all’emergenza, impegnandosi alla piena trasparenza in particolare:

promuovere la misurazione periodica e la diffusione pubblica dei dati relativi al livello dei gas serra e dell’inquinamento prodotti della nostra città (ad esempio attraverso il monitoraggio della qualità dell’aria e la diffusione dei dati )

-esplicitare e promuovere la conoscenza fra la popolazione su quali sono le iniziative prioritarie a livello della città di Formia in grado di ridurre, e in che misura, tale ammontare di CO2eq;

– agire subito per diminuire i livelli delle emissioni per arrivare al 2030 allo 0 netto, prevedendo come anno intermedio il 2025, anno nel quale verranno dimezzati i livelli attuali di Co2;

– stabilire nei primi 100 giorni dall’approvazione della presente mozione una ‘road map’ per dettagliare, i tempi stabiliti, le misure necessarie, quali per esempio, un piano di rimboschimento della aree cittadine ed extraurbane, un piano di mobilità sostenibile che preveda incentivi forniti alla cittadinanza per un trasporto sempre più verde, di utilizzare spazi ed edifici esistenti e non costruire nuove strutture, di lanciare un piano di efficientamento degli edifici pubblici e pensare ad incentivi comunali per edifici privati, etc;

– programmare disincentivi economici per le attività produttive che non si adeguano agli obiettivi di contenimento delle emissioni climalteranti;

– promuovere la partecipazione dei cittadini in materia di politiche ambientali, indicendo assemblee popolari che rispecchiano fedelmente la composizione del corpo sociale, coadiuvate da tecnici, abbiamo l’obiettivo di pensare nuove politiche in materie ambientali;

– promuovere tavoli di aggiornamento periodici, composti da individui provenienti da
organizzazioni e associazioni locali, che possano controllare la conformità delle varie misure agli impegni stabiliti nella presente dichiarazione.
Il consiglio richiede che le misure per contrastare l’emergenza climatica si attengano ai seguenti principi:

 Giustizia climatica ed ecologica: i costi della transizione non devono gravare sulle fasce più deboli della popolazione. I suddetti dovranno essere ripartiti soprattutto tra chi ha tratto profitto causando i danni ambientali; le istituzioni sono chiamate a promuovere azioni per la riqualificazione dei lavoratori attualmente impegnati in settori incompatibili con la transizione.

 Democrazia partecipativa e deliberativa: Le istituzioni s’impegnano a costituire delle assemblee cittadine, selezionate tra tutta la popolazione secondo standard già applicati in molti paesi, con un ruolo decisionale reale nel processo d’individuazione delle misure per il contrasto dell’emergenza climatica ed ecologica. Le assemblee cittadine saranno organizzate a tutti i livelli, dal locale al regionale al nazionale, e oltre a deliberare sulle misure da attuare, potranno compiere un’azione di monitoraggio sulle istituzioni per garantire che alle dichiarazioni di emergenza seguano misure concrete e adeguate alla gravità della crisi;

 Trasparenza: le istituzioni si impegnano a pubblicare rapporti periodici sui progressi fatti nella riduzione delle emissioni e nella risoluzione delle criticità ambientali, condividendo tali informazioni con altre realtà in modo da accelerare il tasso globale della riduzione delle emissioni e il raggiungimento dello 0 netto entro 2030.