In Italia calano drasticamente le nascite e si allunga l’aspettativa di vita. A dirlo è il rapporto annuale dell’Istat 2019 che sottolinea un calo allarmante delle nascite, trend ormai decennale, e un progressivo aumento della vita media. Al 1° gennaio 2019 si stimano circa 2,2 milioni di individui di età pari o superiore ai 65 anni, il 3,6% del totale della popolazione residente. Dal rapporto emerge il quadro di una Paese che invecchia. Nel 2018 sono nati 439 mila bambini (140mila in meno rispetto al 2008) e i decessi sono stati 633 (50 mila in più).

Inquadrato in un’ottica continentale, il calo demografico del nostro paese si inserisce in una tendenza comune ai paesi mediterranei, ma con dimensioni preoccupanti. In primo luogo, perché è l’unico tra i maggiori stati a mostrare una contrazione a doppia cifra e secondo, perché ha il tasso di natalità più basso tra i 28 stati membri.

Un saldo sempre più negativo, evidenziato anche dalle Nazioni Unite nel proprio rapporto sull’andamento della popolazione italiana oggi. Il calo del numero di abitanti in Italia (residenti) sarà ben visibile nel 2065 (previsione di aprile 2019): 51 milioni di persone secondo l’UN; 54 milioni secondo l’ente statistico. Oggi siamo a circa 60 milioni di persone. 6 o 9 milioni di persone mancheranno fra cinquant’anni. Nel 1971 i nuovi nati registrati in anagrafe erano stati 911mila. A distanza di quasi 50 anni, nel 2017, sono state 458mila: il 49,7% in meno di allora.

Nascite in Italia: Le regioni con il più alto tasso e quelle con il più basso

Sono 5 le regioni che superano la media nazionale sul tasso di natalità. Quella con più nascite in rapporto alla popolazione è il Trentino Alto Adige (9 nati ogni 1.000 residenti). Seguono la Campania, la Sicilia e Calabria con circa 8 nati e la Lombardia (7,5). In linea con la media nazionale l’Emilia Romagna (7,3). Le ultime 2 regioni in classifica, Liguria e Sardegna non arrivano a 6 nuovi nati ogni 1.000 residenti. Ma il dato è ancora più allarmante se si guarda all’andamento delle nascite nel tempo. Tra 2013 e 2017 tutte le regioni italiane hanno visto una diminuzione nel numero di nati. Tra i più significativi emergono quelli registrati in Umbria (-17,07% di nascite tra 2013 e 2017), nelle Marche (-15,55%), nel Lazio (-14,59%), in Sardegna (-14,57%) e in Valle d’Aosta (-14,45%).

In provincia di Latina e nei Comuni del Golfo. Il Comune di Minturno

Soltanto i comuni di Aprilia, Sermoneta, Fondi e Roccasecca dei Volsci hanno un saldo positivo. Quattro su 33 della provincia pontina. Ad Aprilia il numero dei neonati è stato di 724, a Latina 1046. Il Comune con meno nati è stato invece Terracina. A Ventotene sono venuti al mondo 8 bambini e le morti sono state altrettante, con un saldo 0. Nella nostra provincia 2019 i nati si aggirerebbero intorno ai 4758 mentre i decessi sarebbero 5340, con un saldo naturale negativo (-582).

Anche i dati registrati dall’Ufficio anagrafe, dello stato Civile del Comune di Minturno non sembrano essere tanto positivi. Nel 2017 il saldo naturale è stato di -35 registrando 166 nascite e 201 decessi. Il più basso dal 2014.