Angela Salafia (Napoli, 12 febbraio 1979), politica e avvocatessa italiana, deputata della XVIII legislatura della Repubblica Italiana con il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione a risposta scritta il 16 settembre 2020 al Ministro della Giustizia che riportiamo testualmente:

“Per sapere premesso che: con atto giudiziario Ge. 18663/12 la Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma – DDA, nella persona del Pubblico Ministero Maria Cristina Palaia, chiedeva al Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma l’applicazione di misure cautelari personali e reali (art. 272 c.p.p. e segg.) nei confronti di:

1. AMATO Carlo, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 11.1959

2. AMATO Daniele, nato a Napoli il 12.1977

3. D’ORAZIO Luciano, nato a Marino (RM) il 04.1952

4. NOVELLO Dante, nato a Paola (CS) il 10.1953

5. MAGLIOZZI Bruno Saverio, nato a Fondi (LT) il 11.1952

6. TERRERI Marilena, nata a Venafro (CB) il 01.1953

7. NARDELLA Luigi, nato a Formia (LT) il 10.1950

8. PEPE Raffaella, nata a Motta Monte Corvino (FG) il 02.1961

9. ACCIARI Marco, nato a Roma il 07.1964

10. BONACCIOLI Ferruccio, nato a Reggio Emilia il 08.1949

11. IEVOLELLA Maurizio, nato a Benevento il 09.1951

12. MONTI Pasqualino, nato ad Ischia il 04.1974

13. CAPORINI Marco, nato a Langenthal (Svizzera) il 11.1981

14. SCIPIONE Marco, nato a Formia il 04.1975

15. TATA Roberto nato a Sora 8FR) il 2.1970

16. NAPOLETANO Nicola nato a san Cipriano d’Aversa il 12.1970

le richieste di arresti venivano inoltrate perché sussisteva il pericolo che gli indagati interni al sodalizio criminale commettessero delitti di criminalità organizzata, nonché delitti della stessa specie rispetto ai  “l’esigenza cautelare di carattere preventivo” scrive la Procura, “nella specie, deve ritenersi sussistente, sia in ragione delle specifiche modalità e circostanze dei fatti – ovvero in considerazione della reiterazione delle condotte criminose e dunque del rilevante numero di turbative d’asta ed episodi di corruzione in ordine ai quali si procede e della grande capacità organizzativa del sodalizio criminale, in ragione del coinvolgimento di funzionari, pubblici dipendenti e imprenditori, nonché della sua grande capacità operativa – sia in considerazione della personalità dei soggetti sottoposti alle indagini ” (Cass. II, n.4875, 23.1.1996, Armeli, Rv. 203774; Cass. V 23.12.2004, n. 49373, Esposito Rv. 231276; Cass. III 23.4.2004, n.19045, Ristic Rv. 228882; contra Cass. IV, 23.9.2004, n.37566, Albanese Rv. 229141)”. • i delitti ascritti trovano corrispondenza nei seguenti articoli di legge: 319 – 319-bis – 321 – 110 – 320 – 318 – 353 commi 1 e 2 – 416 del codice penale artt. 81 cpv., 110 c.p., 7 L.2 maggio 1974, n.195, in rel. all’art.4, primo comma, L.18 novembre 1981, n.659

i fatti contestati si sono verificati fino al 2014, l’inchiesta della Procura viene chiusa nel 2014, le richieste di arresto venivano inoltrate al GIP del Tribunale di Roma nel 2014, i fatti descritti nella “Richiesta per l’applicazione di misure cautelari personali e reali – 272 c.p.p. e segg.” avrebbero richiesto una celere risposta da parte del Tribunale di Roma; oggi, dopo sei anni dalle richieste della Procura di Roma, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma non ha definito le richieste di custodia cautelare e/o emesso le sentenze di rinvio a giudizio e/o se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti e del risultato delle indagini della Procura della Repubblica di Roma – DDA, numero Re. Ge. 18663/12; se il Ministro non intenda predisporre attività istruttoria, valutativa e propositiva finalizzata all’esercizio delle proprie prerogative ai sensi del D.Lgs. 109/2006, avviando un’ispezione presso il Tribunale Ordinario di Roma; se tale ispezione avrà come oggetto la relazione sui motivi del ritardo, oltre sei anni, che il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale Ordinario di Roma ha accumulato per rispondere alle richieste di arresto cautelare per i soggetti elencati in premessa”.