In occasione della 19^ edizione della Paris – Brest – Paris, considerata l’Olimpiade della randonnée, che si è tenuta dal 18 al 22 agosto 2019, gli atleti Angelozzi Roberto e Fantinel Stefano, entrambi  della asd “Le frecce del Golfo” di Gaeta, sono stati gli unici 2 ciclisti del sud pontino, insieme  ai 420 italiani della Nazionale Italiana Randonnée a partecipare alla “regina” delle randonnée europee. Una gara molto faticosa, tanto che, per parteciparvi, bisogna conseguire 4 brevetti di qualifica nei 6 mesi precedenti l’evento ma, con i suoi 1220 Km per 11.500 di dislivello, resta il sogno di tutti gli amanti del ciclismo amatoriale. Nacque come gara per professionisti nel 1904, quando venne ideata da Pierre Giffard ed organizzata dal quotidiano “Auto-Vélo”. L’ultima edizione aperta ai professionisti fu quella del 1951, in quanto “l’Équipe”, che organizzava l’evento, non trovò più concorrenti, così, dal 1951 è diventata una corsa amatoriale che viene disputata ogni quattro anni. Destinata a crescere, aumentando sempre più il record di iscritti, quest’anno, ha visto la partecipazione di più di 7000 atleti provenienti da tutto il mondo, tra cui, anche i nostri due atleti del golfo, Stefano e Roberto. Abbiamo incontrato, a pochi giorni dal suo rientro in Italia, Stefano Fantinel, 52 anni, presidente della asd Le Frecce del Golfo di Gaeta, il quale ci ha raccontato la sua esperienza di gara e della sua grande passione nata nel ’98 per il ciclismo, uno sport faticoso ma che da anni gli regala grandi emozioni.

Stefano, cosa ha significato per te essere alla Paris-Brest-Paris? quali emozioni ti ha lasciato?

Mi ero prefissato di concludere la randonnée intorno alle 75/76 ore, ed il tempo registrato è stato di 72 h. 35 m., quindi ben al di sotto di ogni più rosea previsione. Analizzando poi quanto effettuato, se non avessi avuto una forte crisi ai -150 km., avrei potuto portare a casa un risultato ancora migliore. Ma va bene così. Quando si conclude un evento così dispendioso dal punto di vista psicofisico, non pensi sicuramente a rifarla e quindi dovrò prima metabolizzare quanto fatto e poi saranno le motivazioni personali ad indicarmi cosa fare.

Perché, se cosi faticosa, è la corsa più amata a livello amatoriale?

Essendo la più antica e lunga randonnée europea, rappresenta sicuramente il completamento di un percorso amatoriale ed agonistico di ogni ” randonneur”. Come ogni evento sportivo, si cerca di concretizzare quanto fatto in precedenza. Dai vari brevetti ottenuti in precedenza e dai vari allenamenti, alla disamina del percorso. Essendo impegnativa, necessita di programmazione meticolosa, e soprattutto di grande forza di volontà e caparbietà. Senza questi elementi si rischia il ritiro. In merito invece all’aspetto emotivo, senza dubbio è da sottolineare l’atteggiamento del pubblico lungo la strada, che partecipa attivamente all’evento, dedicando applausi e sostegno ad ogni atleta, per non parlare poi del paesaggio che ti accompagna nello sforzo.

Oltre la Paris-Brest-Paris, a quali altre gare hai partecipato?

A giugno di quest’anno sono entrato a far parte della Nazionale Italiana Randonnée ARI. Lo pratico a 360 gradi, nel senso che partecipo durante l’anno anche a Granfondo e Corse in Linea. Tra i risultati di rilievo ottenuti in precedenza, posso menzionare il Prestigio 2008, cioè l’effettuazione di una serie di Granfondo agonistiche nazionali. Sicuramente la formula della “randonnée” si concilia bene con le esigenze di chi ha poco tempo per allenarsi e mi piace valutare e scoprire sempre nuove formule ed attività. Ci tengo inoltre a sottolineare che lo scorso marzo abbiamo organizzato la prima randonnée di Gaeta e che il prossimo anno ci vedrà ancora protagonisti cercando di offrire una 2^ edizione più interessante.