Vacca con Furino

Parlare del Mister della Categoria Pulcini del Calcio Scauri è come raccontare una lunga avventura vissuta sui campi di calcio per un’intera esistenza. Gianteodoro Vacca nasce a Torino il 23 gennaio 1945, quando l’Italia del Nord è ancora dilaniata dalla guerra civile e attende l’arrivo degli alleati per liberarsi dal giogo tedesco. Il papà Giacinto lavora alla Michelin di Torino che all’epoca produceva soprattutto per i rifornimenti bellici e rispettava grandemente i suoi dipendenti. La mamma raccontava che Gianteodoro reagiva nella pancia sussultando quando vi erano i bombardamenti anglo-americani. È figlio di emigranti giunti dal sud per trovare un futuro per la famiglia che intendevano fondare. Il papà di Brindisi e la mamma di Torre del Greco, la terra dei coralli lavorati. Ha un fratello Lorano. Ha solo 10 anni quando entra nelle formazioni giovanili della Juventus diventando – per sempre – un tifoso convinto dei colori bianconeri. Conosce, si allena insieme e sovente gioca con campioni quali l’argentino Omar Sivori, il gallese William John Charles.

La Spezia

Quest’ultimo era in grado di tirare le punizioni a piedi nudi. Gianteodoro all’inizio è un giovane raccattapalle, un ruolo che è un premio per i migliori allievi, poiché possono stare a bordo campo a vedere le prodezze dei loro beniamini. Non interrompe il suo impegno calcistico neppure durante il servizio militare in quanto viene assegnato alla Compagnia Atleti di Bologna e da lì autorizzato a trasferirsi ogni fine settimana presso la società che lo ha in carico. Indimenticabile per lui il giorno che scende in campo per la Juventus in campionato contro il Genoa. Diventa compagno di squadra e amico (e lo è tuttora) di Giuseppe Furino. Vladimiro Caminiti il 10 febbraio 2014 sul quotidiano La Repubblica scrisse un articolo dal titolo “Giuseppe Furino, il mediano con due cuori che spegneva i campioni: ma a Sivori feci un tunnel” e così descrive Giuseppe Furino nato a Palermo il 5 luglio 1946, attualmente dirigente sportivo ed ex calciatore di ruolo centrocampista: “Nella sua storia leggendaria la Juve ha avuto eccelsi gregari. Ma nessuno all’altezza di questo nano portentoso, incontrista e cursore, immenso agonista, indomabile nella fatica, i piedi come uncini dolorosi in certe circostanze”. Nella sua carriera Gianteodoro riceve il Premio Combi come miglior giocatore e gioca nel prestigioso Torneo Viareggio. La Juventus lo manda in prestito presso diverse società. La prima ad ospitarlo è La Spezia, quindi il Castor Torino.

Con Altobelli

Quest’ultima era praticamente di Gianni Agnelli che vi inviava tutti tesserati della Juventus. Gianteodoro porta fortuna poiché in tutte le squadre dove milita queste vincono il loro campionato. Nel 1968 approda al Formia, poi a Frosinone e ancora a Latina. Nel capoluogo pontino incontra un presidente allenatore con patentino per la Serie A. Lo tratta come un padre e lui diventa il suo pupillo. Qui gioca quattro anni e nasce una forte amicizia con un altro campione della storia del calcio italiano. A Latina è Gianteodoro a incoraggiarlo, sostenerlo e raccomandarlo all’allenatore che ha fiducia in lui. Stiamo parlando di Alessandro Altobelli nato a Sonnino il 28 novembre 1955, ora ex calciatore e dirigente sportivo italiano, di ruolo attaccante, campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982. Ha legato il suo nome all’Inter, dove ha militato dal 1977 al 1988. Con la squadra nerazzurra ha disputato 466 partite e segnato 209 reti – secondo in assoluto alle spalle di Giuseppe Meazza (284) – vincendo uno scudetto e due Coppe Italia. È il miglior marcatore nella storia della Coppa Italia grazie alle 56 reti realizzate, nonché il miglior cannoniere italiano in Coppa UEFA/Europa League con 25 gol. Inoltre, risulta essere il massimo cannoniere dell’Inter nella Coppa nazionale e nelle competizioni UEFA per club rispettivamente con 46 e 35 marcature (34 per le statistiche della UEFA).

Frosinone

Poi il nostro protagonista ritorna al Formia nel 1975 – 1976 e con lui in squadra arriva al campionato C2. Quindi in successione Sordella Cassino, Sessana, San Castrese e qui a 40 anni appende le scarpette da gioco al chiodo. Ma Gianteodoro vive per lo sport e inizia la sua carriera da allenatore. Lo chiama la Sessana per la squadra categoria Under 21 che con lui vince, dando grande soddisfazioni. Allena poi la prima squadra portandola alla promozione. Dopo va al Fiuggi all’inizio del girone di ritorno. La squadra è ultima con solo 8 punti, chiama i giocatori allontanati dal suo predecessore ed è con loro protagonista di un eccezionale girone di ritorno. Il salvataggio non si realizza per un solo punto in quanto le altre squadre a rischio retrocessione “fraternizzano” tra di loro. Quindi come allenatore al Minturno, successivamente Rieti dove ha in organico come giocatore Sergio Pirozzi, successivamente sindaco di Amatrice e ora consigliere regionale del Lazio. Poi approda al Priverno chiamato dal mister Sandro Melloni, un caro amico, che gli affida la seconda squadra. Poi l’anno successivo è lui l’allenatore della prima formazione. In successione allenatore a Pontinia, Venafro, Cassino Categoria Under 21, Cervaro, Formia che riporta in promozione, Falciano del Massico che è affiliato al Frosinone, Mondragone, e ancora Campi Verdi Mondragone affiliata al Napoli, Fasani, San Castrese, Mondo Calcio Formia e ora lo Scauri Categoria Pulcini, affiancato dal dirigente Fabio Serra, anche infaticabile segretario della società calcistica.

Juventus – Genoa

Che cosa può dirci dell’A.S.D. Polisportiva Scauri? “Da quando sono arrivato – spiega – mi sono subito ambientato. Ho trovato tante persone per bene, umili e giuste nei loro comportamenti. E quando si è così si è già vincenti al 50%. Vedendo i ragazzi che mi sono stati affidati ritengo buone le prospettive. Un bel rapporto ho con Aniello, l’addetto al campo, sempre disponibile a collaborare. Mi auguro di potermi adoperare per l’affiliazione del Calcio Scauri con una società calcistica del Nord Italia”. Non fa nomi ma si legge nel suo sguardo l’augurio che possa essere la Juventus. Sino a quando farà l’allenatore? “Non credo che mi fermerò, neppure a novanta anni. Lo farò sino alla fine”. Tre anni fa ha sposato Eleonora D’Angiò con cui conviveva già da un lustro. Da un precedente matrimonio ha avuto una figlia Monica che vive a Frosinone ed ha due figli impegnati nello sport entrambi. Andrea Raniero frequenta il liceo scientifico dello sport e gioca nell’Under 14 del Frosinone. L’altra figlia è Alessia Raniero di 17 anni campionessa di arti marziali. Un nipote Gianmarco D’Angiò anche lui sportivo, gioca con soddisfazione nella Viterbese. I suoi nipoti Raniero entrambi hanno nelle vene l’amore per lo sport ereditato dal nonno, mister oggi delle speranze del Calcio Scauri.