Marco Vitruvio Pollione, nato a Formia tra l’80 e il 70 a. C, anche se non v’è certezza della propria nascita nella nostra città. E’ stato l’unico scrittore in lingua latina di architettura, la cui mastodontica opera sia giunta fino ai nostri tempi.
Sulla sua vita si hanno scarse notizie: ex ufficiale, sovrintendente alle macchine da guerra sotto Giulio Cesare ed architetto, ingegnere e trattatista sotto l’impero di Augusto, il quale avendo in progetto il rinnovo di tutta l’edilizia pubblica di Roma usufruì dell’opera di Marco Vitruvio Pollione, che fu di grande aiuto all’imperatore, tanto da farlo vantare di aver trovato una Roma di mattoni e di averla lasciata di marmo.

Altre città come Fano, Piacenza e Verona ne hanno reclamato i natali, soprattutto Verona per via di un antichissimo arco di epoca romana, detto dei Gavi, fornito di una epigrafe dove si nomina un tale Lucio Vitruvio Cerdone architetto, ma appare molto evidente che trattasi di altro personaggio. Vitruvio Pollione ha scritto l’unico trattato di architettura sopravvissuto dall’età greco-romana ed è l’unica testimonianza di un sapere tecnico – scientifico – costruttivo, confermatosi nel tempo.
Il marchese Berardo Galiani (1724-1774) illustre letterato napoletano, accademico e architetto di merito dell’Accademia di S. Lucia, con certezza afferma che Marco Vitruvio Pollione nacque a Formia , e se ne convince di ciò per il ritrovamento delle molteplici epigrafi e lapidi sepolcrali rinvenute nel nostro territorio in cui si leggono molte iscrizioni riferenti alla “gens Vitruvia”. Altri illustri storici avevano precedentemente anticipato la tesi del Galiani senza approfondire la ricerca, come Bernardino Baldi (1553 – 1617) studioso rinascimentale e Giovanni Poleni (1683 – 1761), astronomo e ingegnere che fu il maggior studioso di Vitruvio.

La sua opera suddivisa in dieci libri (scritti tra il 30 e il 20 a. C.) il “De Architectura”, fu tanto stimata che nonostante la mancanza dell’invenzione della stampa, la sua opera è arrivata sino ai nostri tempi per le molteplici edizioni manoscritte che si susseguirono nei secoli. Il “De Architectura” è un riferimento teorico ideale, una immagine incontrastata del classicismo architettonico, che mescola gli elementi che derivano da svariate discipline tecniche come la grafica, la geometria, l’aritmetica con quelle artistiche come la musica e quelle scientifiche come l’ottica, la giurisprudenza, la medicina e l’astronomia. Ha avuto un infinito numero di edizioni ed è una delle poche opere che è stata tradotta in quasi tutte le lingue esistenti. Quella in lingua italiana e sicuramente una delle migliori, ed è quella del marchese Berardo Galiani, pubblicata nell’anno 1758 presso la stamperia Simoniaca in Napoli. Se ne custodisce una preziosa copia anche nella nostra Biblioteca Comunale.
Il riconoscimento e l’amicizia di Augusto gli valse il merito della concessone di una pensione, che gli consenti di trascorrere agiatamente gli ultimi anni della sua esistenza.
Grandi onori Formia ha tributato a Vitruvio Pollione, intitolandogli il corso principale e un istituto scolastico di notevole importanza.

Nella immagini una incisione che riproduce Vitruvio Pollione, il frontespizio del libro tradotto dal marchese Berardo Galiani e pubblicato a Napoli nel 1758 e le due facciate di una rara medaglia in bronzo dedicata a Marco Vitruvio Pollione, incisa da V. Catenacci (A) e A. Arnaud (B) e coniata a Napoli da L. Taglione nel 1833.