Alle 14.36 del 12 novembre due pini cadono in località Mola di Formia, dopo la tromba d’aria che ha interessato la città. La città colpita da una bomba d’acqua e da una tormenta che ha allagato alcune piazze, sradicato diversi alberi e portato alla chiusura delle scuole. A Settembre era successo lo stesso, eventi simili si stanno ripetendo ormai ciclicamente. Si chiama “cambiamento climatico”, e l’evidenza del suo impatto va dalla siccità che innesta nuovi flussi migratori alla tropicalizzazione del mediterraneo, a cui nessuna città, Formia tra le altre, è preparata. Bisogna migliorare la manutenzione, fare le opere pubbliche, provare a cambiare il modo di ragionare: pensare globalmente e agire localmente.

Bisogna riforestare le colline, aumentare la nostra capacità di monitoraggio dell’inquinamento, investire le nostre risorse sulla vulnerabilità idrogeologica, sulla tutela del mare, sulla mobilità pedonale e ciclabile. Bisogna farlo ora, attraverso interventi radicali, con il coraggio di affrontare un inevitabile conflitto con chi pensa di vivere in un mondo che non c’è più. Le iniziative amministrative devono tutte discendere da una visione di emergenza o sarà sempre peggio nell’immediato futuro. Questo è il pensiero delle persone più illuminate sul tema ambientale. Va osservato che anche la stampa nazionale si è interessata degli alberi: mentre si celebra con scolaresche in festa “La Festa degli Alberi” si registrano abbattimenti indiscriminati in molti comuni italiani per fare prima e risparmiare, per rifare le strade si tagliano anche quelli che sono sani. Vengono abbattuti soprattutto pini domestici ma anche pioppi, lecci ed eucalipti. Potature fatte appositamente male e così si crea il problema. La legge tutela solo le piante “monumentali” così ogni ente fa come vuole perché non essendoci regole spesso si va al risparmio.

Eppure salvarli non è impossibile, come dimostrano i comuni virtuosi. La strage di alberi nelle città d’Italia interessa, purtroppo, anche i comuni più piccoli dove i centri urbani non sono certo paragonabili alle metropoli. Le amministrazioni locali devono eseguire lavori sul manto stradale, rimuovere radici, scongiurare pericolose cadute? E così migliaia di fusti non malati vengono tagliati preventivamente, fra le proteste e le lamentele della cittadinanza. Un’operazione sicurezza di cui la politica sovente, successivamente, arriva a pentirsi. Ma a Formia i cittadini lamentano la presenza di alcuni pini effettivamente pericolanti e, quindi, fonte di rischio per le persone e le cose. È il caso che gli amministratori e gli uffici preposti a tale compito provvedano a un serio monitoraggio dell’intero territorio comunale. Perché le vittime e i danni per “calamità naturali” possono essere sempre evitate, ma è necessaria a tal fine una seria e rigorosa prevenzione. Abbattere quelli in pericolo e mettere a dimora nuovi alberi, con la dovuta perizia ecologica.