L’epidemia da un nuovo coronavirus (SARS-CoV2), fra le altre problematiche cliniche e di salute pubblica, pone anche quelle sull’organizzazione della rete perinatale, la gestione dell’infezione in gravidanza, la possibile trasmissione materno-fetale dell’infezione prima, durante e dopo il parto, la sicurezza della gestione congiunta puerpera-neonato e l’allattamento materno. Queste tematiche vengono trattate nella nuova circolare emanata dal Ministero della Salute il 31 marzo 2020. Nel documento sono presenti inoltre indicazioni per l’assistenza ostetrica al parto vaginale. Si precisa che le indicazioni contenute nella circolare tengono conto dei dati scientifici ed epidemiologici disponibili e sono suscettibili di future variazioni sulla base della progressiva acquisizione di conoscenze sull’epidemia da SARS-CoV2, sulla sua trasmissione perinatale e sulle caratteristiche cliniche dei casi di infezione perinatali madre-neonato. Le sei domande e risposte sulle donne in gravidanza e le tre riguardanti i bambini sono state redatte dal Ministero della Salute e da noi riportate testualmente per rendere un servizio corretto ai nostri lettori e combattere le fake-news.

  1. Le donne in gravidanza sono più suscettibili alle infezioni o hanno un rischio maggiore di sviluppare una forma severa di COVID-19? Non sono riportati dati scientifici sulla suscettibilità delle donne in gravidanza al virus. La gravidanza comporta cambiamenti del sistema immunitario che possono aumentare il rischio di contrarre infezioni respiratorie virali, tra cui quella da SARS-CoV-2. Inoltre le donne in gravidanza potrebbero mostrare un rischio maggiore di sviluppare una forma severa di infezioni respiratorie virali. Resta consigliato, anche per le donne in gravidanza, di intraprendere le normali azioni preventive per ridurre il rischio di infezione, come lavarsi spesso le mani ed evitare contatti con persone malate.
  2. Quali sono gli effetti di COVID-19 durante la gravidanza? Non sono riportati dati scientifici sugli effetti di COVID-19 durante la gravidanza. In caso di infezione in corso di gravidanza da altri coronavirus correlati [SARS-CoV e MERS-CoV] sono stati osservati casi di aborto spontaneo mentre la presenza di febbre elevata durante il primo trimestre di gravidanza può aumentare il rischio di difetti congeniti.
  3. Le donne in gravidanza con COVID-19 possono trasmettere il virus al feto o neonato? Dai dati presenti in letteratura, limitati, non sono stati riportati casi di trasmissione dell’infezione da altri coronavirus (MERS-CoV e SARS-CoV) da madre a figlio. I dati recenti riguardo bambini nati da madri con COVID-19 indicano che nessuno di essi è risultato positivo. Inoltre, il SARS- CoV- 2 non è stato rilevato nel liquido amniotico.
  4. Le donne in gravidanza affette da COVID-19 devono necessariamente effettuare un parto cesareo? In relazione alle attuali limitate conoscenze e agli esiti dell’unico studio effettuato in Cina in cui non è stata dimostrata la presenza del SARS-CoV-2 in sangue da cordone ombelicale, liquido amniotico e latte materno, non vi è indicazione elettiva al taglio cesareo nelle donne affette da COVID-19 e rimangono valide le indicazioni attuali al taglio cesareo. Considerando, inoltre, che il taglio cesareo rappresenta un fattore di rischio indipendente per la mortalità materna, è opportuno valutare accuratamente tale modalità di parto nelle donne gravide affette da COVID-19.
  5. Le donne positive al test per il nuovo coronavirus possono avere contatti con il neonato subito dopo la nascita? Ogni qualvolta sia possibile, l’opzione da privilegiare è quella della gestione congiunta di madre e neonato, ai fini di facilitare l’interazione e l’avvio dell’allattamento materno. Qualora la madre sia paucisintomatica e si senta in grado di gestire autonomamente il neonato, madre e neonato possono essere gestiti insieme. In questo caso, è applicabile il rooming-in per madre e neonato, applicando le normali precauzioni per le malattie respiratorie a trasmissione aerea. Se la madre presenta, invece, un’infezione respiratoria francamente sintomatica (febbre, tosse e secrezioni respiratorie, mialgie, mal di gola, astenia, dispnea), madre e neonato vengono transitoriamente separati. La decisione di separare o meno madre-neonato va comunque presa per ogni singola coppia tenendo conto dell’informazione-consenso dei genitori, della situazione logistica dell’ospedale ed eventualmente anche della situazione epidemiologica locale relativa alla diffusione del SARS-CoV-2.
  6. Le donne positive al test per il nuovo coronavirus possono allattare al seno il proprio bambino? Qualora la madre sia paucisintomatica, questa potrà allattare al seno adottando tutte le precauzioni possibili per evitare di trasmettere il virus al proprio bambino, lavandosi le mani e indossando una maschera chirurgica mentre allatta. Nel caso si utilizzi latte materno spremuto con tiralatte manuale o elettrico, la madre deve lavarsi le mani e seguire le raccomandazioni per una corretta pulizia degli strumenti dopo ogni utilizzo. Se vi è la possibilità, considerare l’utilizzo di latte umano donato. Se la madre presenta, invece, un’infezione respiratoria francamente sintomatica (febbre, tosse e secrezioni respiratorie, mialgie, mal di gola, astenia, dispnea), madre e neonato dovrebbero essere transitoriamente separati. In questo caso, andrebbe evitato il ricorso automatico ai sostituti del latte materno, implementando piuttosto la spremitura del latte materno o il ricorso all’uso di latte umano donato. Nei casi di infezione materna grave la spremitura del latte materno potrà non essere effettuata in base alle condizioni generali della madre. La compatibilità dell’allattamento materno con farmaci eventualmente somministrati alla donna con COVID-19 va valutata caso per caso. L’utilizzo del latte materno spremuto di madre SARS-CoV-2 positiva, per il proprio neonato, all’interno di una Terapia Intensiva Neonatale segue protocolli specifici.

Bambini

  1. I bambini presentano un maggior rischio di infezione?

Attualmente, non ci sono prove che i bambini siano più suscettibili all’infezione da nuovo coronavirus. Secondo uno studio recente, effettuato in Cina, la maggior parte dei casi confermati di COVID-19 segnalati si è verificata negli adulti.

Tuttavia, come per altre malattie respiratorie, alcune popolazioni di bambini possono essere a maggior rischio di infezione grave, come ad esempio i bambini in condizioni di salute già compromesse da altre patologie. Anche i bambini devono, quindi, adottare le misure raccomandate per prevenire l’infezione, in particolare la frequente pulizia delle mani con acqua e sapone o disinfettante per le mani a base di alcool ed evitare il contatto con persone malate.

  1. Cosa possono fare i genitori per proteggere i bambini dall’infezione?

Potete incoraggiare i vostri figli a contribuire a fermare la diffusione di COVID-19 insegnandogli le norme di igiene e prevenzione delle infezioni: lavare spesso le mani con acqua e sapone o disinfettante per le mani a base di alcool. Evitare il contatto con persone malate (febbre, tosse, starnuti), pulire e disinfettare quotidianamente le superfici più utilizzate nelle aree comuni della casa (ad esempio tavoli, sedie con schienale rigido, maniglie delle porte, interruttori della luce, telecomandi, scrivanie, bagni, lavandini). Lavare gli oggetti di uso comune, compresi i peluche lavabili, secondo le istruzioni del produttore. Utilizzare la temperatura maggiore consentita, e asciugare completamente.

  1. Cosa possono fare i genitori per promuovere l’attività fisica?

In questa fase di emergenza caratterizzata dal lungo tempo da trascorrere a casa, è particolarmente importante proporre ai bambini alcune attività e giochi di movimento. L’esercizio fisico, inteso come gioco di movimento, ha un ruolo prioritario per la salute in età evolutiva e, oltre ad essere divertente, contribuisce a migliorare le condizioni di salute fisica e a promuovere il benessere psicologico, funzionali al raggiungimento di una crescita sana. In questo momento, giochi di movimento, più o meno strutturati, da svolgere insieme a casa, possono essere quindi molto utili per affrontare con maggiore serenità tale situazione particolare: possono infatti aiutare bambini e ragazzi ad elaborare emozioni e vissuti a volte difficili da esternare in quanto attraverso il gioco possono trovare espressione emozioni, stati d’animo e vissuti sia piacevoli che spiacevoli. Per promuovere l’attività fisica i genitori possono: dare l’esempio, se i genitori sono attivi anche i figli lo saranno. Scegliere attività adeguate all’età e allo sviluppo. Creare luoghi sicuri in cui giocare. Evitare l’utilizzo di televisori, tablet e cellulari per i bambini fino a 4 anni. Limitare per i bambini e i ragazzi l’utilizzo dei device a determinate ore del giorno e a un massimo di 2 ore al giorno, oltre al tempo necessario per lo svolgimento dell’attività didattica. Consulta il sito dell’Istituto Superiore di Sanità, dove sono presenti approfondimenti per fasce di età:

Coronavirus #Manteniamoci attivi anche a casa

Con i bambini e i ragazzi l’attività fisica… è un gioco! (Bambini 0-11 anni)

Scheda grafica “Con i bambini l’attività fisica… è un gioco! Per i bambini sotto i 5 anni” (pdf 726 kb).

Scheda grafica “Crescendo l’attività fisica è gioco e allenamento! Per i bambini e i ragazzi dai 5 agli 11 anni” (pdf 708 kb).