Il 14 febbraio si è tenuto presso il Palazzo Municipale di Minturno un incontro tra i rappresentanti del Comune e della società Acqualatina per fare il punto, in vista dell’estate, sulla situazione idrica e, in particolare, sui due interventi in programma nel territorio minturnese, in grado di fronteggiare l’emergenza siccità: il collegamento della condotta in zona San Marco con il comune di Cellole, in Terra di Lavoro, e il risanamento della rete per contenere le dispersioni. Lavori nel territorio minturnese per la sostituzione, per ora, del 10% della rete idrica comunale, in coordinazione con il lavoro commissionato dal Comune per il rifacimento del manto stradale nelle zone interessate dai lavori della società pontina.

All’incontro hanno partecipato il sindaco Gerardo Stefanelli (promotore del summit), Daniele Sparagna vice sindaco, Carmine Violo funzionario responsabile del Servizio Lavori Pubblici, per Acqualatina il direttore tecnico ingegnere Ennio Cima e la responsabile delle relazioni esterne della società Loredana Leccese. Nel corso della riunione è stata ipotizzata un’interessante collaborazione tra Comune e Acqualatina in merito al varo di un progetto pilota per l’utilizzo dei dati in possesso della società per la gestione della raccolta differenziata a Minturno. A livello provinciale il tema delle risorse idriche quest’anno 2019 è stato aperto il 9 aprile dallo stesso sindaco del Comune di Minturno Gerardo Stefanelli: “Credo sia opportuno e necessario convocare la Conferenza dei Sindaci dell’ATO4, al fine di affrontare diversi temi che iniziano ad essere impellenti. Mi riferisco, in particolare, alla necessità di dotare la Segreteria Tecnico – Operativa delle figure adeguate al ruolo che istituzionalmente le viene assegnato.

Carlo Medici

Basti ricordare che l’unico ingegnere che negli ultimi anni era in dotazione organica dal 1 gennaio è al servizio del Comune di Latina. Occorre poi fare un punto sui tanti lavori di risanamento delle reti idriche che sono in corso su tutto il territorio provinciale, ma anche verificare lo stato delle sorgenti in vista della stagione estiva, iniziare a ragionare sui piani di emergenza da mettere in campo, in caso di eventuali future crisi idriche, e minimizzare i possibili effetti indiretti sull’economia turistica e sull’ordine pubblico, in considerazione dell’ormai prossima estate. Senza dimenticare la necessità di approntare il nuovo piano di investimenti 2020 – 2022 e di stabilire la tariffa, che nei prossimi mesi saremo chiamati ad approvare. Sono trascorsi quattro mesi dall’ultima riunione dell’Assemblea dei Sindaci e, quindi, è il caso di dare un segnale e ricominciare a prendere in mano il governo del servizio idrico integrato nel nostro territorio.

Per questo faccio affidamento sulla sensibilità del Presidente della Provincia e dell’ATO4 Carlo Medici, affinché possa pianificare, nelle prossime settimane, una riunione dei Sindaci”. Nel frattempo il sindaco di Formia Paola Villa ha polemizzato dichiaratamente per il contenuto del bilancio dell’esercizio 2018 di Aqualatina per il quale ha votato contro per la sua presunta mancanza di correttezza e veridicità. Il sindaco formiano quindi ha sollecitato il prefetto di Latina dopo un allarme lanciato dal nuovo amministratore delegato di Aqualatina Marco Lombardi. In sostanza un’allerta per l’approvvigionamento idrico nel sud pontino. Il primo cittadino di Formia: “Acqualatina spende all’anno un milione e ottocento ottantamila euro nell’affitto delle autobotti e, scorrendo la voce investimenti, ci sono circa duecentodiecimila euro per il recupero delle dispersioni fisiche di rete, per tutta la provincia! Come si fa a recuperare il 70% delle dispersioni con solo quattro spiccioli?

Il Prefetto di Latina

Infine il 20 maggio si è tenuta presso la Prefettura di Latina, presieduta dal prefetto Maria Rosa Trio, una riunione di aggiornamento del tavolo permanente di monitoraggio avviato, su proposta dello stesso prefetto di Latina, a seguito dell’emergenza siccità del 2017. La più alta carica istituzionale dello Stato presente in provincia è preoccupata che si possa ripetere nell’estate 2019 quando si verificò due anni or sono con una siccità che modificò la nostra vita quotidiana. A tutto vantaggio degli idraulici e degli installatori di autoclave e serbatoi. I prezzi di montaggio lievitarono in modo spaventoso unitamente ai macchinari, i tecnici del settore si sentirono tutti delle star e, nel contempo, le piazze cittadine accolsero serbatoi di acqua potabile a disposizione del “popolo”, come si era visto soltanto in occasione dell’ultimo conflitto mondiale con le donne e bambini in fila indiana. Molti villeggianti abbandonarono le abitazioni locate rifiutandosi di pagare il pattuito e oltretutto l’aver affittate le case praticamente “a nero” mise i proprietari in condizione di non poter reclamare alcunché. Annullate moltissime prenotazioni presso le strutture alberghiere e camping. Riduzione delle presenze nei locali pubblici di ristorazione.

Un danno in termini turistici non indifferente. D’altronde i media capitolini e partenopei non diedero per nulla una mano, amplificando il problema e rendendolo apocalittico. L’estate scorsa 2018 ancora numerose persone hanno evitato di avvinarsi ai nostri lidi nel timore di rivivere una stessa stagione balneare. Il buon andamento della precedente (anno 2018) sta incoraggiando gli interessati a riavvicinarsi ma se il 2019 dovesse ripresentare i disguidi di due anni fa sarebbe un colpo tremendo per l’economia locale. Nel corso dell’incontro in prefettura, con la partecipazione dei rappresentanti della Regione Lazio, della Regione Campania, dell’ATO4, dei Comuni del Sud Pontino e dell’Area Lepini, di Acqualatina, del Consorzio di Bonifica e delle autorità del bacino del fiume, ha preso la parola l’amministratore delegato di Acqualatina che ha confermato che, sulla base dei dati pluviometrici e grazie alle portate recuperate con i lavori già realizzati, le risorse idriche appaiono complessivamente sufficienti. Ma rimane alta l’attenzione in considerazione sia della grande variabilità delle condizioni climatiche, che rende più complessa l’applicazione di modelli previsionali, sia con riguardo alla particolare morfologia del territorio, che presenta zone molto differenziate dal punto di vista dell’approvvigionamento idraulico.

Per quanto concerne la situazione del Sud Pontino l’interconnessione Minturno – Cellole, come sottolineato anche dai referenti regionali, risulta fondamentale per rendere la disponibilità idrica del sistema più elastica, senza ricorrere a un ulteriore sfruttamento delle falde. I lavori sul lato laziale sono conclusi mentre quelli sul lato campano, effettuate ad oggi per circa 3 km, bloccati per un mese a causa di ritrovamenti archeologici, sono ripresi nella mattinata del giorno antecedente alla riunione a Latina. Infatti la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Campania aveva intimato il blocco ai lavori per il collegamento della sorgente di Cellole, in provincia di Caserta, alla condotta adduttrice che alimenta i comuni più meridionali della provincia di Latina quali Minturno, Castelforte, Santi Cosma e Damiano. Il rinvenimento di alcuni reperti sul lato campano dell’opera, lungo la riva sinistra del fiume Garigliano, d’altronde Minturnae aveva numerose ville agricole su tale versante, oltre a parte dello stesso centro urbano durante il suo massimo splendore, aveva bloccato la prosecuzione dei lavori che avrebbero dovuto consentire un ulteriore incremento del flusso idrico di 160 litri al secondo, una portata che faciliterebbe, seppur indirettamente, il fabbisogno sull’intero territorio del Golfo. L’ente gestore, prima del pronunciamento degli archeologi della Soprintendenza, aveva escluso che il collegamento, più volte promesso nel corso del 2018 dopo la devastante emergenza idrica dell’anno precedente, possa essere ultimato, dopo la revoca del blocco del cantiere, prima dell’inizio della stagione estiva. Il collegamento con la sorgente di Cellole era stato illustrato il 26 luglio 2018 dai vertici di Aqualatina che, alla presenza di molti sindaci del comprensorio, preannunciarono l’importanza dell’opera: il sud pontino avrà a disposizione 160 litri d’acqua in più al secondo, pari al 20% in rispetto all’attuale portata fruibile, 13.800 metri cubi al giorno che diventano 5 milioni di metri cubi all’anno. Grazie a sette milioni di euro messi a disposizione della Protezione Civile dal governo Gentiloni nel 2017 con l’ordinanza numero 474 in occasione della necessaria dichiarazione dello stato di emergenza idrica per la Regione Lazio era stato annunciato il finanziamento del collegamento di undici chilometri, tre e mezzo nel Lazio e i rimanenti sette chilometri e mezzo nel territorio campano.

Ad aggiudicarsi i lavori, per un importo di quattrocento settantamila euro, era stata l’associazione temporanea di imprese costituita dall’Euroscavi srl di Badia Polesine (Rovigo) e dall’impresa Carcone Architetto Giuseppe Srl di Minturno. Il presidente di Acqualatina Michele Lauriola: “Si tratta di un intervento, molto atteso, che si affiancherà alla maggiore disponibilità garantita dai campi pozzi realizzati in località 25 Ponti a Formia e, per certi versi, consentirà di selezionare sorgenti alternative a quelli tradizionali (e secondo molti superate) di Mazzoccolo a Formia e di Capodacqua a Spigno Saturnia naturalmente in caso di siccità e di fenomeni di torbidità. Quest’opera, ora sospesa, (ripartita il 20 maggio) avrebbe dovuto sintetizzare anche la riuscita e sinergica collaborazione tra le due Regioni. Precisò il dirigente della Regione Ciro Pisacane “Quella campana renderà un favore al Lazio dopo che l’acqua di Cassino è stata prestata in passato alla regione confinante.

Questa nuova situazione ha anticipato lo svolgimento del tavolo tecnico che è stato convocato dal Prefetto di Latina Maria Rosa Trio per fare il punto proprio sugli interventi promossi e in itinere per fronteggiare nei prossimi mesi un’eventuale emergenza idrica, soprattutto sul territorio del Golfo. Intanto a sollecitare la nuova nomina in seno alla segreteria tecnico operativa dell’Ato 4 è l’OTUC, l’organismo che raggruppa le principali associazione di tutela dei consumatori. A prendere una chiara e netta posizione anche il presidente dell’organismo Antonio Villano che alla vigilia del summit in prefettura ebbe modo di osservare: “Ormai sono trascorsi cinque mesi da quando l’ingegnere Angelica Vagnozzi ha preso servizio presso il Comune di Latina e non è stata mai più surrogata.

Perché? La scarsa piovosità nell’ultimo inverno non induce ad essere ottimisti. I comuni del comprensorio non sanno al momento quanti e quali lavori di risanamento delle reti idriche sono in corso, lo stato di salute delle sorgenti e ignorano i piani di emergenza da mettere in campo, in caso di eventuali future crisi. Ecco perché il presidente della Provincia Carlo Medici deve convocare la Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4 per affrontare questi temi che iniziano ad essere impellenti”. Nel contempo per sopperire alla mancata realizzazione dei collegamenti interregionali i tecnici del gestore si sono attivati per realizzare un prelievo nelle falde profonde di Capodacqua, da attivare in caso di estrema necessità.

Questa soluzione, mai realizzata prima, andrà collaudata e verificata. Un focus è stato poi fatto sui lavori presso il Campo Pozzi 25 Ponti, a Formia. Il gestore ha reso noto che sono in corso nuove analisi sull’intrusione del cuneo salino, poiché i primi studi hanno fornito dati che necessitano di ulteriori verifiche. Per questo motivo è stata sospesa la realizzazione di ulteriori due pozzi fino a l’esito definitivo dell’indagine. Durante l’incontro il prefetto ha, inoltre, richiesto un’accelerazione dei lavori relativi alla ricerca perdite idriche. I tecnici di Acqualatina hanno confermato l’impegno su tale fronte sia nell’area dei Monti Lepini che nel sud pontino, zona più soggetta a dispersione, a causa di molte tubature vetuste, è già stato impegnato il 40% delle risorse economiche destinate a tale attività, con un recupero di circa 130 litri al secondo. Bene ribadire che il problema delle tubature vetuste è endemico nel comprensorio del Golfo di Gaeta. Ma come e quando si intende risolverlo? Servono investimenti significativi. D’altronde i tecnici hanno dimostrato che l’aprire e chiudere l’afflusso delle acque – come è avvenuto nell’estate 2017 – aggrava la dispersione.

Perché prima che la risorsa idrica abbia il sua naturale decorso l’acqua si disperde in quantità tramite i fori della tubatura stessa. Il presidente della Provincia di Latina Carlo Medici da noi contattato il 25 maggio, nella sua qualifica di presidente della Conferenza dei Sindaci dell’ATO4, ci chiarisce: “Innanzi tutto desidero evidenziare che le istanze dei primi cittadini sono state accolte da me concordando con il prefetto di Latina un’unica riunione tenutasi appunto il 20 maggio scorso. Sono ottimista per il futuro, valutando vari elementi. Innanzitutto sono ripresi i lavori sul versante campano e, quindi, hanno assicurato che in sessanta giorni saranno ultimati, anche se mi rendo conto che, in tal modo, giungeremo al mese di agosto. Notizia promettente è che i dati di fine aprile portavano l’acqua potabile a disposizione a quota 505, rispetto a quella di sicurezza fissata a 500, ma il mese di maggio è estremamente piovoso e ci fa sperare di raggiungere quota 550. Se aggiungiamo il futuro contributo campano calcolato su coefficiente 200 arriviamo a una cifra complessiva che renderà la crisi idrica soltanto un ricordo legato all’estate 2017.”