Una gentile anziana signora Elena Pontecorvo mostra a chi scrive al termine di una messa vespertina domenicale presso l’Immacolata una foto incorniciata a lei cara, giunta fortunatamente da un parente residente negli Stato Uniti d’America. Non avevano in famiglia nessuna foto che ritraesse la sua sorella più grande, spentasi a diciassette anni. Questa è la storia di una ragazza di Scauri che si chiamava Flora Annunziata Pontecorvo e che abitava nella piazzetta di Scauri Vecchio, nell’edificio di fronte agli Alimentari Forte, di proprietà del nonno materno don Antonio Tucciarone.

Era nata il 25 marzo 1927 ed il secondo nome le era stato imposto perché quel giorno era la festività dell’Annunziata. Era la primogenita di cinque figli (prima di lei era nato un fratellino spentosi a undici mesi), figlia di Giuseppe Pontecorvo e di Maria Tucciarone. Era una ragazza deliziosa, molto attenta ai fratellini che cresceva aiutando la mamma impegnata nei lavori agricoli e il padre tornato invalido dalla Grande Guerra. Era estremamente studiosa, frequentava il Real Liceo Classico Ginnasio di Formia e la sua vita si incrociò con le nipoti dei reali Vittorio Emanuele III ed Elena di Savoia.

Quest’ultima aveva acquistato una villa a Formia (l’attuale Grande Albergo Miramare) e poco distante la figlia prediletta Jolanda, che aveva sposato il Conte Giorgio Calvi di Bergolo, rifiutando le nozze con Eduardo VIII Windsor, volle costruire una sua villa per stare vicino agli augusti genitori. Provetta cavallerizza aveva realizzato una scuderia dove ora vi è il CONI e, allora, impegnato come un vasto aranceto. La vita di Flora si incontra con quelle delle principessine più grandi Maria Ludovica (Torino 24 gennaio 1924) e Vittoria Francesca (Torino 22 giugno 1927) che furono iscritte allo stesso liceo di Flora, unica scuola media superiore di Formia.

In particolare Vittoria fu sua compagna di classe. Nella foto che pubblichiamo Flora è la prima a sinistra di un gruppo di ragazze ritratte dinanzi alla stazione ferroviaria di Formia, tutte compagne di classe. Flora per rendimento era la prima, Maria Ludovica intervistata da chi scrive, mi invitò a non ricercare le pagelle di Vittoria e sua poiché non erano brillanti. Le accompagnavano a scuola e le riprendevano con un’auto guidata da un autista di fiducia, ben diversa la situazione di Flora e di Alba Pontecorvo, che ogni mattina partivano a piedi dalla piazzetta di Scauri vecchio per raggiungere la stazione ferroviaria di Minturno – Scauri dove prendevano la littorina della linea Sparanise – Gaeta. D’inverno all’alba era buio pesto quando si incamminavano e, sovente, procedevano a piedi durante temporali che sferzavano gli abiti inzuppandoli d’acqua. La mamma aveva comprato per loro due torce a pile con cui illuminare la strada dinanzi ai loro passi.

Due ragazze in gamba, alla licenza ginnasiale Alba fu l’unica promossa alla sessione estiva di quell’anno. Poi la tragedia della guerra, l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’occupazione tedesca dell’Italia e gli abitanti di Scauri vengono sfollati. Le ragazze trasferite alla Breda e poi a Roma con percorsi estenuanti a piedi e i maschi bloccati in paese con i genitori.

Quando rientrano trovano una Scauri in ginocchio. Le case sventrate, niente acqua potabile, debbono andare a rifornirsi al vicino rio, che scorre nella vicina tenuta dei principi Caracciolo – Carafa. Ma l’acqua non è potabile, durante la battaglia tra tedeschi e alleati alcuni cadaveri furono gettati nell’acqua. Flora contrasse il tifo e dopo alcuni giorni di agonia, nonostante le cure del dottore Evangelisti, spirò pianta da tutti. Tra i presenti alle esequie il maestro Pasquale Lepone, che per scelta dei coniugi Pontecorvo è stato padrino di cresima di un figlio e di battesimo di un altro. Celebrante il primo parroco di Scauri don Antonio Pecorini, morto in odore di santità. Noi con questo servizio giornalistico desideriamo che Flora ritorni alla memoria della sua comunità, per Scauri lei era ed è la “nostra” principessa.