La provincia di Latina ha 575.254 abitanti che corrispondono a un decimo degli abitanti complessivi della Regione Lazio che sono 5.879.082. In tutta la regione Lazio ad oggi 9 marzo i casi sono in totale 84 mentre nella provincia di Latina sono 38, quasi la metà dell’incidenza complessiva. Di questi casi positivi 23 sono ricoverati in ospedale, 10 in sorveglianza domiciliare, 5 trasferiti. A questi si aggiungono i due decessi (le donne anziane di Fondi e Lenola) e tre persone guarite. Unica buona notizia della giornata i tre negativizzati, ovvero tre persone che erano positive e ai nuovi test sono risultati negativi e dunque sono a tutti gli effetti guariti. L’Asl di Latina, inoltre, informa che ci sono 350 persone in sorveglianza domiciliare. I pazienti ricoverati sono collocati nove presso lo Spallanzani di Roma, due presso la Terapia Intensive del Santa Maria Goretti e dodici presso l’Unità di Malattie Infettive sempre del Goretti o la Medicina d’Urgenza del Dono Svizzero di Formia. Nessuna informazione sui luoghi di origine. E sinceramente molti chiedono che l’informazione sia più completa ed esauriente. Nel frattempo a sorpresa oggi 9 marzo in tarda seratra l’annunzio che non ci sarà più una zona rossa.

Le misure restrittive vengono estese a tutta Italia. È l’ultima misura annunciata dal premier Giuseppe Conte per far fronte all’emergenza coronavirus. “I contagi e i decessi sono in forte aumento – ha sottolineato il presidente del Consiglio – invitando tutti a cambiare le proprie abitudini e a limitare gli spostamenti. Le nuove misure del provvedimento, chiamato Io resto a casa, saranno in vigore da domani martedì”. Interessante l’intervista rilasciata sabato scorso al quotidiano Il Corriere della Sera dal docente universitario di Igiene Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute e rappresentante dell’OMS in Italia. Verso di lui nutro stima ed affetto sincero, le nostre nonne erano sorelle. Alla collega Margherita De Bac, tra l’altro, ha affermato che “I virus sono così. Questo è rapido e imprevedibile. Ormai circola in Italia, è bene prepararci tutti.

Nei prossimi giorni avremo un aumento importante di casi nelle zone gialle di Lombardia ed Emilia – Romagna, meno in Veneto dove l’epidemia sta fortemente rallentando. Le strategie che stanno per essere messe in campo dal governo servono a contenere la progressione. Bisogna allertare la popolazione del Centro Sud a non frequentare luoghi ad alta concentrazione sociale. È l’unica arma che possiamo utilizzare per evitare che tante persone si ammalino tutte insieme e gravino sul Servizio sanitario nazionale che si sta man mano organizzando. Non ci dovrebbero essere nel centro sud blocchi di interi paesi ma di ambienti. Pensiamo alle discoteche che quando sono affollate sono un concentrato naturale di infezioni. La gente balla, respira, traspira e si creano le migliori condizioni per il contagio. Per i teatri e i cinema basterebbe attenersi al principio del distanziamento sociale. In un museo basterà prevedere l’entrata di un numero limitato di visitatori per volta che consenta di rispettare le misure di sicurezza tra persone, un metro.

Il problema è che nelle regioni non ancora colpite e dove non sono state attuate misure eclatanti manca la percezione del pericolo reale. Come se la cosa non ci riguardasse davvero. E questo accade anche nei Paesi stranieri finora poco interessati dalla Covid-19, lenti nell’agire. Il virus ha una velocità di propagazione incredibile, molto più del virus della Sars. Procede così rapidamente perché è nuovo e di fronte a se trova delle praterie, non ha barriere in quanto incontra una popolazione completamente suscettibile, senza difese, esposta al contagio perché il sistema immunitario non ha mai dovuto contrastare una simile infezione prima. Inoltre il Sars – Cov 2 è molto virulento cioè ha grandi capacità di riprodursi una volta penetrato nell’organismo. Per fortuna il virus non possiede un’alta patogenicità vale a dire ha minore capacità di dare malattia.

Molte persone lo prendono con sintomi lievi, alcuni individui però sviluppano gravi polmoniti e possono non uscirne se hanno altre patologie. Ormai il virus circola in modo importante al di fuori dei focolai e regioni come il Lazio e Roma, polo commerciale e politico, sono particolarmente a rischio. Nei prossimi giorni la Capitale sarà sicuramente interessata. Il virus sta scendendo. Dal caso zero della Germania minaccia tutto il Paese. In Cina sono riusciti a stopparlo perché hanno sigillato militarmente Wuhan, le misure estreme hanno funzionato. Da noi non si può. L’Italia è un Paese democratico, con abitudini sociali che non possono essere stravolte. La Cina è fuori ma cosa succederà quando la vita normale riprenderà?” Oggi la sua intervista sarebbe molto più drammatica.