Operazione “Fake for Drug”: smantellata rete di spaccio in Provincia di Latina – Nelle prime ore di oggi, i Carabinieri del NAS di Latina, sotto il coordinamento costante della locale
Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a nove ordinanze di custodia cautelare scaturite da una
complessa attività investigativa che ha consentito di accertare un sistema di approvvigionamento illecito di
farmaci ad azione stupefacente, mediante l’uso di ricette mediche false e documenti di identità contraffatti,
nonché di attività parallele di spaccio di sostanze stupefacenti.
Sono attualmente impiegati oltre 50 militari del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, del
Comando Provinciale di Latina, del Nucleo Elicotteri di Pratica di Mare e delle unità cinofile di Santa Maria
di Galeria, per finalizzare i 9 provvedimenti restrittivi della libertà personale emessi dal Gip del Tribunale
di Latina.
L’indagine, avviata nell’ottobre 2023, era nata da controlli sulla corretta dispensazione dei farmaci in
alcune farmacie pontine. Proprio in quella fase i militari avevano rinvenuto ricette mediche false relative
a medicinali stupefacenti a base di ossicodone, un potente antidolorifico oppioide utilizzato in ambito
sanitario per trattare dolori intensi, spesso legati a patologie oncologiche o croniche. Farmaci di questo
tipo, prescrivibili solo con ricetta speciale, sono estremamente delicati perché il loro effetto, superiore a
quello della morfina, può portare facilmente a dipendenza e abuso. Non a caso risultano molto richiesti
anche nel mercato illecito, dove vengono assunti impropriamente per gli effetti euforizzanti che possono
provocare.
Gli accertamenti successivi hanno permesso di ricostruire il meccanismo con cui gli indagati si
approvvigionavano di questi medicinali attraverso la presentazione di ricette contraffatte e l’uso di falsi
documenti di identità, riuscivano a rifornirsi presso farmacie delle province di Roma e Latina. Nel
periodo monitorato, compreso tra ottobre 2023 e febbraio 2024, sarebbero state sottratte circa duemila
compresse, poi rivendute sul mercato nero a circa 15 euro l’una, per un profitto illecito stimato in oltre 30
mila euro.
L’inchiesta ha inoltre svelato un ulteriore livello di attività delittuosa. Alcuni membri della rete non si
limitavano al traffico di farmaci oppioidi, ma si occupavano anche di spaccio di cocaina, creando un
doppio canale di distribuzione. Grazie a intercettazioni telefoniche, ambientali e videoriprese, i
Carabinieri del NAS hanno potuto delineare assetti e gerarchie, documentando l’esistenza di un gruppo
strutturato e in grado di muoversi contemporaneamente su due fronti: da un lato la distribuzione di
antidolorifici ad alto potenziale di abuso, dall’altro lo smercio di cocaina sul territorio.
Secondo quanto emerso, l’organizzazione non solo garantiva ingenti profitti agli indagati, ma
rappresentava anche un pericolo concreto per la salute pubblica. La diffusione incontrollata di questi
farmaci, pensati per un uso strettamente medico e riservato a casi gravi, espone infatti a seri rischi di
dipendenza, overdose e danni irreversibili per chi li assume senza la supervisione di un medico.
Nel corso delle perquisizioni eseguite contestualmente all’operazione, i Carabinieri hanno sequestrato
diversi elementi ritenuti di rilievo investigativo. In particolare, sono stati rinvenuti diverse circa 25
grammi di sostanza stupefacente del tipo hashish e diverse dosi di marijuana, ricette mediche false
prescriventi farmaci a base di ossicodone, varie confezioni di farmaci ad azione stupefacente, oltre a un
telefono cellulare e un personal computer sui quali erano stati individuati file destinati alla redazione di
prescrizioni contraffatte.
Su un iPhone, invece, i militari hanno trovato immagini riconducibili a un
documento d’identità falso, utilizzato presumibilmente per l’approvvigionamento illecito dei medicinali.
Il complesso dei sequestri conferma l’articolazione dell’attività criminosa, che non si limitava alla
falsificazione documentale e al commercio illecito di farmaci ad alto rischio di abuso, ma si
accompagnava anche alla detenzione di sostanze stupefacenti di vario tipo, delineando un quadro
complessivo di pericolosità e allarme sociale.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per gli indagati vale il principio di non
colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art 27 della Costituzione.













