L’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS, in una sezione del suo sito web con domande e risposte su mascherine e guanti, stravolge quanto era raccomandato sino ad oggi da esperti: “L’OMS non raccomanda l’uso di guanti da parte delle persone, in comunità. L’uso di guanti può infatti “aumentare il rischio di infezione, dal momento che può portare alla auto-contaminazione o alla trasmissione ad altri quando si toccano le superfici contaminate e quindi il viso”. Pertanto, in luoghi pubblici come i supermercati, oltre al distanziamento fisico, l’OMS raccomanda l’installazione di distributori di gel igienizzante per le mani all’ingresso e all’uscita. Migliorando ampiamente le pratiche di igiene delle mani, i Paesi possono aiutare a prevenire la diffusione del nuovo coronavirus. L’OMS raccomanda comunque sempre di contattare le autorità locali sulle pratiche da seguire nella propria area. Da parte sua il Ministero della Salute sul suo sito ufficiale scrive: “L’uso dei guanti, come quello delle mascherine, aiuta a prevenire le infezioni ma solo a determinate condizioni. Diversamente, il dispositivo di protezione può diventare un veicolo di contagio. L’Istituto Superiore di Sanità – ISS ci fornisce le indicazioni per un loro utilizzo corretto, eccole. Sì ai guanti a patto che: non sostituiscano la corretta igiene delle mani che deve avvenire attraverso un lavaggio accurato e per 60 secondi; siano ricambiati ogni volta che si sporcano ed eliminati correttamente nei rifiuti indifferenziati; come le mani, non vengano a contatto con bocca naso e occhi; siano eliminati al termine dell’uso, per esempio, al supermercato; non siano riutilizzati. Dove sono necessari? In alcuni contesti lavorativi come per esempio personale addetto alla pulizia, alla ristorazione o al commercio di alimenti. Sono indispensabili nel caso di assistenza ospedaliera o domiciliare a malati.