“Ancora una volta siamo costretti a denunciare una gestione superficiale e approssimativa da parte dell’Amministrazione comunale. Una gestione che, rischia di compromettere la corretta realizzazione di un’opera importante come la cosiddetta “area mercato” di Suio Forma. Sin dall’inizio abbiamo segnalato alcune perplessità sull’iter autorizzativo, rilevando irregolarità che riteniamo gravi e che derivano dalla mancata acquisizione delle necessarie autorizzazioni paesaggistiche e archeologiche. Lo abbiamo fatto non per ostacolare l’opera, ma al contrario per evitare che errori procedurali possano generare problemi ben più seri in futuro, mettendo a rischio un progetto che dovrebbe rappresentare un valore per tutto il territorio.
Le domande che abbiamo posto tramite interrogazione erano chiare, circostanziate e formulate con senso di responsabilità istituzionale. Purtroppo, la risposta pervenuta non solo conferma le criticità da noi sollevate, ma continua a non chiarire gli aspetti più rilevanti dal punto di vista urbanistico, paesaggistico e procedurale. Un riscontro che appare incompleto e non coerente né con il quadro normativo vigente né con la realtà dei fatti.
Sarebbe bastato chiedere un parere agli organi regionali competenti, adottando un approccio prudente e rispettoso delle norme. Invece, con ostinazione e presunzione, si è preferito procedere senza le dovute verifiche, esponendo l’opera – e l’Ente – a possibili contestazioni future.
1. Incongruenze tecniche e interpretazioni arbitrarie
L’intervento realizzato presenta opere con carattere di stabilità e modifiche permanenti del suolo.
La pavimentazione definitiva non è stata realizzata, ma l’area è stata livellata e coperta con brecciolino, mentre prima ospitava un aranceto.
Per questo riteniamo errata la classificazione riportata dall’Ufficio Tecnico: il punto A.16 del D.P.R. 31/2017 riguarda esclusivamente installazioni temporanee e totalmente prive di opere edilizie o interventi che modifichino lo stato dei luoghi.
Non è questo il caso, e ignorarlo significa creare incertezza e potenziali problemi futuri.
2. Presenza di vincoli paesaggistici e archeologici
Dalle tavole ufficiali del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale del Lazio (PTPR – Tavola B) emerge chiaramente che l’area in questione è totalmente vincolata.
I vincoli insistenti comprendono:
Vincolo paesaggistico ex art. 136 D.Lgs. 42/2004;
Punti e linee archeologiche;
Aree archeologiche tipizzate;
Aree naturali protette, agro identitario e zone boscate;
Usi civici, zone umide, vincolo geomorfologico;
Riferimento al PTP 1512 – Paesaggio regionale.
La presenza di tali vincoli implica l’obbligo, previsto dall’art. 146 del D.Lgs. 42/2004, di acquisire preventivamente l’autorizzazione paesaggistica e il parere vincolante della Soprintendenza.
Nulla di ciò risulta essere stato fatto.
Proprio per evitare problematiche successive – come sospensioni, richieste di ripristino o responsabilità contabili – avevamo chiesto chiarimenti.
3. Il punto centrale: non l’uso attuale, ma l’iter seguito
Non contestiamo l’attuale fruibilità dell’area.
La nostra osservazione riguarda il procedimento.
L’Amministrazione avrebbe dovuto acquisire tutte le autorizzazioni prima dell’inizio dei lavori, come prescrive la normativa.
La loro assenza costituisce una violazione procedurale, con potenziali ricadute sulla legittimità dell’intervento e sulla responsabilità amministrativa.
Il nostro intervento è stato animato unicamente dalla volontà di evitare che l’opera, realizzata con risorse pubbliche, possa un domani essere oggetto di rilievi, contestazioni o addirittura di richieste di ripristino per irregolarità formali.
4. Possibili conseguenze
Realizzare opere in area vincolata senza autorizzazione può determinare:
illegittimità del procedimento;
responsabilità disciplinari e contabili per i funzionari;
possibile danno erariale in presenza di fondi pubblici;
obblighi di regolarizzazione da parte degli enti di vigilanza.
Anche in questo caso, il nostro intento era ed è quello di evitare tutto ciò, preservando l’opera e tutelando l’Ente.
Abbiamo documentazione ufficiale – estratti del PTPR Tavola B – che dimostra senza alcun dubbio la presenza del vincolo, e siamo pronti a consegnarla.
Conclusioni
Alla luce dei fatti, riteniamo che l’intervento realizzato in località Suio Forma sia stato eseguito senza le obbligatorie autorizzazioni paesaggistiche e archeologiche, in un’area sottoposta a vincolo secondo la pianificazione regionale.
Una situazione che poteva essere evitata adottando maggiore prudenza, ascolto e rispetto delle norme.
Questa vicenda non è solo un errore tecnico: è il risultato di una gestione miope, autoreferenziale e distante dal bene comune.
Ed è proprio per difendere il bene comune che abbiamo scelto di interessare il gruppo Regionale del PD per valutare la presentazione di una interrogazione specifica, per prevenire problemi, non per crearne; per proteggere l’opera, non per ostacolarla; per tutelare il territorio e l’Ente, non per alimentare polemiche.
Oggi più che mai è necessario che la comunità si mobiliti per costruire un progetto credibile nell’esclusivo interesse della rinascita e dello sviluppo per Castelforte.” Lo comunicano in una nota i Consiglieri Comunali del Partito Democratico
Rosato Giuseppe
Cardillo Giancarlo
Il Segretario PD Castelforte
Orlandi Ferdinando













