Alla vigilia dell’evento del movimento 6000 Sardine Formia ai media tramite l’avvocato Patrizia Menanno è stato inviato il comunicato che riportiamo fedelmente e integralmente ad apertura del servizio: “In tanti hanno lavorato perché anche il Sud Pontino, dimenticato dalle politiche latino-romanocentriche, sabato 21 dicembre possa manifestare il proprio pacifico dissenso verso un metodo politico distante dai bisogni delle popolazioni, un metodo politico consumato ed autoreferenziale, molto lontano dal modello di “servizio” che dovrebbe connotarlo. In prima linea domani l’ANPI e poi giovani, donne, anziani di tutti i Comuni della periferia della nostra Provincia, per unirsi al canto di Bella Ciao e chiedere che la politica torni ad essere seria, concreta ed educata.

Sì perché la rozzezza e la volgarità hanno stancato noi “sardine”, così come le promesse mai mantenute che hanno fatto del Sud Pontino “un’isola” non felice, aggravata dalla crisi economica e dalla presenza delle mafie, dalla carenza di infrastrutture e di progetti, infestata da gestori di servizi pubblici essenziali che vessano i cittadini senza nulla dare in cambio, da una sanità che non è in grado di salvaguardare la salute dei cittadini. Tutto ciò concretizza innumerevoli violazioni della nostra Carta Costituzionale e vanifica la morte di tanti eroi, dai partigiani ai servitori dello Stato! Chi è d’accordo non potrà non esserci. Bisogna uscire fuori dalle case e dalle lamentele ai bar, in piazza o sui social e, fisicamente, dare il senso di una protesta misurata nei contenuti e nei modi ma determinata.

Patrizia Menanno

Vi aspettiamo in Piazza Vittoria alle ore 18!” L’avvocato Patrizia Menanno ha una storia di impegno civile e come esponente del Partito Democratico, ora punta sul messaggio mediatico delle sardine. Le condizioni climatiche non sono state favorevoli all’evento anche se fortunatamente per loro durante la mobilitazione non ha piovuto. Gli organizzatori contano presenze che secondo i conteggi vanno da un minimo di duecento a un massimo di trecento. Possiamo dire una media di duecentocinquanta persone. Certamente al di là degli slogan bisogna che si faccia chiarezza su dove vuole andare il Movimento delle Sardine e su coloro che intendono traghettarlo. È dovere di un giornalista serio e imparziale fornire ai lettori i maggiori elementi per giudicare i fatti e gli avvenimenti. Molto scetticismo è stato espresso dalla stampa italiana in edicola lunedì 16 dicembre, all’indomani dell’assemblea degli organizzatori nazionali del movimento. Riportiamo stralci dalle notizie pubblicate dal quotidiano capitolino Il Messaggero, che non è certo un giornale di centrodestra. A tanti non è piaciuto il vertice tenuto a Roma dai leader del movimento nel palazzo Spin Time Labs occupato da “illo tempore”, accogliendo l’invito di Andrea Alzetta, meglio noto come Tarzan, leader del movimento di lotta per la casa Action, con una lunga sfilza di denunce a suo carico (e una condanna per violenze aggravate) e di Paolo Perrini, altro capo del palazzo occupato e sottratto nell’ottobre 2013 al Fondo Immobili Pubblici. Perrini segue la parte redditizia del ristorante e discoteca sorti all’interno dello stabile, che vanta una morosità per fornitura di energia elettrica di 300.000 euro al maggio 2019.

L’esponente di sinistra Amedeo Ciaccheri sollecitò a suo tempo anche la Santa Sede e intervenne per riallacciare la corrente l’elemosiniere vaticano Mons. Konrad Krajewski; ma dopo il nobile gesto nessuno provvide a pagare la morosità. L’esponente del M5S Luigi Di Maio l’ha definita una falsa partenza. Ma alcuni dubbi sono stati espressi da diversi analisti politici: l’obiettivo di coloro che muovono le fila non è semplicemente attaccare la Lega, ma lo stesso M5S, il movimento che sorse al grido di “onestà, onestà”. Le Sardine potrebbero sostituirlo nel cuore degli elettori che ora vedono il M5S come un qualsiasi partito di governo. E ancora sarebbe interessato lo stesso premier Giuseppe Conte, pronto a sostituire Luigi Di Maio come leader del M5S. E ancora con le Sardine amoreggiano CGIL e PD, ognuno in modo diverso. Tutti dicono che l’importante è non porre il cappello politico sul movimento ma è praticamente impossibile che ciò non avvenga. Sarà fatto da coloro che valuteranno i vantaggi superiori ai possibili svantaggi. Basta attendere.