Formia, Festival Vitruviano – Il 3 giugno alle ore 12.00 primo appuntamento espositivo – La mostra Mensura et Imago nasce da un percorso creativo che unisce lo studio dell’eredità
vitruviana con l’espressione artistica contemporanea. Gli studenti, guidati da un’attenta riflessione
sulle proporzioni, sulla figura umana e sull’architettura classica, hanno rielaborato questi temi con
linguaggi attuali, vivaci e personali.
- La misura come fondamento della bellezza
Alla base del progetto c’è l’idea che la bellezza possa nascere dalla misura, dall’equilibrio tra le
parti, dalla ricerca di una forma che contenga senso. Il modulo vitruviano — simbolo dell’armonia
tra uomo, natura e architettura — è stato il punto di partenza per riflettere su proporzione e
relazione. - Il Modulor: da Vitruvio a Le Corbusier
Nel mondo dell’architettura, da sempre si cerca di costruire spazi belli, utili e proporzionati. Già
nell’antica Roma, Vitruvio aveva indicato tre principi fondamentali per l’architettura: solidità,
funzionalità e bellezza.
Più di duemila anni dopo, Le Corbusier ha ripreso questi concetti, ideando il Modulor, un sistema di
misura basato sulle proporzioni del corpo umano e sulla sezione aurea. Il Modulor rappresenta un
uomo stilizzato con un braccio alzato: da lì derivano misure per progettare edifici armoniosi e “a
misura d’uomo”.
Nel nostro laboratorio, gli studenti hanno ricostruito e reinterpretato il Modulor per capire come il
corpo umano possa ancora oggi essere un modello per costruire spazi migliori. Anche noi possiamo
imparare a “misurare il mondo” partendo da noi stessi. - Il corpo come centro del mondo
Gli studenti hanno indagato la figura umana come unità di misura e come simbolo. Un corpo che è
immagine, ma anche struttura e racconto. Le opere mostrano corpi stilizzati, reinterpretazioni
dell’Uomo Vitruviano, geometrie vive e facciate che uniscono rigore e fantasia. - Un dialogo tra regola e libertà
La mostra è un esercizio di pensiero visivo, dove simmetria, ritmo, pieni e vuoti non sono solo
regole compositive, ma strumenti per interrogare il rapporto tra spontaneità e consapevolezza. La
misura diventa gesto, il canone si trasforma in invenzione. - L’influenza contemporanea
Le opere di Agostino Iacurci, con la loro essenzialità e forza visiva, hanno offerto un riferimento
utile per tradurre concetti antichi in forme nuove. I suoi lavori hanno ispirato una riflessione sullo
spazio, sul colore e sulla costruzione della figura, senza essere imitati, ma liberamente reinterpretati. - Un’arte che costruisce visione
Attraverso l’uso della tempera acrilica, ogni studente ha trasformato l’esperienza in immagine. Il
processo creativo ha portato alla nascita di facciate pop, colonne reinventate, architetture interiori.
Le opere raccontano non solo un esercizio tecnico, ma una visione del mondo in formazione.
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Conclusione
Mensura et Imago non è una semplice esposizione di elaborati scolastici: è un esercizio di pensiero
visivo, un primo passo nella comprensione profonda dell’arte come atto di equilibrio tra ciò che
siamo e ciò che desideriamo costruire.
In questo spazio espositivo, il pensiero di Vitruvio non è solo studiato, ma vissuto, trasformato,
ricreato.
La mostra si fa così ponte tra il mondo antico e la sensibilità del presente, in un dialogo aperto tra
arte, storia e visione.
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Appendice espositiva: didascalie generiche
Da stampare e affiancare alle opere in mostra: - Colonne rivisitate
“La colonna classica si reinventa: tra equilibrio strutturale e libertà espressiva, prende forma
una nuova idea di architettura”. - Uomo Vitruviano reimmaginato
“L’uomo al centro del mondo, ma in dialogo con il presente: proporzione, colore, identità”. - Facciate Pop
“L’architettura antica incontra l’estetica contemporanea: Vitruvio in versione pop, tra icona e
ironia”. - Geometrie in movimento
“Linee, cerchi, figure: ciò che era canone diventa danza. La misura si fa gesto”. - Colore e simmetria
“Una grammatica visiva fatta di armonia e immaginazione. Tra Vitruvio e visione personale”.