A quattro anni di distanza dalle elezioni comunali dell’ottobre 2021, i numeri di allora tornano utili per leggere il presente e, soprattutto, immaginare gli equilibri futuri. L’ultimo confronto diretto tra Gianluca Taddeo e Amato La Mura, deciso per appena 38 voti (7.498 contro 7.460), fotografa un elettorato estremamente frammentato e sensibile ai movimenti interni dei blocchi civici e partitici.
Nel primo turno del 2021, Gianluca Taddeo aveva ottenuto 7.507 voti personali, con un consenso di coalizione di 7.686 voti, sostenuto da sei liste: “Taddeo per Formia” (2.692), “Forza Italia” (1.990), “Fratelli d’Italia” (1.534), “Formia Periferie al Centro” (712), “Gruppo Civico Formia Vinci” (528) e “Anima Popolare per una Formia Migliore” (230).
Una formula ampia, capace di tenere insieme i partiti tradizionali del centrodestra e il civismo moderato. In prospettiva, la sfida per l’attuale sindaco sarà ricompattare la base mantenendo un equilibrio tra identità politica e apertura alle liste civiche, ormai indispensabili nel tessuto elettorale formiano.
Dall’altra parte, Amato La Mura si era fermato a 5.627 voti al primo turno, sostenuto da quattro liste civiche di varia estrazione: “Prima Formia” (2.856 voti), “Formiamo il Futuro” (1.372 voti), Guardare Oltre (887 voti), Resurgo (869 voti). Il dato suggerisce un blocco elettorale meno identitario ma più inclusivo, potenzialmente in grado di attrarre nuovi soggetti civici o componenti dell’area di centrodestra se coordinato in modo unitario.
Il centrosinistra ufficiale, rappresentato da Luca Magliozzi, totalizzò 3.437 voti personali (2.958 di coalizione), sostenuto da “Partito Democratico” (1.866 voti), “Forum Formia Futura Uniti a Sinistra” (714) e “Demos” (378).
Numeri modesti rispetto al potenziale storico del PD sul territorio, segno di una frammentazione interna e della difficoltà di proporsi come polo di sintesi. In prospettiva, il partito dovrà decidere se riconfluire in un progetto civico più ampio o tentare una ricostruzione identitaria autonoma.
L’ex sindaca Paola Villa, con 2.131 voti personali e 1.736 di coalizione, sostenuta da tre liste tra cui il Movimento 5 Stelle, rappresentava allora un’area di dissenso trasversale, alternativa sia al centrodestra che al centrosinistra. Oggi, con il M5S in cerca di una nuova identità locale, non è escluso un riavvicinamento tattico al campo progressista o la nascita di un nuovo polo civico autonomo.
Infine, Gianfranco Conte (1.799 voti) intercettava una componente di elettorato liberale e autonomista appoggiato da tre liste, Formia Con Te (751 voti), Nuova Area (424 voti) e Progetto Democratico Formia 4.0 (210).
Maurizio Costa, ex candidato sindaco, che da sempre muove circa 2.000 voti nella città di Formia, decise di non scendere in campo nell’ultima votazione lasciando il suo elettorato libero. Un ago della bilancia che pesa in uno scenario così frammentato.
Guardando alle prossime elezioni comunali, le ipotesi principali sembrano quattro:
- Riconferma del modello Taddeo, con una coalizione di centrodestra civico-partitica, ma con l’incognita della tenuta di Forza Italia e delle liste civiche minori.
- La coalizione di La Mura potrebbe catalizzare nuove alleanze per dar vita a una coalizione trasversale e competitiva.
- Polo civico-progressista unito, che possa riunire l’area di Paola Villa, Magliozzi e parte del M5S, con un candidato condiviso e una piattaforma programmatica rinnovata.
- Nuovo terzo polo civico, alimentato dal dissenso trasversale e dalla spinta dei comitati territoriali, in grado di intercettare il voto di protesta e l’astensionismo.
In uno scenario politico in evoluzione e con un corpo elettorale sempre più fluido, il fattore decisivo sarà la capacità di costruire alleanze solide e credibili sul territorio, più che la mera forza dei singoli simboli.













