Il professor Supino sulla sinistra con l'autore
  • Chiedo all’amico e Maestro Peppino:
  • Lei è un artista figurativo, ma la figurazione non era stata data più volte morta?

La mia espressione artistica, il mio rapporto serio e privilegiato con le tecniche di realizzazione vogliono dirti della mia dedizione all’arte figurativa, attraverso la pittura, la grafica, l’immagine e il segno. Tutto il mio percorso artistico è basato sullo studio dell’arte figurativa: un processo vitale che ha solide basi nei grandi Maestri e nell’incessante lettura delle loro opere, per comprenderne fino in fondo il linguaggio e rinnovarlo nella mia personale, inesausta, minuziosa ricerca espressiva. In questa mostra, ho trattato temi e soggetti dei quali non siamo più abituati a parlare, dei quali portiamo dentro di noi ricordi che non trovano il nesso con la banale quotidianità, dove tutto scorre, tutto sfugge, dove tutto si muove e niente si muove, dove tutto è fatto per adesso e niente è fatto per dopo, dove tutto è fuori dai cardini, dove tutto è in funzione di… La mia espressione artistica non è in funzione di… , è un racconto della vita dell’uomo, dei suoi sentimenti, una continua, seria e disinteressata ricerca dell’altro. Essa è connotata dalla tensione all’autoperfezionamento, tante volte così dolorosamente evidente da far respirare con spasmo, mentre il mondo che da essa emerge è bello perché è vero, perché non urla e non vuole parlare a tutti i costi, ma è lì, davanti a te restituito alla tua personale sensibilità e partecipazione. La stessa ricerca dei soggetti è intrisa della lunga e silenziosa elaborazione della scelta di cosa e come restituire al tuo sguardo, per farti rivivere ed evocare immagini ed atmosfere con un linguaggio dimesso e semplice, ma nello stesso tempo comprensibile, curato, consacrato all’arte e all’uomo.

Nemmeno il giorno in cui Kandinsky ha annunciato la nascita dell’astrazione che è, in fondo la continua allusione a un mondo di immagini.

Le emozioni necessitano dell’identificazione con qualche cosa di concreto. Come l’amore con l’oggetto amato. Anche se la più astratta dell’arte, la musica, mette in scena, attraversa l’evocazione, rappresentazioni interiori.

 

  • Pure i sogni sono fatti di immagini?

 E’ il realismo magico lo conferma.

 

  • Come spiega la nuova fortuna della figurazione?

Con un intimo, diffuso bisogno di riconoscibilità quale risposta a un mondo ad alto tasso virtuale. Nella tecnica si cerca invece la mano, il gesto quale carezza, la rassicurante presenza dell’uomo. Il tatto non è solo nei polpastrelli, anche nello sguardo.

 

  • Si misura la bellezza?

Si con il metro dell’armonia, equilibrio tra forme e contenuto, emozione di un’energia mistica che si fa contemplazione, preghiera. Non illuminazione, bensì, il frutto di fatica, applicazione e ricerca,

 

  • Il compito della pittura?

Emozionare.

 

  • Quando un’opera d’arte può dirsi veramente riuscita?

Quando risponde ad un intimo senso di necessità del suo autore, ma soprattutto quando trasmette emozioni, vibrazioni interiori.

 

  • Cosa può dirci delle sanguigne?

Dopo la celebrazione dei colori e della loro capacità di emozionare ecco l’assenza di colori (o meglio dietro questa riduzione al minimo della tavolozza) non si nasconde mai un annullamento delle emozioni bensì, essa essendo di grande impatto visivo, si può apprezzare meglio la tecnica, creare spazi, identificare superfici, volumi. Il segno della sanguigna è in grado di suggerire colori e rapporti tonali e, poiché esso è silenzioso e assorto, morbido e pastoso, soffice e denso. Esprime attraverso la sua plasticità e la sua modulazione a volte cielo a volte carne , terra, mare, fronde. E’ un vero esercizio di stile.

 

  • Colpiscono nelle sue opere soprattutto gli occhi e le mani.

Si, i miei personaggi hanno una storia scritta in faccia, mentre le loro espressioni, gli occhi in particolare, rispondono a stimolazioni sia fisiche che spirituali.

 

  •  E i gabbiani?

Nelle loro collocazione spaziale emergono per qualità specifiche dei loro corpi sinuosi.