Gaeta – Sulle orme di Dracula – Oggi lo scoprimento di una stele – A distanza di un anno quando nell’ Aula del Consiglio Comunale vi fu un
incontro e la proiezione di un docu-film “Vampiro Per Caso, La Vera Storia Di
Dracula” torna a Gaeta una delegazione rumena per continuare ad approfondire
possibili legami tra la figura storica di Vlad Tepes, il principe della Valacchia noto
come Dracula e la città del golfo.
ll mito di Dracula passa anche da Gaeta. Il famoso vampiro protagonista del celebre
romanzo di Bram Stoker “Il Conte Dracula”, è stato nella realtà principe della
Valacchia, astuto militare e politico rumeno. Il suo nome era Vlad III di Valacchia ed
è riconosciuto е venerato oggi come eroe popolare in Romania, così come in altre
parti d’Europa, per aver protetto la popolazione rumena sia a sud sia a nord del
Danubio contro le invasioni ottomane tra il 1454 ed il 1476. Vlad nacque in
Transilvania nel 1431. Era appartenente all’Ordine del Drago, un ordine cavalleresco
del Sacro Romano Impero Germanico nato per contenere il potere
dell’Impero ottomano.
Il termine “dracula” o “drăculea” gli deriva dal padre, Vlad II
Dracul, il quale fu il primo della dinastia ad aderire all’Ordine del Drago. Nel 1462, in
netta inferiorità numerica e di armamenti, Vlad riuscì a sconfiggere il sultano
Maometto II.
La vittoria venne celebrata in Transilvania, dagli stati italiani e dal Papa; Vlad
divenne così famoso per le sue imprese militari. In realtà divenne famoso anche per
il terrore che incuteva nel nemico, adottando pratiche molto crudeli come le
“impalature”.
L’Ordine del Drago era presente ed operante anche nella penisola italiana; uno dei
rappresentanti più autorevoli era il cavaliere Enrico Caracciolo De Rossi, morto a
Gaeta tra l’inizio e la metà del XV secolo sotto il regno aragonese. Il sarcofago del
Caracciolo fu conservato, ed ancora oggi visibile, nel complesso della Santissima Annunziata. Ai lati del sarcofago è ancora oggi ben visibile lo stemma dell’Ordine del
Drago.
Nel 1673 venne affidato all’architetto e scultore napoletano, Dionisio Lazzari, la
decorazione barocca del Santuario della Santissima Annunziata. Tra i vari interventi
realizzati ci fu anche il nuovo portale d’ingresso della famosa “cappelletta d’oro”. In
cima alle colonne del portale, e sotto lo stemma centrale, il Lazzari realizza il volto di
un uomo, somigliante a Vlad. E’ possibile che possa essere stato realizzato proprio in
onore del cavaliere Caracciolo, il cui sarcofago era conservato in quel complesso?
Inoltre appare ancora incerto il motivo per cui, verso la fine del XVI secolo, la
batteria superiore al Santuario della Santissima Trinità, sul Monte Orlando, fu
denominata “Transilvania”.
Secondo recenti ricerche storiche Vlad non morì in Romania, ma sarebbe stato fatto
prigioniero dagli ottomani e poi riscattato dalla figlia (Maria Balsa), che lo avrebbe
poi portato in salvo in Italia. Secondo questa versione, il corpo di Vlad sarebbe
sepolto a Napoli, nella chiesa di Santa Maria la Nova. Maria Balsa sarebbe infatti
vissuta in Italia, sposata con Giacomo Alfonso Ferrillo, nobile italiano, conte di
Acerenza e Muro.
Domani martedì 7 ottobre alle ore 11.00 verrà posizionata una stele in via
Annunziata (di fronte la Cappella d’oro) alla presenza di una delegazione della
Società per gli studi medievali e la valorizzazione storica (SMV) di Ploiești (il dott.
Cristian Tufan, Beatrice Gajman, Iana Nicolae, Ion Teleanu, Georgiana Mioara, la
squadra televisiva di Ploiești RN–Antena 3, insieme a Giuseppe Reale e Mircea
Cosma, presidente di SMV Ploiești considerato uno dei maggiori studiosi del principe
Vlad Tepes, Lello Glinni ricercatore che ha condotto ricerche storiche approfondite
su questi temi.)













