Giornate FAI d’autunno. Sabato 11 e domenica 12 ottobre 2025 Visite a contributo libero. Apre anche a Gaeta

Giornate FAI d'autunno. Sabato 11 e domenica 12 ottobre 2025 Visite a contributo libero. Apre anche a Gaeta - Oltre 700 luoghi eccezional

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Giornate FAI d’autunno. Sabato 11 e domenica 12 ottobre 2025 Visite a contributo libero. Apre anche a Gaeta – Oltre 700 luoghi eccezionali, solitamente non visitabili, poco conosciuti e lontani dai consueti itinerari
turistici, saranno protagonisti delle Giornate FAI d’Autunno 2025, in programma sabato 11 e domenica 12
ottobre in 350 città, da nord a sud della Penisola. Torna per la quattordicesima edizione il grande evento di
piazza che il FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni autunno al patrimonio culturale e
paesaggistico del nostro Paese: una festa diffusa – organizzata dalle Delegazioni FAI e dai Gruppi FAI sul
territorio, con l’importante partecipazione dei giovani volontari – che conferma l’impegno della Fondazione nel
promuovere presso la cittadinanza, più larga possibile, la conoscenza del patrimonio, ricchissimo e variegato,
di storia, arte e natura del nostro Paese, per favorirne la tutela e la valorizzazione con il contributo di tutti, e
così svolgere la sua missione di educazione culturale e civica (elenco dei luoghi aperti e modalità di visita
consultabili su www.giornatefai.it).

Partecipare alle Giornate FAI d’Autunno non è solo un’occasione per scoprire
e per godere del patrimonio che ci circonda, ma anche un modo concreto per contribuire alla sua cura e alla
sua valorizzazione attraverso l’attività del FAI; ad ogni visita si potrà sostenere, infatti, la missione della
Fondazione con una donazione.
L’edizione di quest’anno – occasione speciale per celebrare i cinquant’anni dalla nascita del FAI, fondato nel
1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – è stata presentata oggi a
Roma, al Viminale, che sarà straordinariamente visitabile in occasione dell’evento (solo domenica 12 ottobre,
su prenotazione). Voluto da Giovanni Giolitti come sede dell’Esecutivo, il palazzo – progettato nel 1911
dall’architetto Manfredo Manfredi – unisce il ricordo della Roma dei Cesari con il gusto monumentale del periodo
ed è oggi sede del Ministero dell’Interno.

Un’apertura che ben rappresenta la missione culturale che la
Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella
valorizzazione di tanti luoghi speciali e nel coinvolgimento attivo di sempre più persone con lo scopo di
educarle all’amore, alla conoscenza, alla tutela e al godimento del patrimonio storico, artistico e paesaggistico
d’Italia.
“Le Giornate del FAI rappresentano da decenni una sorta di alleanza esemplare e feconda tra cittadini virtuosi:
quelli che hanno una sincera voglia di conoscere e approfondire la storia e le vicende di questo nostro
straordinario paese, e gli altri loro concittadini – in questo caso le migliaia di ferventi volontari del FAI – che tali
proposte immaginano e dispongono perché possano essere, due volte ogni anno, il contenuto di una civile e
variegata offerta culturale. Li unisce un comune progetto dove si semina assieme per un futuro migliore; dove sia
chi dà che chi riceve – cioè entrambi – svolgono quel ruolo sussidiario a fianco a quello delle istituzioni pubbliche
che fa bene a tutti, che fa bene al Paese.

Il FAI offre un’opportunità di conoscenza e quindi di crescita; i cittadini,
raccogliendo e accettando questa proposta, offrono con la loro partecipazione quella indispensabile forza per
continuare a realizzarla, ma anche e soprattutto il sostegno necessario per portare avanti la nostra missione, in
particolar modo scegliendo di iscriversi alla nostra Fondazione. Le Giornate del FAI sono una buona novella che
felicemente, tra tante notizie spaventose, si ripete. Non risolve certo i problemi del mondo ma lenisce il nostro
dolore quotidiano e ci ridà un poco di speranza verso la possibilità di una convivenza civile; con un’alleanza tra
simili che semina pace”, ha dichiarato il Presidente del FAI Marco Magnifico.

Tra i 700 luoghi che la Fondazione aprirà in tutta Italia nel fine settimana delle Giornate d’Autunno, alcuni dei
quali riservati agli iscritti FAI e a chi si iscriverà in occasione dell’evento, sono moltissime le categorie
rappresentate: a stupire i visitatori saranno dimore e palazzi storici, chiese, parchi e giardini, siti di archeologia
industriale, aree militari, sedi istituzionali, collezioni d’arte, teatri e borghi, ma anche luoghi iconici
dell’architettura contemporanea, laboratori del fare, case private, beni insoliti e curiosi. Non mancheranno
aperture di grande valore civile ed educativo e un’attenzione particolare verrà riservata alla tutela
dell’ambiente e dell’acqua, alla sostenibilità e al racconto di esempi virtuosi di riuso adattivo, che vede il
recupero, con nuove funzioni, di edifici e spazi dismessi, trasformati in nuove risorse per la comunità, pur
mantenendo la loro identità storica.


Le Giornate FAI d’Autunno sono organizzate nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi
“Ottobre del FAI”, attiva per tutto il mese. A chi desideri partecipare all’evento verrà suggerito un contributo
libero, che andrà a sostegno della missione e dell’attività della Fondazione.
Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143,
c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). Partecipare alla visita con una donazione significa sostenere la
missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Ogni Iscritto al FAI e chi si iscriverà
per la prima volta durante l’evento potrà beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture dedicate.
Sottoscrivere la tessera FAI significa diventare parte di un grande progetto e rappresenta un atto d’amore per l’Italia.
Ecco alcune delle aperture più interessanti nel Lazio:


ROMA
Dal Viminale a S. Lorenzo in Panisperna
Apertura solo domenica 12 ottobre, visite su prenotazione
La visita nella Giornata FAI a Palazzo del Viminale comporterà la presentazione di un documento di identità
all’ingresso e l’accettazione al trattamento dei dati personali esclusivamente per motivi di sicurezza.
Per le Giornate FAI d’Autunno 2025 aprirà eccezionalmente il Palazzo del Viminale, sede del Ministero dell’Interno
dal 1961, con un percorso che porterà, attraverso ambienti maestosi, fino alla Sala del Consiglio. L’edificio venne
concepito da Giovanni Giolitti, che nel 1911 commissionò il progetto all’architetto Manfredo Manfredi, per ospitare
l’Esecutivo. Manfredi, ispirandosi alla classicità, fuse gli stilemi architettonici della Roma dei Cesari con il gusto
monumentale dell’epoca. I lavori si protrassero fino al 1923 e il palazzo fu inaugurato ufficialmente il 9 luglio 1925.
Dopo aver ammirato l’importante piazza con vasca, antistante il palazzo, e la grandiosa facciata, il pubblico delle
Giornate FAI potrà accedere al vestibolo, coperto da un soffitto ricco di intagli, e potrà giungere, attraverso sontuose
gallerie dotate di grande vivacità cromatico-materica, nella Sala Roma, dove un perfetto ordine architettonico esalta il
soffitto con il ciclo pittorico decorativo dell’Italia Vittrice e le Attività del Genio Italico, opera eseguita dal romano
Rodolfo Villani nel 1921-1922. Di fronte si trova la Sala del Consiglio, cuore nevralgico del palazzo: un elegante
pavimento e pareti rivestite incorniciano un soffitto ligneo impreziosito dalle decorazioni pittoriche di Giulio
Bargellini, che rappresentano le allegorie della forza, della poesia, dell’autorità e della sapienza.

La visita proseguirà,
attraverso un percorso interno, alla Chiesa di S. Lorenzo in Panisperna, costruita nell’VIII secolo nel luogo, secondo la
tradizione, del martirio del santo sulla graticola e oggi raramente aperta. La chiesa attuale risale al 1565-74, ma la
maggior parte della decorazione interna risale alla metà del ‘700. All’interno, sul soffitto del presbiterio, si potrà
ammirare una delle più grandi pitture parietali di Roma, l’enorme affresco del manierista Pasquale Cati, del 1591,
raffigurante il martirio di San Lorenzo, e si visiterà la cripta detta “forno”. Nella chiesa si trova, infine, il sarcofago in
marmo dove nel 1373 fu sepolta Santa Brigida, figura centrale del cristianesimo scandinavo e compatrona d’Europa
dal 1999, prima che il suo corpo fosse riportato in Svezia, suo paese d’origine.
Si ringrazia per l’autorizzazione all’apertura al pubblico nonché ad eseguire scatti fotografici/video-riprese della Chiesa di
San Lorenzo in Panisperna per le Giornate FAI d’Autunno 2025 la Direzione Centrale degli Affari dei culti e per
l’amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, in qualità di suo Soggetto proprietario.
Casino Giustiniani Massimo al Laterano
Ingresso esclusivo per iscritti FAI


Si potrà scoprire, grazie alla collaborazione del Gruppo FAI Ponte tra culture, il Casino Giustiniani Massimo, luogo
insolito e poco conosciuto situato tra il quartiere Esquilino e l’area del Laterano. Costruito tra il 1605 e il 1618 per
volere del marchese Vincenzo Giustiniani e impreziosito dal parco decorato con i marmi antichi della sua collezione,
nel 1802 il casino fu acquistato da Carlo Massimo che ne modificò l’interno commissionando ai “Nazareni” – un
gruppo di pittori tedeschi che si ribellavano al classicismo accademico e si ispiravano a Raffaello e ai maestri del
Quattrocento, unendovi un forte sentimento romantico – una serie di pitture murali tratte dalla Divina Commedia,
l’Orlando Furioso e la Gerusalemme Liberata: un ciclo pittorico unico per la sua originalità, inconsueto nel panorama
artistico romano e già sconcertante all’epoca, tanto che alla morte del marchese Massimo, la cognata Cristina di
Sassonia fece ritoccare alcune scene di nudo ritenute indecenti, come la rimozione del corpo di Paolo nella scena
ispirata al V Canto dell’Inferno. Il percorso si snoderà dal giardino agli interni, con le tre sale affrescate che fanno del
casino un punto di riferimento per la storia dell’arte e della letteratura, la saletta pompeiana e il salone in cui sono

ancora custodite alcune sculture della collezione Giustiniani. Nel 1947 il bene è stato acquistato dalla Delegazione
Francescana di Terrasanta, tuttora proprietaria.
I segreti di Fontana di Trevi
Ingresso esclusivo per iscritti FAI, visite su prenotazione
Si potranno visitare le camere di manovra della Fontana di Trevi, normalmente non accessibili e di competenza di
Acea. Si potrà osservare il sistema idraulico che regola il funzionamento della fontana, con pompe, addolcitori e
controllo del livello delle acque, e si vedrà da vicino la macchina aspiratutto usata per raccogliere le monete lanciate
dai turisti poi donate ad associazioni benefiche. Il percorso toccherà la camera di manovra storica, con le finestre che si
aprono fra le sculture della fontana e che permettono l’accesso diretto alla vasca per le opere di manutenzione. Qui,
oltre all’acqua che scorre sotto il pavimento, si potranno vedere numerosi reperti legati all’acquedotto che consentono
di comprenderne il suo funzionamento nei secoli. Durante la visita il pubblico scoprirà come viene utilizzata oggi
l’acqua proveniente dall’Acquedotto Vergine, attivo quasi ininterrottamente da 2000 anni. Il monumento, infatti, sorge
alla base del colle Quirinale, nel cuore del rione Trevi, che prende nome da un antico trivio posto accanto alla fontana,
in una zona di Roma abitata sin dall’età augustea grazie all’acqua portata dall’Acquedotto Vergine.

Agli inizi del ‘600
si progettò una nuova fontana e Bernini iniziò i lavori, interrotti presto per mancanza di fondi e ripresi un secolo dopo.
Costruita con i proventi del gioco del Lotto, con la direzione di Nicola Salvi e successivamente di Giuseppe Pannini e
l’intervento di nove artisti diversi nell’arco di trent’anni, i lavori terminarono nel 1762. Pannini introdusse il gusto
neoclassico con regolari bacini dai bordi levigati in marmo invece di sbalzi a scogliera. La Fontana di Trevi è il più
importante progetto in pietra realizzato a Roma fra Tardo Barocco e Neoclassicismo: nonostante l’opera abbia
generato nel tempo varie critiche, dal Valadier a Piacentini, il monumento è conosciuto e apprezzato per la meraviglia
che suscita, accentuata dalla ristrettezza dello spazio della piazza in cui si trova.
Palazzo dell’Acqua e della Luce
Si svelerà la collezione di oggetti e opere d’arte custodita all’interno del Palazzo dell’Acqua e della Luce, storica sede
di Acea, situata tra Ostiense e Testaccio, in un’area dove antico e moderno si fondono in modo suggestivo. Il palazzo,
progettato nel 1956 e completato nel 1961, è una testimonianza di architettura brutalista, mentre l’esposizione al suo
interno rappresenta uno specchio dei cambiamenti del contemporaneo a partire dagli anni ’50 del XX secolo.

La
raccolta si presta a due chiavi di lettura: la prima racconta la storia dell’azienda – dal 1909 ai nostri giorni – e
l’evoluzione della tecnologia elettrica e idraulica attraverso oggetti iconici come alternatori, trasformatori, contatori a
gettoni, lampade storiche e fontane; la seconda illustra il lavoro dei maestri Gino Marotta e Pietro De Laurentiis per la
sede di Acea, attraverso disegni, bozzetti e studi inediti, concessi in prestito dall’Archivio Marotta e dagli eredi De
Laurentiis. Le opere dei due artisti abitano gli spazi del palazzo, rappresentando un connubio perfetto tra arte
contemporanea e architettura moderna italiana: una narrazione densa di riferimenti sentimentali, che crea un dialogo
continuo tra funzionalità e bellezza, memoria e futuro.
Ospedale San Giovanni
Per le Giornate FAI sarà possibile visitare in via straordinaria il complesso storico dell’Ospedale San Giovanni
Addolorata al Laterano, uno dei più importanti nosocomi di Roma. Si tratta di uno straordinario esempio, per la sua
antichità e per il rilievo monumentale, di struttura pubblica sanitaria, in funzione dal XIV secolo fino a oggi, con
testimonianze storiche e artistiche del tutto sconosciute. La visita si snoderà sui resti archeologici che l’area conserva,
come la Domus degli Annii, antenati di Marco Aurelio, e poi toccherà l’ospedale storico vero e proprio.

Si
percorreranno le due corsie di degenza risalenti al ‘400 e ‘500, in parte oggi utilizzate dalla ASL, e si scopriranno la
chiesa, di solito inaccessibile, riccamente decorata e con un pavimento cosmatesco; un fresco e silenzioso cortile
caratterizzato da una fontana seicentesca; l’antica farmacia, che conserva decorazioni e strutture architettoniche che
vanno dal Medioevo alla prima metà del ‘900. Eccezionalmente si potrà accedere agli horti di Domizia Lucilla, madre
di Marco Aurelio, giardini privati che divennero proprietà demaniale alla morte dell’imperatore e furono occupati da
impianti per la produzione vinicola, da tabernae e da una follonica per la tintura dei panni.
Semenzaio e Clivo di Villa Celimontana
Nel 1810 il prefetto napoleonico De Tournon avviò il progetto di un semenzaio per la produzione di piante per i nuovi
viali e parchi pubblici di Roma. Il luogo prescelto fu la vallata delle Camene, tra le pendici occidentali del Celio e le
Terme di Caracalla, area anticamente attraversata da acquedotti, vie e ninfei romani. Il terreno apparteneva al
Monastero domenicano di San Sisto all’Appia, da cui il semenzaio prese il nome.

Dopo l’abbandono seguito alla
caduta di Napoleone, fu rilanciato da Pio IX e dal 1870 passò al Comune di Roma. Nel 1926, sotto la direzione del
Servizio Giardini e con i progetti di Raffaele De Vico, assunse l’assetto moderno, divenendo centro strategico per la
produzione e cura del verde urbano, con specifiche competenze nella custodia e riproduzione di oltre 130.000 elementi
vegetali di 960 specie diverse. Il parco occupa una grande superficie, dai viali con piante provenienti da varie parti del
mondo alle serre. Qui si coltivano le azalee che ogni anno vengono esposte sulla scalinata di Trinità dei Monti.


MONTE PORZIO CATONE (RM)
Villa Taverna Parisi-Borghese
Visite su prenotazione
Opportunità unica per visitare Villa Taverna Parisi-Borghese, dimora privata e normalmente inaccessibile, una delle
dodici ville tuscolane e tra le più eleganti, nel cuore dei Castelli Romani, in posizione dominante sulla campagna fino
al mare e sulla città di Roma. Edificata nel 1604 per volere del cardinale Scipione Borghese come residenza di delizia

e caratterizzata dal tipico corpo centrale compatto, con logge e terrazze panoramiche che pongono l’architettura in
dialogo con il paesaggio, la villa è passata nel XVII secolo ai Ludovisi e quindi ai Colonna e fu ampliata e
impreziosita da celebri artisti tra Sei e Settecento, riflettendo i mutamenti del gusto dal Barocco al Rococò. L’esterno
venne arricchito con scalinate scenografiche, giardini all’italiana e fontane. All’interno, sulle pareti del salone centrale,
le decorazioni, realizzate tra il 1735 e il 1736, sono opera dei fratelli Valeriani; nella Galleria delle Statue i dipinti
paesaggistici vennero realizzati da Monsù Ignazio Heldman, detto il Bavarese; nella Stanza delle Colonne gli affreschi
sono attribuiti a Tadeus Kuntze, pittore di origine polacca, attivo in ambito romano in epoca tardo barocca. Dal
Novecento la villa appartiene alla famiglia Parisi, che ne conserva il patrimonio. Il percorso di visita conduce
attraverso i saloni affrescati, arricchiti da stucchi, vedute e temi mitologici, fino ai giardini terrazzati che si affacciano
sulla campagna romana e sulla città. La dimora, inoltre, è stata set cinematografico per celebri film, tra i quali opere di
Vittorio De Sica e Franco Zeffirelli, di cui custodisce curiosità e memorie, ed è stata sfondo di eventi culturali e
mondani che ne hanno accresciuto il fascino.


ANGUILLARA SABAZIA (RM)
Sarà previsto un itinerario nel cuore antico di Anguillara Sabazia, borgo affacciato sul maestoso lago di Bracciano:
dopo aver attraversato Porta Maggiore e ammirato la Fontana delle Anguille, il pubblico intraprenderà un viaggio
nel tempo accompagnato, in orari prestabiliti, dalle melodie suonate dai ragazzi dell’Associazione Scuola Orchestra
del paese. Nata in epoca neolitica come insediamento palafitticolo risalente a circa 8000 anni fa, Anguillara Sabazia
conserva resti di ville romane di epoca imperiale, visibili durante le Giornate FAI, e la sua fondazione come borgo
fortificato è datata 1019, quando Papa Innocenzo III affidò al figlio del conte Bellisone i diritti di pesca nel lago
presso il Castrum Anguillariae. Nel XV secolo con la famiglia degli Orsini, Castrum Anguillariae divenne contea
incorporata nel Ducato di Bracciano.

Nel 1693 il ducato venne acquistato dal marchese Francesco Grillo, mentre
nel 1790 Anguillara Sabazia divenne Comune autonomo. Grazie all’opera degli Orsini, il borgo custodisce una
splendida testimonianza della pittura rinascimentale di scuola raffaellesca: il Palazzo Baronale Orsini, attuale sede
del Comune, dunque visitabile eccezionalmente durante le Giornate FAI, di cui si vedrà il piano nobile, composto
da ambienti splendidamente decorati. Gli affreschi del Cinquecento, opera di vari autori tra cui Luzio Romano,
celebrano le gesta del committente, il conte Gentile Virginio Orsini, famoso condottiero e Capitano generale della
flotta pontificia ai tempi di Papa Paolo III. Sono ritratte celebri battaglie navali combattute fra la Lega cristiana e i
Saraceni, oltre a mirabili vedute di Napoli, Venezia e Castellamare di Stabia, allora basi di partenza delle navi della
flotta. Gli splendidi giardini interni della fortificazione medievale offriranno ai visitatori una splendida vista sulle
limpide acque del Lacus Sabatinus, antico nome del lago di Bracciano. Il percorso, tra le altre tappe, toccherà
l’enigmatico murale de “La ragazza che guarda il lago”.
Anguillara Sabazia è un sito che fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno, in quanto beneficia di
fondi europei PNRR-Programma Caput Mundi.


CASTELNUOVO DI PORTO (RM)
Itinerario tra le chiese
In occasione delle Giornate FAI d’Autunno sarà possibile scoprire un itinerario unico tra le chiese di Castelnuovo
di Porto, abitualmente non accessibile nella sua totalità. Le chiese che punteggiano il borgo, immerso nel Parco di
Veio e nel paesaggio collinare della campagna romana dominata dal Monte Soratte, con scorci suggestivi sulla
valle del Tevere, testimoniano i secoli di vita religiosa e civile della comunità, dal culto dei santi protettori alle
confraternite locali fino alle committenze nobiliari. Le trasformazioni barocche e ottocentesche hanno arricchito il
borgo, integrando stili artistici diversi. Il percorso tocca cinque luoghi emblematici: la Chiesa di Sant’Antonio
Abate, di impianto seicentesco, custodisce un altare ligneo barocco e testimonia la devozione popolare per il santo
protettore degli animali; la Chiesa della Madonna della Virtù, situata lungo Via Roma, è caratterizzata da una
facciata semplice e da interni arricchiti da affreschi votivi;

la Collegiata di Santa Maria Assunta, cuore religioso del
borgo, si distingue per l’imponente impianto rinascimentale e per gli interventi successivi che ne hanno
impreziosito le cappelle laterali e la decorazione interna; la Cappella di San Silvestro, all’interno della Rocca
Colonna, rappresenta un raro esempio di cappella privata signorile, con tracce di affreschi medievali che
raccontano il forte legame tra potere feudale e culto religioso; la Chiesa di San Sebastiano, eretta nel XIII secolo
dalla popolazione devota per venerare il santo. Insieme questi edifici tracciano un itinerario che offre l’opportunità
di ammirare architetture diverse, dalle cappellepiù intime alle chiese parrocchiali, e che unisce arte, fede e storia
alla scoperta del patrimonio meno noto ma più identitario della comunità.


CANTALUPO IN SABINA (RI)
Sant’Adamo a Cantalupo, duemila anni di storia e di bellezza
Sant’Adamo è la testimonianza più significativa giunta fino a noi delle piccole chiese di campagna anticamente
molto diffuse nel territorio della Sabina, tanto che sabato 11 ottobre alle ore 16 la visita durante le Giornate FAI
d’Autunno sarà arricchita da una conferenza intitolata “La costruzione dello spazio cristiano in Sabina tra alto e
pieno Medioevo”, a cura del professor Umberto Longo, docente di Soria medievale alla Sapienza di Roma
(l’incontro si terrà nella Chiesa di S. Adamo, accesso libero). Notizie precise sulla fondazione della chiesa non
esistono, come pure mancano per il santo, in realtà beato, cui è dedicata e che, secondo la tradizione, visse nel
luogo in cui è stato costruito l’edificio. La prima citazione di una cappella di S. Adamo nei documenti di Farfa
risale al XII secolo. L’edificio venne rifatto nelle forme attuali nel XV secolo e adornato con notevoli affreschi

tardogotici che ricoprono l’abside e i muri della navata. Nel catino absidale, sotto un tetto di coppi multicolori, è
raffigurata un’Incoronazione della Vergine tra Santi. Nel registro inferiore dell’abside si trova una serie di affreschi
di Santi, parzialmente rovinati. Nella navata, sulle due pareti, altre rappresentazioni di Madonne del Latte e Santi,
ripetuti più volte in riquadri incorniciati, tutti con i loro simboli parlanti: Sebastiano legato al palo e colpito da
frecce, Adamo con la zampa di mulo, emblema del suo miracolo più famoso, Santa Lucia con il piattino con gli
occhi. Nella parte ancora scialbata della navata, alcuni saggi di restauro fanno suppore si debbano trovare altri
affreschi. La chiesa, proprietà privata dopo la soppressione dei beni ecclesiastici del 1867, ha passato alterne
vicende. Venne acquistata nel 2000 dalla famiglia Bolton che l’ha poi donata al Comune di Cantalupo.


GAETA (LT)
Montagna Spaccata
Le Giornate FAI offrono la possibilità di effettuare una visita tra trekking, meditazione e geologia. La Montagna
Spaccata si erge sul promontorio roccioso di Monte Orlando, a ridosso del centro di Gaeta, in una zona dove la città
lascia spazio alla verticalità imponente della costa. Qui la roccia calcarea è attraversata da profonde fenditure
naturali che precipitano verso il mare, creando un paesaggio drammatico e solenne. Tra queste pareti si insinua la
scala di San Filippo Neri, scavata nella pietra, tra pareti ravvicinate e silenziose. Il percorso risale all’XI secolo: la
leggenda narra che la “Montagna Spaccata” si sia fessurata nel momento stesso della Crocefissione di Cristo, come
segno della potenza divina. Un’altra leggenda racconta poi che un marinaio turco, o saraceno, scettico dell’origine
religiosa della grotta, toccando la roccia la sentì liquefare, tanto da lasciarci un’impronta, da allora chiamata la
“Mano del Turco”. Apre l’accesso alla grotta una targa in marmo che ricorda le parole del Vangelo: “Alla morte di
Gesù la terra tremò e le rocce si spaccarono”.

Sulla parete di roccia della scala, prima di raggiungere la “Mano del
Turco”, si possono ammirare sia le maioliche ottocentesche con alcune postazioni della Via Crucis e i versi del
poeta Metastasio – le maioliche sono attribuite a San Bernardino da Siena – sia dei medaglioni con il monogramma
di Cristo (JHS), risalenti al XV secolo. Alla fine del percorso della scala si trova la Cappella di San Filippo Neri,
incastonata nella fenditura rocciosa della Montagna Spaccata, costruita nel XV secolo su un masso dove, secondo
la tradizione, il santo si ritirava in meditazione.


SEZZE (LT)
Vigna La Penna
Nelle Giornate FAI d’Autunno sarà possibile visitare “Vigna La Penna”, una delle ville costruite nella vallata di
Suso, posta tra i 200 e i 500 metri sul livello del mare, dove le famiglie notabili trascorrevano gli ozi estivi godendo
della serenità campestre. È chiamata così per la presenza di una vigorosa vigna con diverse varietà d’uva. Lo stile
lineare e rigoroso è tipico delle ville rustiche, concepite per le attività agricole e per ospitare i proprietari nel
periodo estivo. L’attuale facciata d’ingresso è improntata al gusto della purezza e semplicità.

Pur essendo databile
tra la seconda metà del XVII e la prima parte del XVIII secolo, l’architettura ingloba elementi ispirati alla classicità
romana. Le tenute venivano custodite da lavoratori molti dei quali provenivano dalla Ciociaria, che le coltivavano
secondo il contratto della colonia o della mezzadria. Durante le visite sarà possibile conoscere la storia del bene e
gli usi delle ville coloniche da parte delle famiglie nobiliari; inoltre, si potrà percorrere una passeggiata
naturalistica, normalmente inaccessibile, che permette di godere della natura rigogliosa della vallata di Suso, oltre 6
ettari di uliveti, boschi di lecci e querce, vigne e coltivazioni stagionali che potranno essere eccezionalmente fruiti.


VEROLI (FR)
Per le Giornate FAI d’Autunno è previsto un percorso nel borgo di Veroli, arroccato sui Monti Ernici e affacciato
sulla Ciociaria. Tra le tappe proposte ci sarà Casa Ricca Spagnoli (ingresso esclusivo per iscritti FAI), nel cuore
del rione storico di San Leucio, dove l’intimità di una dimora privata si intreccia con l’energia di un laboratorio
creativo, nato dall’estro di Ornella Ricca e Pietro Spagnoli. Chi vi entra non incontra semplicemente quadri e
sculture, ma i gesti, le voci e i silenzi di chi li ha generati. Una collezione permanente di circa duecento lavori
dialoga con mostre temporanee, rinnovando continuamente il confronto fra tradizione e linguaggi contemporanei. I
laboratori, vibranti di colore e materia, permettono al visitatore di cogliere il momento fragile e potente in cui l’arte
prende forma.

La passeggiata toccherà, inoltre, i Fasti verolani, testimoni del passato più antico di Veroli come
città ernica e poi romana, un raro calendario risalente al I secolo d.C. inciso su marmo, che documenta feste e riti
civili e religiosi dell’Urbe, segno del forte legame politico e culturale con Roma imperiale, e il Monastero di
Clausura delle Benedettine (ingresso esclusivo per iscritti FAI), fondato nel 1578, in un contesto segnato dalla
riforma cattolica successiva al Concilio di Trento e dall’influenza del controllo papale. Nel Settecento il complesso
è stato dotato di una chiesa che ancora oggi custodisce le spoglie di Suor Maria Fortunata Viti, verolese, beatificata
nel 1967. Oltre la soglia d’ingresso, in un angolo appartato di Veroli, si trova la ruota con cui le consorelle
comunicano con l’esterno. Diversi locali del monastero meritano attenzione, in particolare la sala di Pio IX, che
meraviglia per le decorazioni.


Elenco completo dei luoghi aperti nel LAZIO e modalità di partecipazione all’evento su:
https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=LAZIO