«L’intitolazione del nuovo piazzale urbano al “5 febbraio 1861”, presso il nuovo parcheggio tra via Annunziata e il Lungomare Giovanni Caboto di Gaeta, rappresenta un gesto di memoria, civiltà e verità storica. Un atto che onora le vittime di uno degli episodi più tragici della nostra storia e che merita il pieno sostegno di tutta la comunità».
Con queste parole il senatore Riccardo Pedrizzi, da sempre impegnato sul territorio, ha voluto esprimere pubblicamente il proprio apprezzamento per la decisione del Sindaco di Gaeta, Cristian Leccese, di intitolare uno spazio cittadino alla memoria della strage avvenuta durante l’assedio del 1861, e di collocarvi una targa commemorativa.
«Il 5 febbraio 1861 – ha dichiarato Pedrizzi – non è solo una data, ma una ferita profonda nella storia della città. Quel giorno, a causa dei bombardamenti, esplose la polveriera della Cortina Sant’Antonio causando centinaia di morti, tra soldati e civili. Per troppo tempo questa tragedia è rimasta ai margini della memoria ufficiale. Oggi Gaeta compie un gesto importante: restituisce voce e dignità a quelle vittime».
Secondo Pedrizzi, si tratta di «una scelta coraggiosa, ma al tempo stesso pacata e costruttiva, che non alimenta divisioni ma unisce, nel segno del rispetto per tutte le pagine della storia – anche quelle più dolorose. Intitolare uno spazio pubblico frequentato quotidianamente significa voler radicare la memoria nella vita reale, e non relegarla a cerimonie o monumenti dimenticati».
Il Regno delle Due Sicilie fu, nel primo Ottocento, uno degli Stati più industrializzati e urbanizzati della penisola italiana, con Napoli come terza città d’Europa per popolazione (dopo Londra e Parigi), ricorda Pedrizzi. “Le opere pubbliche, il sistema sanitario, le infrastrutture e le iniziative industriali testimoniano un enorme grado di modernità e visione statale, soprattutto sotto i sovrani Ferdinando II di Borbone e Francesco I. Tra le tante opere culturali e infrastrutturali, possiamo ricordare la prima ferrovia d’Italia, la Napoli–Portici, inaugurata nel 1839, strade e ponti, il grande impulso alla viabilità, con costruzione o rifacimento di centinaia di chilometri di strade interne e ponti in muratura e ferro, la cantieristica portuale, la modernizzazione degli scali di Napoli, Palermo, Messina e Reggio Calabria mentre Napoli ospitava uno dei più avanzati cantieri navali dell’epoca.
Ed ancora – ricorda Pedrizzi – la prima nave da guerra a vapore in Italia, la “Ferdinando I”, costruita nei cantieri di Castellammare di Stabia, l’Acquedotto Carolino, capolavoro di ingegneria idraulica. Grandi risultati anche sul fronte della sanità e dell’assistenza con le prime misure sistematiche contro le epidemie (colera, vaiolo), i primi censimenti moderni in Italia, con raccolta dati su popolazione, territorio, produzione agricola, le scuole tecniche e le università, i poli industriali, la prima Codificazione del diritto, il Catasto e la cartografia”.
Ecco perché – conclude Pedrizzi – “l’auspicio è che questa iniziativa del sindaco di Gaeta possa essere presa a modello anche da altre città del Mezzogiorno, che hanno vissuto eventi simili nel processo di unificazione, affinché la storia possa essere ricordata nella sua complessità, senza semplificazioni o rimozioni».