Strage silenziosa nel Golfo di Gaeta: quattro tartarughe e un delfino trovati morti in meno di quattro mesi

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Strage silenziosa nel Golfo di Gaeta: quattro tartarughe e un delfino trovati morti in meno di quattro mesi – Sulle coste del sud pontino si sta delineando un inquietante scenario ambientale. In meno di quattro mesi, tra le località di Formia e Minturno, sono stati rinvenuti i corpi senza vita di quattro tartarughe marine della specie Caretta caretta e un delfino. Una scia di ritrovamenti che solleva interrogativi sulla salute del mare e sulla capacità delle istituzioni e della comunità di tutelare l’ecosistema costiero. L’ultimo caso, in ordine di tempo, risale al 27 giugno, quando una tartaruga è stata fotografata morta sulla spiaggia dell’Arenauta.

Solo qualche settimana prima, l’8 giugno, un altro esemplare era stato segnalato lungo il tratto sabbioso della zona Don Bosco a Formia. A documentare l’episodio è stata l’associazione ambientalista Compagnia dell’Albero, che ha denunciato le condizioni del litorale e chiesto maggiore attenzione alla pulizia delle spiagge. Nello stesso giorno, la stessa organizzazione ha pubblicato le immagini di un delfino arenato sulla spiaggia di Vindicio, scatenando sgomento e rabbia tra i cittadini e gli ambientalisti. La triste serie di ritrovamenti non si limita a Formia e Gaeta. A Minturno, a maggio, è stato segnalato un altro caso in poche settimane di tartaruga Caretta caretta morta sulla costa. Già ad aprile, la stagione era iniziata con il rinvenimento di un altro esemplare senza vita sulla spiaggia di Scauri.

A ogni segnalazione sono seguiti interventi tempestivi da parte di enti e associazioni: dai Tartawatchers di Legambiente, impegnati nel monitoraggio delle tartarughe marine, al Centro di Primo Soccorso del Parco Riviera di Ulisse, gestito da Tartalazio, fino alla Capitaneria di Porto e al Servizio Igiene del Comune di Minturno. Tutte le operazioni sono state condotte nel rispetto dei protocolli ufficiali per cetacei e rettili marini, con l’obiettivo di documentare accuratamente i casi e avviare esami necroscopici per chiarire le cause dei decessi.

“La Caretta caretta è una specie protetta e rappresenta un prezioso indicatore della salute del nostro mare – affermano gli esperti –. La sua sofferenza è spesso sintomo di un ecosistema in difficoltà”. Le ipotesi sulle cause sono molteplici: inquinamento, plastica in mare, attività di pesca non sostenibili, aumento del traffico nautico e cambiamenti ambientali legati alla crisi climatica. Mentre si attendono i risultati delle analisi veterinarie, le associazioni e molti cittadini lanciano un appello forte: “Proteggere il nostro mare non è solo un dovere morale, ma una responsabilità collettiva. Serve più vigilanza, educazione ambientale e azioni concrete da parte di tutti”. Il Golfo di Gaeta, con le sue bellezze naturali e la sua biodiversità, non può diventare il teatro silenzioso di un disastro ecologico annunciato.