Incendi senza tregua: la prevenzione resta un miraggio – “Sembra impossibile rompere il circolo vizioso degli incendi e degli spegnimenti. Nessuna
prevenzione, nessuna iniziativa tesa ad evitare che la montagna scivoli nell’incuria e
nell’abbandono. La Regione Lazio si era dotata della norma che rendeva possibile il fuoco
prescritto nelle aree maggiormente colpite da incendi: una tecnica che nei mesi invernali, secondo
un calendario pianificato, consentisse l’applicazione controllata e autorizzata del fuoco per ridurre
la quantità di materiale infiammabile (crescita incontrollata dell’Ampelodesma) e prevenire gli
incendi boschivi, per rinnovare il cotico erboso in aree prestabilite dove si esercita il pascolo allo
stato brado.
La stessa Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio, suggeriva
il pascolo differenziato e alternato del bestiame, attualmente in maggioranza bovino, con il
Cavallino di Esperia, antica razza autoctona a rischio che può contribuire a mantenere sotto
controllo una delle matrici più pericolose per lo sviluppo degli incendi, ovvero l’ampelodesma, una
pianta erbacea che si insedia di norma nella macchia degradata per incendio o per disboscamento.
Un progetto già in corso gestito dall’Università della Tuscia come tecnica di “pascolo pilotato”.
Nella nostra conferenza tenutasi a Formia nel Settembre 2024, il dirigente dell’Arsial, dr. Claudio di
Giovannantonio, suggeriva la necessità di “responsabilizzare gli allevatori”, superando il modello
attuale dei fidi annuali e intervenendo sui comuni per far sì che le superfici siano aperte anche agli
allevatori non residenti “per ridurre il potenziale di innesco” in quanto l’abbandono dei territori
montani e rurali aumenta il rischio di incendi.
Sempre in quella conferenza a cui parteciparono anche il Presidente del Parco dei Monti Aurunci, i
Sindaci di Spigno e Castelforte, un rappresentante dell’Assessora Regionale Elena Palazzo, alcuni
allevatori, fu di nuovo sottolineata la necessità di dotare i comuni, particolarmente colpiti dagli
incendi di Piani di Gestione Agroforestali aggiornati e soprattutto di finanziare il Piano Antincendio
Boschivo del Parco dei Monti Aurunci, per realizzare le opere necessarie al contrasto degli incendi
(contenimento della biomassa, viali e fasce tagliafuoco, invasi e riserve di acqua). Il Piano AIB è in
scadenza e non risulta che sia stato finanziato. Il PGAF del comune di Formia, redatto nel 2016 e
costato quasi 60 mila euro è scaduto da un pezzo e resta irrealizzato. Intanto gli incendi continuano
ad imperversare con notevole dispendio di risorse ed energie fisiche per domarli. In epoca di
cambiamenti climatici bisognerebbe dare una sterzata a questa inerzia e all’elenco degli studi che si
succedono senza divenire operativi. Per quanto detto, chiediamo alla Regione Lazio, ai Comuni e ai
parchi del sud della provincia di Latina di attivarsi per ribaltare la dinamica del contrasto agli
incendi, incominciando a fare atti concreti per la prevenzione.” Lo comunica l’Associazione Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine: il Presidente, Dr. Francesco Carta – L’Associazione Incontri & Confronti: il Presidente Dr. Biagio Magri













