Dopo le dichiarazioni rilasciate ieri dal delegato al demanio marittimo Nicola Martone sull’approvazione del PUA e sulle spiagge libere, la replica del gruppo civico Minturno Libera non si è fatta attendere.

E scrivono:” spiace aver letto una sua non replica in cui, purtroppo, ha speso più tempo nel tentativo di ridicolizzare e offendere  il nostro movimento, peccando tra l’altro di superbia e onniscienza, piuttosto che affrontare il nocciolo della vicenda, rappresentato dalla nostra denuncia circa la mancata redazione del PUA e soprattutto l’assenza di controlli da parte dell’amministrazione sulla gestione delle spiagge libere. Ci consenta, innanzitutto, di sottolineare un aspetto fondamentale: lei stesso ha confermato la fondatezza del sospetto sollevato da Minturno Libera, qual è la mancata adozione del PUA comunale, affermando infatti che la presentazione del suddetto piano nonostante fosse avvenuta nel Novembre 2019 è attualmente al vaglio del Responsabile dell’ Ufficio Demanio del Comune di Minturno. Ci spiace farle notare però che l’art. 7 co. 4 della L.r. n.8 del 26 giugno 2015 sancisce che “I comuni sono tenuti ad adottare i piani di utilizzazione degli arenili (PUA) in conformità alle disposizioni contenute nel PUA regionale ovvero ad adeguare, ove necessario, i PUA già approvati alle suddette disposizioni, entro centottanta giorni dalla relativa pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione”.

“Insomma, caro delegato, – incalza il gruppo – noi saremmo per lei anche “poco esperti”, ma per il ruolo tecnico che ricopre sarebbero stati opportuni suoi interventi risolutivi connessi alla sua funzione piuttosto che superficiali nonché infondati commenti relativi a Minturno Libera. Già, perché l’adeguamento alla normativa regionale da parte dell’amministrazione di cui fa parte è stata avviata (e ancora non conclusa come da noi eccepito) con notevole ritardo. Il movimento la ringrazia sentitamente per aver ricordato che la normativa vigente non ricomprende tra le categorie le spiagge libere attrezzate, bensì spiagge libere e spiagge libere con servizi ma era una cosa a noi già nota come il fatto che il nostro comune rientra nella fattispecie delle spiagge libere in convenzione ai sensi degli artt. 6 e 7, let. b) del Regolamento regionale 12 Agosto 2016, n. 19. Peccato che anche in tale circostanza la sua osservazione risulta essere fuori luogo: sarebbe stato sufficiente leggere la nostra nota del 30 luglio per comprendere a partire dai tecnicismi, che le sono tanto a cuore, che la normativa regionale fosse stata da noi studiata approfonditamente. In vero, il ricorso al termine “spiagge libere attrezzate” non aveva carattere nozionistico, ma era volto ad un’agevole comprensione della vicenda ai lettori, senza dover richiamare integralmente l’Art. 3 della suddetta legge regionale (Modifiche all’articolo 52 e inserimento dell’articolo 52 bis nella l.r. 13/2007)”.

“Vi è più che il nostro gruppo – continua Minturno Libera – non ha mai parlato della percentuale da destinare alla spiaggia libera: temiamo che si confonda con quanto denunciato da Goletta Verde qualche settimana addietro, nell’articolo in cui dichiarava l’esistenza di 5 spiagge non a norma in tutto il Lazio, tra cui, guarda caso, proprio Minturno. Minturno Libera nega in tale sede di aver sostenuto che il Comune abbia violato la legge in materia di assegnazione delle concessioni per le spiagge libere: l’unica responsabilità del Comune che l’associazione scrivente ha sollevato è relativa all’omissione della redazione e pubblicazione del PUA comunale. Le ricordiamo pertanto che non è stato mai sollevato il problema della graduatoria delle concessioni. È stato invece denunciato il mancato controllo circa il divieto di preposizionamento delle attrezzature balneari, onere incombente sugli operatori delle spiagge libere. Il motivo? Tale divieto è sancito proprio dalla legge regionale e dal regolamento che lei ben cita e il suo rispetto è sacrosanto al fine di evitare che la spiaggia libera diventi di fatto uno stabilimento balneare precludendo la libera fruizione degli arenili agli utenti. Cose queste che le ripetiamo perché, nonostante lei dovrebbe e potrebbe essere più competente in materia, temiamo che il suo accanimento sull’aspetto formale della questione qual è il controverso ricorso ai termini tecnici abbia distolto la sua attenzione dall’aspetto sostanziale”.

E concludono: “Pertanto la sollecitiamo con garbo a consultare la nostra nota del 30 luglio. Tale questione è stata sollevata da diversi membri del sindacato degli stabilimenti balneari, i quali lamentano che i soggetti che gestiscono le spiagge libere non si attengono alle normative vigenti, istituendo dei veri e propri “pseudo-lidi”.  Sul punto Minturno Libera ha chiesto e chiede a gran voce dove siano finiti gli organi preposti al controllo delle spiagge libere. Tutto ciò a discapito anche dell’utenza, che recandosi presso le spiagge libere si ritrova a dover piazzare il proprio ombrellone in terza o quarta fila, visto che le prime vengono costantemente occupate, spesso anche dalla sera prima, in barba alla normativa vigente, e su cui il Comune “finge” di non porre l’attenzione”.

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