Minturno, Zonfrillo: “Troppo cemento armato al Parco Recillo, sradicate decine di palme nane” – Eduardo Zonfrillo, Presidente di Legambiente Circolo Verde Azzurro Sud Pontino, comunica: “Progettare e mantenere un parco pubblico urbano è necessario un’attenta pianificazione che rispetti normative specifiche, assicurando che questi spazi rispondano alle esigenze di tutti, pur mantenendo un impatto positivo sull’ambiente. È un processo complesso che deve essere il più possibile condivido e partecipato che deve bilanciare estetica, funzionalità con lo sguardo attento verso la sostenibilità ambientale. Il restyling del Parco Recillo sul Lungomare Armando Diaz a Minturno, tanto caro alla Comunità del Basso Lazio e frequentatissimo anche da chi sceglie questa località non solo per il soggiorno estivo, seppure non del tutto completato dopo quasi due anni di lavori, ci induce, anche perchè costantemente sollecitati da tanti anche sui social, ad esprimere osservazioni relativamente a questo ultimo aspetto, l’ecosostenibilità, che vede la nostra associazione in prima fila. Per gli altri già citati, estetica e funzionalità, saranno i frequentatori una volta completato.
Alcuni accorgimenti di sostenibilità urbana, che dovrebbe essere il principio inderogabile per le comunità che dicono di aver scelto questo percorso perché ne sono convinte, e ne chiedono annuale riconoscimento, è l’utilizzo coerente di materiali sostenibili quali quelli riciclati e locali, con preferenza per il legno certificato FSC, per riempimenti in terra battuta quando necessari, rispetto dell’alberatura esistente ed inserimento di altra autoctona e a bassa richiesta idrica per consentire anche una manutenzione minimale ed ecosostenibile con riduzione dell’uso di materiali e vernici sintetiche, prodotti chimici e pesticidi. Assistiamo per il Parco Recillo ad un uso massiccio di cemento armato per la realizzazione di opere finalizzate a solo fini estetici e non ad una fruizione salutare dell’area pubblica in armonia con un spettacolare, unico ed irripetibile contesto ambientale che era già accogliente e bisognevole di limitati interventi.
Abbiamo assistito alla demolizione di una enorme fioriera che, nella precedente progettazione, simboleggiava una duna costiera e lo sradicamento di decine di Palme Nane, emblema arboreo della Macchia Mediterranea, per sostituirla con una mattonata inopportuna ed assolata che è divenuta un isola di calore, accentuando il consumo di suolo con perdita e frammentazione di Habitat. Lo sviluppo urbano dovrebbe essere pianificato in modo da rispettare i luoghi, evitando la cementificazione con la costruzione di nuove infrastrutture, quando non necessarie, che fanno anche aumentare la presenza di sostanze inquinanti nell’aria, nelle acque e nel suolo.”