Schiuma in mare a nel Golfo di Gaeta: fenomeno naturale o segnale d’allarme?

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Schiuma in mare a nel Golfo di Gaeta: fenomeno naturale o segnale d’allarme? – La presenza di schiuma in mare lungo la costa del Golfo di Gaeta è tornata a far discutere, alimentando dubbi, timori e interrogativi da parte di cittadini, bagnanti e operatori turistici. L’ultimo avvistamento – una distesa biancastra nelle acque della splendida spiaggia dell’Arenauta, documentato il 1° giugno scorso – ha riportato l’attenzione su un fenomeno ciclico ma mai del tutto chiarito. È davvero solo un fenomeno naturale, come alcuni sostengono? O può essere il sintomo di criticità più profonde nel sistema ambientale e infrastrutturale del nostro territorio?

A tentare di rasserenare gli animi negli scorsi anni era stata Elena Palazzo, assessora all’Ambiente della Regione Lazio, che ha parlato apertamente di “nessuna preoccupazione”: secondo la Regione, la schiuma osservata è il risultato di una fioritura algale, legata alla proliferazione della microalga TenuiCylindrus belgicus. Si tratta di una diatomea tipica delle acque marine costiere, già individuata in anni precedenti dall’ARPA Lazio (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale). Secondo le analisi, la comparsa della schiuma sarebbe favorita da una combinazione di fattori climatici e ambientali: aumento delle temperature, presenza di nutrienti come azoto e fosforo, e moto ondoso che rompe le strutture cellulari delle microalghe, rilasciando sostanze naturali schiumogene.

Il fenomeno, insomma, non sarebbe legato a inquinamento né a scarichi fognari, ma a dinamiche biologiche ricorrenti nelle stagioni più calde. Le formazioni spumose, spesso di colore bianco o marrone, tendono ad accumularsi in superficie soprattutto dopo forti venti o mareggiate, in aree dove le correnti costiere rallentano, come accade appunto nel golfo. Tuttavia, la spiegazione fornita dalla Regione – per quanto scientificamente fondata – non ha convito in questi anni tutti. A sollevare dubbi è il ripetersi non sporadico del fenomeno e la sua disomogeneità geografica: la schiuma non compare con regolarità, ma in maniera irregolare e concentrata in punti specifici, come la costa tra Minturno e San Felice Circeo, e ultimamente anche nell’area dell’Arenauta o presso il litorale di Bazzano (questi due litorali da sempre sinonimo di acque limpide e cristalline).

Foto scattata il 01/06/2025
Foto scattata il 06/07/2025

Giovanni Castorina, presidente dell’associazione ambientalista Golfo Vivo, invita alla cautela: «In assenza di fioriture algali confermate da monitoraggi aggiornati, non possiamo escludere che ci sia dell’altro. La presenza di schiuma potrebbe essere anche un indicatore di scarichi fognari non perfettamente trattati, specialmente in periodi di forte pressione turistica, quando gli impianti di depurazione sono al limite della loro capacità». Castorina non è il solo a sollevare interrogativi. Da più parti si chiede maggiore trasparenza nei dati ambientali, con un accesso tempestivo ai risultati delle analisi e alla documentazione delle fioriture algali. Per molti cittadini, infatti, la fiducia nelle rassicurazioni istituzionali risulta indebolita da una comunicazione percepita come parziale o tardiva.

Schiuma in mare, le analisi dell’ARPA confermano il fenomeno

Va detto che il fenomeno delle schiume marine è, per sua natura, complesso e multifattoriale. Le analisi di ARPA Lazio confermano che, accanto alle microalghe, possono contribuire alla formazione di schiuma altri elementi: pollini trasportati dal vento, batteri marini, microplastiche, frammenti vegetali in decomposizione, e sostanze organiche di origine naturale. In condizioni normali, queste componenti vengono diluite e disperse dall’azione del mare. Ma in presenza di determinati fattori – come acque stagnanti, alte concentrazioni di nutrienti o scarichi insufficientemente depurati – si può creare un ambiente favorevole alla formazione di masse schiumose visibili, anche persistenti.

Inoltre, le cosiddette sostanze tensioattive naturali, prodotte da alcuni organismi marini durante il ciclo vitale, reagiscono con l’energia delle onde e contribuiscono all’effetto schiumogeno. Si tratta, dunque, di un processo in sé non pericoloso, ma che può diventare un campanello d’allarme quando si manifesta con particolare frequenza o intensità. Al di là delle cause immediate, l’episodio solleva una questione più ampia: lo stato di salute del nostro mare e l’adeguatezza delle infrastrutture ambientali. La costa del Golfo di Gaeta è un patrimonio paesaggistico, culturale ed economico: non può permettersi segnali di degrado, né incertezze che minano la fiducia dei turisti e dei residenti.

Tra le proposte concrete più discusse, vi è l’introduzione di depuratori di nuova generazione, dotati di tecnologia a membrane, in grado di filtrare anche le microparticelle più sottili, migliorando nettamente la qualità degli scarichi. Un investimento strategico che può ridurre il rischio di contaminazioni e migliorare la gestione delle acque reflue, soprattutto nei periodi di massimo afflusso. Parallelamente, si rende necessaria una maggiore integrazione tra enti locali, Regione, ARPA, associazioni e cittadini, per garantire una vigilanza continua e una comunicazione più efficace. Solo una rete di collaborazione attiva può fronteggiare fenomeni complessi e mutevoli come quello delle schiume marine.

Il mare dell’Arenauta, come quello del litorale di Bazzano – così come l’intero Golfo di Gaeta e Riviera di Ulisse – sono molto più di un’attrazione balneare. Sono una risorsa vitale, un ecosistema delicato, una ricchezza collettiva. Lasciare che episodi come quello della schiuma passino inosservati o vengano banalizzati sarebbe un errore. Ma drammatizzarli senza basi solide rischia di creare allarmismo inutile. Serve un approccio scientifico, responsabile e trasparente, che sappia distinguere tra fenomeni naturali e segnali di potenziale criticità. E soprattutto serve la volontà, da parte di tutti, di contribuire alla tutela dell’ambiente marino, attraverso scelte quotidiane consapevoli, partecipazione civica e pressioni positive sulle istituzioni.