Addio a Carlo Sassi, mister Moviola

0
318

Lutto nel mondo del giornalismo sportivo italiano. A 95 anni è morto Carlo Sassi, il giornalista dell’implacabile moviola e volto storico del popolare programma televisivo “La Domenica sportiva”. Fu anche calciatore, giocando con l’Angerese, squadra che nel 1947-’48 disputava il campionato di serie C. La moviola registrava fasi che sfuggivano ad arbitri e spettatori e fu usata dalla tv per rivedere al rallentatore le azioni di gioco. Qualcuno potrebbe obiettare che in fondo esiste ancora oggi la moviola ma il calcio è cambiato, la VAR (Video Assistant Referee) è in partita e non dopo la partita! Quello di Sassi era un calcio romantico. Si giocava solo la domenica pomeriggio e la sera tutti entravamo in polemica per una simulazione in area o un gol annullato per un fuorigioco inesistente. A match concluso rimanevano le frustrazioni ma anche i sani litigi al bar. La moviola non c’entra niente con la VAR, poiché con quest’ultima parliamo di assistenza video in gara e non dopo la gara.

Carlo Sassi entrò in Rai nel 1960, dove iniziò a collaborare con La Domenica Sportiva ed emergendo come autorevole voce nel giudizio di episodi calcistici controversi. Rallentando le immagini, per capire meglio cosa fosse successo, Sassi creò la moviola nel 1967 e con essa il calcio divenne più peccaminoso. Si aprì un’epoca di polemiche serali e di spettacoli televisivi: con la moviola non era più vero ciò che vedevano gli spettatori e gli arbitri ma quello che ci propinava la tivù. Venne così creta una nuova figura mitologica all’interno del mondo football: la macchina della verità. Mezza Italia attendeva con impazienza la “Domenica sportiva” per osservare al rallentatore le fasi più contrastate delle gare di serie A, facendo infuriare chiunque. Uno strumento che, in pochi minuti televisivi, metteva tutti sullo stesso piano: calciatori, spettatori, dirigenti sportivi e persino l’arbitro.

Qualcuno la definì di cattivo gusto, altri la difesero. Walter Chiari, nel lontano febbraio del ’71, fu veggente. «Diamole validità ufficiale a tutela degli interessi in gioco». Il grande attore aveva intuito prima di tutti l’avvento della VAR.