Autovelox, scatta il censimento nazionale: ecco come ci si potrà difendere dalle multe

Dal 30 novembre 2025 parte l’obbligo per Comuni, Province e Regioni di comunicare la mappa degli impianti: cambia il rapporto tra automobilisti e controlli stradali

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Autovelox, scatta il censimento nazionale: ecco come ci si potrà difendere dalle multe – Dal prossimo 30 novembre 2025, scatterà un’importante novità che promette di cambiare il modo in cui gli automobilisti italiani si relazionano con gli autovelox. Con un decreto attuativo firmato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, parte ufficialmente il censimento nazionale degli strumenti di rilevazione automatica della velocità. L’obiettivo? Garantire maggiore trasparenza, uniformità nei controlli e – secondo i promotori – anche un freno all’uso “creativo” degli autovelox da parte degli enti locali.

Un registro pubblico e consultabile

Comuni, Province e Regioni avranno tempo fino al 30 novembre per comunicare tutti i dispositivi fissi e mobili utilizzati per il controllo della velocità, compresi quelli attivi saltuariamente. I dati confluiranno in un registro nazionale pubblico, accessibile online attraverso il portale del Ministero. In sostanza, ogni cittadino potrà consultare l’elenco aggiornato dei dispositivi presenti sul territorio italiano. Una rivoluzione che punta ad aumentare la fiducia degli automobilisti nei controlli stradali e, allo stesso tempo, a garantire che questi vengano utilizzati con finalità di sicurezza e non solo come fonte di entrata per le casse comunali.

Le nuove regole per gli enti locali

Non solo trasparenza, ma anche regole più stringenti per l’installazione e l’utilizzo dei dispositivi. Secondo quanto stabilito dal decreto, gli autovelox dovranno rispettare precisi criteri tecnici e posizionamenti coerenti con i livelli di pericolosità delle strade. Saranno vietati, ad esempio, gli apparecchi collocati in punti non segnalati adeguatamente o su tratti dove il limite di velocità è considerato irragionevolmente basso.

In caso di mancata comunicazione al registro, le multe comminate tramite dispositivi “non censiti” potrebbero essere considerate nulle. Si apre quindi uno scenario in cui gli automobilisti potranno, in alcuni casi, contestare le sanzioni appellandosi alla mancata iscrizione del dispositivo al nuovo elenco nazionale.

Come difendersi dalle multe illegittime

Con l’introduzione del registro, sarà più semplice per i cittadini verificare la regolarità degli autovelox. In caso di multa, basterà consultare il portale ministeriale per verificare se l’apparecchio fosse regolarmente inserito nell’elenco, oltre a controllare la conformità della segnaletica e la correttezza dei limiti imposti. Gli avvocati esperti in diritto stradale consigliano già di allegare l’eventuale irregolarità del dispositivo come prova nei ricorsi al Giudice di Pace o al Prefetto. Un passo che, se ben documentato, potrebbe portare all’annullamento della sanzione.

Un cambiamento atteso da anni

L’introduzione del censimento rappresenta l’esito di un dibattito lungo e controverso. Per anni, associazioni di consumatori e automobilisti hanno denunciato l’uso arbitrario degli autovelox da parte di alcuni Comuni, accusati di sfruttare i dispositivi per fare cassa più che per tutelare la sicurezza stradale.

Ora il governo cerca di riportare equilibrio e trasparenza. Resta da vedere come reagiranno gli enti locali, alcuni dei quali potrebbero trovarsi a dover rivedere radicalmente le proprie strategie di controllo del traffico.