Dalla Zes Unica ai nuovi bandi: come gli incentivi guidano la crescita al Sud

Dai modelli di semplificazione amministrativa ai nuovi bandi per l'energia e l'innovazione, gli incentivi governativi si confermano una leva strategica per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno.

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L’impatto positivo degli incentivi statali sul sistema economico italiano è un dato confermato dalle analisi più recenti. Secondo le stime di EY, tra il 2019 e il 2024 il PIL nazionale è cresciuto del 3,6% anche grazie a una politica fiscale che ha sostenuto consumi e investimenti. In questo contesto, il Mezzogiorno sta vivendo un’interessante fase di crescita, trainata da un export che ha visto picchi del +104% in Calabria e del +74% in Campania.

Un esempio concreto dell’efficacia di tali politiche è stato il modello della ZES Unica, istituita nel 2024 per accelerare gli investimenti nel Sud. Benché il suo ciclo principale sia ora concluso, i risultati parlano da soli: dal gennaio 2024 sono state rilasciate circa 750 autorizzazioni a investire, attivando progetti per 27,5 miliardi di euro e una previsione di oltre 35.000 nuovi posti di lavoro, con la Campania a fare da capofila. Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, l’ha definito un modello efficace e provato di sburocratizzazione.

Questi investimenti non cadono nel vuoto, ma si innestano su un tessuto imprenditoriale fertile e orientato al futuro. I dati del Macroeconomic Bulletin di EY rivelano che nel Mezzogiorno si concentra il 28% di tutte le start-up e PMI innovative d’Italia, con una densità che in Campania raggiunge 1,5 imprese innovative ogni mille addetti.

Secondo gli esperti queste realtà sono alla base della crescita futura, dal momento che operano nelle filiere strategiche legate alla transizione digitale ed ecologica. Il loro focus sull’investimento in produttività è cruciale non solo per la competitività, ma anche per affrontare una delle sfide storiche del Paese: la crescita dei salari reali, aumentati di appena il 4% dagli anni Settanta. Investire in competenze e innovazione è dunque la via maestra per consolidare la crescita e generare ricchezza diffusa.

Chiusa la fase propulsiva della ZES Unica, il sostegno pubblico alle imprese del Sud prosegue con nuovi strumenti mirati. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha lanciato un avviso da 262 milioni di euro, nell’ambito del PNRIC 2021-2027, per la selezione di progetti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili.

La misura si rivolge alle imprese di ogni dimensione situate in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, con l’obiettivo di rafforzare la competitività del sistema produttivo e promuovere l’indipendenza energetica. Una quota significativa, pari al 60% delle risorse, è riservata alle PMI. I progetti ammissibili includono la realizzazione di impianti fotovoltaici e termo-fotovoltaici, con la possibilità di integrare sistemi di accumulo. Le domande potranno essere presentate dal 3 dicembre 2025 al 3 marzo 2026.

Parallelamente, anche a livello regionale si moltiplicano le opportunità per le imprese. La Regione Lazio, ad esempio, ha messo in campo un pacchetto di misure dal valore complessivo di circa 110 milioni di euro. Tra queste spiccano il bando STEP Lazio, con una dotazione di 70 milioni per sostenere lo sviluppo di tecnologie critiche, e il bando Investimenti Strategici PMI, con 40 milioni destinati all’ampliamento e alla modernizzazione delle attività produttive.

A questi si aggiunge l’avviso “Attrazione Investimenti” da 20 milioni di euro. In tutti i casi, i destinatari privilegiati sono le piccole e medie imprese, che possono accedere a contributi a fondo perduto fino a 10 milioni di euro per progetto, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo o la produzione di tecnologie e il rafforzamento delle filiere. Le finestre per la presentazione delle domande si aprono nell’estate del 2025 per chiudersi a marzo 2026.

L’evoluzione degli incentivi statali dimostra una chiara volontà di orientare gli investimenti privati verso settori strategici come l’energia pulita e l’innovazione tecnologica. Questo approccio mirato non solo risponde alle sfide attuali, ma pone le basi per uno sviluppo più solido e sostenibile. Il supporto pubblico continua a essere una leva fondamentale per consolidare la crescita e l’aumento dei salari reali, trasformando il potenziale del Mezzogiorno in un motore di sviluppo per l’intera economia nazionale, capace di generare valore nel lungo periodo.