In Italia il settore del gioco pubblico è regolato da un sistema complesso, presidiato da un’autorità centrale: l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM). Questo ente, che opera sotto il controllo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha il compito di garantire la legalità e la trasparenza delle attività di gioco, vigilando su concessioni, controlli fiscali, sicurezza delle piattaforme e tutela dei consumatori.
La certificazione ADM è uno strumento fondamentale per distinguere gli operatori legali da quelli non autorizzati. Per ottenere questa certificazione, i concessionari devono rispettare una serie di requisiti stringenti, che riguardano la tracciabilità delle transazioni, la protezione dei dati degli utenti, la conformità dei software di gioco e l’adozione di misure efficaci per il gioco responsabile. L’obiettivo principale è quello di assicurare un ambiente regolato, dove i giocatori possano usufruire di servizi sicuri, trasparenti e coerenti con i principi di legalità.
In questo contesto, tuttavia, emergono con forza le criticità di un sistema normativo che necessita di una revisione profonda e condivisa.
Un sistema frammentato in attesa di riordino
Nel corso di un recente incontro istituzionale, sono state evidenziate numerose problematiche che affliggono il comparto. Una delle più urgenti riguarda il rinvio del decreto di riordino del gioco fisico, spostato dal 2025 alla fine del 2026. Un rinvio che, se da un lato consente un confronto più ampio tra gli attori coinvolti, dall’altro alimenta l’incertezza tra gli operatori, i quali chiedono da tempo un quadro normativo stabile per programmare investimenti e strategie operative.
Attualmente il settore è frammentato, anche a causa delle normative locali spesso disomogenee. Le diverse interpretazioni e regolamentazioni territoriali hanno portato a un sistema incoerente, dove le regole cambiano da regione a regione, penalizzando il gioco fisico e creando disparità difficili da giustificare.
Il divario tra gioco fisico e gioco online
Uno dei principali nodi emersi è il crescente squilibrio tra gioco fisico e gioco online. Quest’ultimo, in costante espansione, gode di una fiscalità più vantaggiosa e di una struttura operativa più agile. Ciò sta progressivamente erodendo le entrate erariali, che rappresentavano una delle principali motivazioni della legalizzazione del gioco pubblico in Italia. La maggior parte degli operatori certificati ADM sono oggi presenti esclusivamente online, come per esempio William Hill casinò legale AAMS, offrendo piattaforme digitali sicure e controllate, dove l’esperienza di gioco viene regolata secondo gli stessi standard di legalità, trasparenza e responsabilità previsti per il gioco fisico.
Si assiste così a un paradosso: mentre la raccolta complessiva raggiunge numeri record, oltre 150 miliardi di euro nel 2024, le entrate fiscali per lo Stato diminuiscono, segnalando la necessità di un riequilibrio tra i canali. Inoltre, l’online è più difficile da controllare sotto il profilo dell’età degli utenti e dell’eventuale insorgenza di comportamenti compulsivi.
Il gioco problematico: un fenomeno sottovalutato
Una delle questioni più sensibili riguarda il gioco patologico. Nonostante i suoi impatti sociali, economici e familiari siano ben documentati, il fenomeno resta ancora marginalizzato nel dibattito politico e pubblico. Le statistiche indicano che una piccola percentuale di giocatori (circa il 20%) genera l’80% della raccolta totale. Questo dato è un chiaro indicatore della presenza di comportamenti problematici, che spesso sfuggono ai controlli o vengono trattati con strumenti insufficienti.
L’attuale normativa, pur riconoscendo il gioco d’azzardo come un ambito da monitorare, manca di un approccio organico alla prevenzione delle dipendenze. Occorre rafforzare gli strumenti di tutela, incentivare programmi di sensibilizzazione e formazione e assicurare il coordinamento con le autorità sanitarie.
Minori e gioco: un’emergenza da affrontare con urgenza
Particolarmente allarmante è la diffusione del gioco tra i minori. Stime recenti indicano che circa il 60% degli studenti minorenni ha avuto esperienze di gioco. Questo dato evidenzia l’insufficienza delle attuali misure di controllo, soprattutto nel canale online, dove i sistemi di verifica dell’identità non sono sempre efficaci.
Serve una risposta immediata e strutturata, che passi attraverso nuove tecnologie di riconoscimento, campagne di prevenzione nelle scuole e un coinvolgimento più attivo dei gestori di piattaforme. La protezione dei minori non può essere delegata solo alla responsabilità individuale, ma deve diventare una priorità normativa.
Verso una riforma condivisa e coerente
Infine, è emersa l’esigenza di superare le incongruenze normative, come quelle tra le restrizioni imposte al gioco fisico e le libertà concesse al gioco online. Per esempio, alcune regole vietano elementi considerati dannosi nelle slot machine fisiche, mentre quegli stessi meccanismi sono perfettamente legali nel gioco telematico.
Queste contraddizioni minano la credibilità dell’intero impianto regolatorio e alimentano la confusione tra operatori e utenti.
La strada indicata è quella di una riforma strutturata, responsabile e orientata alla tutela delle persone. Una riforma che coinvolga tutte le componenti del sistema: istituzioni, operatori, enti locali e società civile. L’obiettivo non deve essere solo quello di ottimizzare le entrate, ma di garantire un equilibrio tra libertà di impresa, protezione dei consumatori e sostenibilità sociale.













