Resistenza agli antibiotici: una sperimentazione italiana apre nuove prospettive – Una nuova possibile arma contro l’antibiotico-resistenza arriva dal mondo dei virus. È quanto emerge da una recente sperimentazione condotta dall’Università di Milano in collaborazione con l’Ospedale Sacco, l’Università di Pisa e la statunitense Yale University, che ha riportato risultati definiti “molto incoraggianti” dai ricercatori coinvolti.
Il team ha utilizzato la terapia fagica, una strategia che impiega virus specifici – i cosiddetti fagi – selezionati o ingegnerizzati per colpire batteri responsabili di infezioni ormai non più sensibili ai comuni antibiotici. La prova clinica è stata effettuata su una donna di 78 anni affetta da un’ulcera cronica alle gambe, da tempo colonizzata da un batterio resistente ai trattamenti tradizionali.
Secondo gli studiosi, la risposta ottenuta rappresenta un segnale importante in un momento in cui l’antibiotico-resistenza è considerata una delle principali sfide sanitarie globali. Pur mantenendo prudenza, i ricercatori sottolineano che la sperimentazione aggiunge un tassello significativo allo sviluppo di approcci alternativi.
Il lavoro è stato presentato nel corso di un convegno di quattro giorni organizzato a Roma dalla Fondazione Inf-Act e dall’Istituto Superiore di Sanità, dedicato alle strategie future per affrontare le emergenze infettive. Proprio il progetto Inf-Act, nato dopo l’esperienza della pandemia e sostenuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso i fondi del PNRR, ha reso possibile l’avvio della sperimentazione.
Gli specialisti coinvolti ribadiscono però che il percorso resta lungo: la terapia fagica, pur mostrando potenzialità rilevanti, necessita ancora di studi più estesi e controllati prima di poter essere considerata un’opzione terapeutica consolidata. Tuttavia, la prospettiva che virus “amici” possano diventare alleati contro batteri sempre più resistenti apre un fronte di ricerca che potrebbe rivelarsi cruciale negli anni a venire.













