A Gaza c’è una popolazione che sta morendo di fame. Genitori vedono i propri figli morire sotto le bombe o peggio di stenti e figli orfani devono per istinto sopravvivere a fame e missili mentre tutto intorno, ovunque lo sguardo si posi, restano solo macerie e sabbia. Anche l’acqua scarseggia, scappare è impossibile, sono intrappolati nella catastrofe. Alcuni provano a supplicare sui social i potenti per un cessate il fuoco, mostrando i segni della fame, bambini uccisi e la devastazione totale mentre dall’altra parte tutto il mondo guarda in diretta social morte, distruzione e bambini ridotti pelle e ossa dalla fame. Il mondo è inerte.
I mass-media non danno il giusto risalto a quello che sta succedendo a Gaza e molti politici e cittadini restano indifferenti, passivi come se quello che si viva a Gaza sia frutto di un video fake mentre un’intera popolazione viene lentamente cancellata. Forse non è solo guerra sembra più un genocidio; è difficile capire chi sia il nemico, quando a subire è l’intero popolo.
Le Nazioni Unite hanno dichiarato che “secondo le stime di UN Women, più di 28.000 donne e ragazze sono state uccise a Gaza dall’inizio della guerra, nell’ottobre del 2023 (*nel febbraio 2025, The Lancet ha riportato che i decessi a Gaza sono stati probabilmente sottostimati di circa il 41%.) – Dal crollo del cessate il fuoco nel marzo 2025, le condizioni a Gaza si sono ulteriormente deteriorate, aggravate da quasi nove settimane di blocco degli aiuti umanitari. L’intera popolazione di Gaza sta rapidamente esaurendo le scorte di cibo e i generi di prima necessità, con rischi crescenti di carestia. Ciò significa che ogni donna e ragazza (più di 1 milione) sta affrontando livelli catastrofici di fame.”
A Gaza negli ultimi due mesi più di 950 bambini sono stati uccisi
Sempre le Nazioni Unite riportano queste testuali dichiarazioni: “Solo negli ultimi due mesi, più di 950 bambini sono stati uccisi in attacchi nella Striscia di Gaza. I bambini della Striscia di Gaza stanno affrontando bombardamenti incessanti e sono stati privati di beni essenziali, servizi e cure salvavita dall’inizio del conflitto. Negli ultimi due mesi, la situazione si è ulteriormente deteriorata a causa del blocco imposto agli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Le minacce alla vita dei bambini vanno oltre le bombe e i proiettili. Anche le condizioni di vita minacciano la loro sopravvivenza. Ogni giorno che passa il blocco degli aiuti li mette di fronte al rischio crescente di carestia, malattie e morte.
I diritti dei bambini a Gaza vengono gravemente violati ogni giorno ed è necessaria un’azione urgente per proteggere i bambini da gravi e diffuse violazioni dei loro diritti e dalle minacce alla loro sopravvivenza. A diciannove mesi dall’inizio di questo conflitto, i bambini hanno subito violenze senza sosta, compresi attacchi indiscriminati. Hanno subito blocchi multipli, durati mesi, che hanno negato loro cibo, acqua e forniture sanitarie essenziali. Hanno subito ripetuti sfollamenti, costretti a spostarsi ancora e ancora, in cerca di sicurezza e riparo. Hanno sofferto in modi inimmaginabili. Le loro cicatrici dureranno per tutta la vita.
“L’UNICEF esorta ancora una volta le parti in conflitto a porre fine alle violenze e gli Stati che esercitano un’influenza sulle parti in conflitto a usare la loro influenza e il loro potere per porre fine al conflitto. Il diritto umanitario internazionale deve essere rispettato da tutte le parti, consentendo l’immediata fornitura di aiuti umanitari, il rilascio di tutti gli ostaggi e la protezione dei civili dagli attacchi. Le sofferenze quotidiane e l’uccisione di bambini devono finire immediatamente”.”
L’essere umano non impara e la storia si ripete
Il governo israeliano respinge le accuse delle Nazioni Unite, dichiarando che gli aiuti non sono mancati nella Striscia di Gaza ma le immagini che arrivano a tutto il mondo raccontano altro. Studiando la storia, l’umanità ha cercato di tenere viva la memoria delle sue tragedie, con la speranza che simili atrocità non si ripetano mai più. Eppure, le guerre continuano, la storia si ripete e la violenza sembra non avere fine. Questo ci dice che l’umanità, nonostante la memoria, fatica a imparare dai propri errori. Resta quindi viva solo la speranza, che diviene un appello, un messaggio a quei potenti in grado di modificare il corso degli eventi. Possano loro porre fine al conflitto e salvare il popolo di Gaza, che muore ogni giorno sotto lo sguardo silenzioso ed inerte di chi scorre i social.