Influenza stagionale, l’allarme arriva dall’Australia. Lezioni dall’altro emisfero: prevenire per evitare il peggio

Boom di casi e ospedali sotto pressione nel Paese oceanico. Esperti italiani preoccupati per l’arrivo di un’ondata simile nei prossimi mesi.

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Influenza stagionale, l’allarme arriva dall’Australia. Lezioni dall’altro emisfero: prevenire per evitare il peggio – Mentre l’inverno australe volge al termine, gli occhi della comunità scientifica internazionale sono puntati sull’Australia. Il Paese sta vivendo una stagione influenzale tra le più intense degli ultimi anni, con una diffusione del virus che ha colto di sorpresa anche i servizi sanitari più attrezzati. Un segnale che non può essere ignorato dall’Europa, e in particolare dall’Italia, dove si teme una stagione influenzale particolarmente aggressiva nei prossimi mesi. In Australia, i primi segnali della nuova ondata influenzale sono arrivati con largo anticipo rispetto alla media stagionale. I casi confermati sono cresciuti rapidamente, superando le aspettative degli epidemiologi e costringendo molte strutture sanitarie ad aumentare i posti letto nei reparti di malattie infettive e pediatria. Il virus si è diffuso con una velocità insolita, colpendo tutte le fasce d’età.

Il tasso di ospedalizzazione è risultato più alto rispetto agli ultimi anni, con una curva dei ricoveri che ha raggiunto il picco in pieno inverno australe. In molte regioni del Paese, l’afflusso di pazienti con sintomi influenzali gravi ha messo in difficoltà i pronto soccorso, specialmente nelle aree metropolitane. Un dato particolarmente preoccupante riguarda la bassa adesione alla vaccinazione. Nonostante la disponibilità delle dosi, la risposta della popolazione è stata inferiore alle attese. Tra i soggetti più vulnerabili – bambini, anziani e persone con patologie croniche – la copertura vaccinale è rimasta sotto i livelli di sicurezza. L’effetto di questa mancata protezione si è fatto sentire in modo evidente: più casi, più ricoveri, più complicazioni respiratorie. E se da un lato la circolazione del virus ha generato un incremento della richiesta di vaccini, dall’altro la risposta è arrivata tardi, a ondata già avviata.

Influenza in Australia, uno specchio per l’Europa

Ciò che accade nell’emisfero sud spesso anticipa ciò che accadrà a nord con l’arrivo dell’inverno. È uno schema noto: le varianti influenzali che si diffondono in Australia e Nuova Zelanda tendono a raggiungere l’Europa nei mesi successivi, seguendo le rotte dei viaggiatori e il normale ciclo stagionale del virus. Alla luce dell’andamento australiano, gli esperti temono che anche in Italia si possa assistere a una stagione influenzale severa, con un numero elevato di contagi e un possibile incremento delle ospedalizzazioni. A preoccupare è anche il contesto post-pandemico: dopo anni di attenzioni rivolte al COVID-19, molti cittadini hanno abbassato la guardia nei confronti dell’influenza, ritenendola meno pericolosa di quanto in realtà possa essere.

Le autorità sanitarie italiane sono già al lavoro per potenziare la prossima campagna vaccinale. L’obiettivo è raggiungere livelli di copertura più alti, soprattutto tra le categorie fragili. Si studiano strategie per anticipare la distribuzione dei vaccini e aumentare l’accesso gratuito in farmacie, studi medici e ambulatori. Il sistema sanitario, ancora alle prese con le conseguenze del lungo periodo pandemico, non può permettersi un ulteriore sovraccarico. Per questo motivo, la prevenzione sarà la parola d’ordine dell’autunno: dal vaccino antinfluenzale alla promozione dell’igiene respiratoria, passando per campagne di sensibilizzazione sui sintomi da non sottovalutare.

Il caso australiano rappresenta un campanello d’allarme. L’influenza non è un nemico sconfitto, e la sua capacità di mutare e colpire in modo imprevedibile richiede un’attenzione costante. Se in Italia si vuole evitare una stagione critica, la preparazione deve cominciare in maniera precoce. Non si tratta di allarmismo, ma di prevenzione basata sull’esperienza diretta dell’altro emisfero.