Fumo in spiaggia – A fine dicembre 2024, la Commissione europea lancia una nuova raccomandazione che prevede una stretta sul fumo anche all’aperto. Un testo non vincolante per i 27 Stati membri ma che resta simbolico per la lotta contro il consumo di tabacco, causa principale dei tumori prevedibili e che apporta notevoli costi alla Sanità pubblica. Una misura lontana dal caso restrittivo del Buthan, situato in Asia, tra Cina e India, dove la compravendita di tabacco è vietata ovunque tranne che in casa propria. Possono essere importate nel Paese un massimo di 200 sigarette, pagando una tassa del 200%. E in Italia?
Fumo in spiaggia – In Italia il divieto di fumo è regolamentato da una legge del 2003 che lo vieta nei locali pubblici chiusi e in luoghi come le scuole, gli ospedali e i mezzi di trasporto pubblico. A partire dal 2025, alcuni comuni hanno esteso il divieto anche a determinate aree all’aperto, come ad esempio la città di Milano. Tornando in Europa, la Francia è quello Stato che ha messo in pratica appieno questa raccomandazione. In che modo? “Dove ci sono i bambini, il tabacco deve scomparire”. Così ha affermato la ministra della Salute e della Famiglia, Catherine Vautrin, in un’intervista al quotidiano Ouest-France. “Il divieto non si applicherà invece alle terrazze dei bar e nemmeno alle sigarette elettroniche – ha affermato la ministra – non è ancora stato deciso il divieto di fumo per i minori di 18 anni ma non escludo nulla per il futuro” – chiude la Vautrin.
Fumo in spiaggia – Parchi pubblici, spiagge, luoghi vicino alle scuole, ma anche pensiline degli autobus e impianti sportivi. La Francia dichiara guerra alle sigarette a partire dal primo luglio 2025, in tutti i luoghi frequentati dai bambini, con multe salate, fino a 135 euro, per chi non rispetterà il divieto. Una promessa annunciata dall’esecutivo nella Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio scorso, il No Tobacco Day, richiesta da tempo e con insistenza dalle associazioni anti-tabacco che temevano non si riuscisse ad arrivare ad approvare tali misure. E nel nostro Sud Pontino? Nel Golfo di Gaeta? Lo scorso anno Golfo e Dintorni pubblicò due articoli: l’uno sulla storia delle leggi che regolano il fumo in Italia con le relative attuazioni e l’altro sul bon ton in spiaggia (entrambi reperibili sul portale TuttoGolfo.it).
Fumo in spiaggia – Con l’avvio dell’estate, il gran caldo e l’affluenza turistica sulle nostre coste, le norme nazionali sul fumo in spiaggia sono certamente applicate dai Comuni ma anche dagli stabilimenti balneari che dispongono di regolamenti interni e che stabiliscono se accettare o meno la presenza di fumatori soprattutto quando questi stabilimenti sono frequentati da bambini e mamme in attesa. Si auspica dunque che, in ogni stabilimento, vi siano aree idonee preposte per i fumatori e avvengano seri controlli, con relative segnalazioni per le sanzioni, a tutti coloro che, senza alcun riguardo, spengono e abbandonano cicche di sigaretta nella sabbia o peggio ancora in acqua, da considerare, a tutti gli effetti, rifiuti abbandonati. Si ricorda inoltre che, in molti comuni italiani, vi è l’assoluto divieto di fumo sulla battigia, la fascia di spiaggia ampia 5 metri dalla linea di marea, e in mare cioè quella fascia antistante la costa, per una profondità di 300 metri dalla battigia. Il rispetto per il creato è rispetto per se stessi.












