Ognissanti, di Corrado Govoni

0
198

Corrado Govoni (1884-1965), poeta che ha anticipato i crepuscolari e successivamente futurista, era nato in un mulino sulle rive del Po a Tamara, in provincia di Ferrara, da una famiglia di ricchi contadini. Per la poesia e la letteratura, vendette tutta la terra e si stabilì a Milano (dopo aver già scritto, a soli 19 anni, le opere “Le fiale” e “Armonia in grigio et in silenzio”) al fine di partecipare alla vita dei gruppi letterari d’avanguardia. Marinetti aveva infatti lanciato da poco il suo celebre manifesto futurista (febbraio del 1909) e Govoni fu il primo ad aderire al nuovo linguaggio artistico. Scrittore fecondissimo, pubblicò quaranta volumi di poesia. Bellissima la lirica “Crepuscolo sul Po”, che preannuncia la poesia dei crepuscolari, e “La primavera del mare”, di inesauribile violenza immaginativa e, in alcuni punti, con parole in libertà tipiche del futurismo e della tecnica marinettiana.

Corrado Govoni ebbe una vita difficile. Quando finì la Prima guerra mondiale, Govoni si ritrovò senza risorse. Per campare fece l’archivista a Ferrara e impiegato alla Società degli autori a Roma. Dopo il secondo conflitto mondiale, ormai anziano, accettò un posto di protocollista al ministero del Tesoro con la qualifica degli uscieri. In questo periodo (1946) scrisse l’opera più sofferta – La lampada di Aladino – dedicata alla memoria del figlio ucciso nel massacro delle Fosse Ardeatine.

Riportiamo la poesia Ognissanti

Ognissanti! Domenica! La pioggia
sembra che tessa de le funebri ghirlande…
Sul marciapiede tra la noia roggia
s’affretta una chiassosa squadra d’educande.

Soffia il vento. Domenica! Ognissanti!
giorno de gli ineffabili preparativi
e dei pellegrinaggi ai camposanti
coi cuscini di verdi e rossi semprevivi!

Lo stellato del vecchio gelsomino
odora nel testo dal fodero di vaio.
Tra il fruscìo de le foglie, nel giardino
bagnato (è il pomeriggio) ferve il passeraio.

I vetri de la stanza a gli insistenti
sbruffi raggrinzano i loro pomelli smorti;
e le campane da tutti i conventi
recitano l’ufficio a lutto per i morti.