Mascherina chirurgica nel mare

L’abbandono delle mascherine e dei guanti è un atto grave per tanti motivi: misura il grado di inciviltà della nostra società, aumenta l’inquinamento e il rischio di possibili contagi

In molti si domandano se questa epidemia ha cambiato la società. Ebbene la risposta potrebbe essere negativa, in quanto neanche il Covid-19 è riuscito a frenare la nostra inciviltà. Difatti non è difficile nei Comuni di tutta Italia, da nord a sud, incluso anche il nostro Comune di Minturno, trovare guanti e mascherine abbandonate in strada dopo il loro utilizzo. Gli effetti negativi si stanno osservando già nel mare, ad esempio, sono state raccolte nelle acque davanti al porto di Ancona, dall’imbarcazione antinquinamento Pelikan, molte mascherine. Già l’11 aprile 2020 Legambiente aveva denunciato lo smaltimento “improprio” di questi presidi di protezione individuale chiedendo ai Comuni di fare una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema.

Abbandono di una mascherina chirurgica vicino al distributore di carburante a Marina di Minturno

“E’ importante far partire una campagna di informazione e sensibilizzazione – afferma Legambiente – seguendo le indicazione dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) dove viene specificato come smaltire i presidi anti infezione quali mascherine e guanti”. “Questi articoli – continua l’associazione ambientalista – sono tutti da conferire nella raccolta indifferenziata. E’ bene avvolgere questi rifiuti in due o tre sacchetti, per essere sicuri che niente fuoriesca, e chiuderli bene. Per chiudere il sacchetto è bene usare dei guanti monouso, che poi andranno in un altro sacchetto che andrà sempre nella raccolta indifferenziata. Ricordiamo che i dispositivi sanitari – conclude Legambiente – sono molto resistenti e potrebbero durare nell’ambiente decine di anni come accade per le buste di plastica più spesse o i flaconi di liquidi più resistenti”.

Guanto in lattice gettato accanto al distributore di benzina a Marina di Minturno

Dunque non solo un atto che misura il grado di sensibilità della nostra società ma anche pericoloso per l’ambiente e per gli stessi uomini. Infatti tali dispositivi sanitari, e soprattutto le mascherine usate, sono da considerarsi potenzialmente infette, in quanto trattengono un certo quantitativo di materiale biologico sul quale potrebbe essere presente il virus il quale può resistere sino a 6 ore e, il vento forte di questi giorni potrebbe aumentare il rischio di un potenziale contagio, trasportando ovunque il materiale biologico (potenzialmente infetto). Per la fase 2 potrebbero servire in Italia circa 40 milioni di mascherine al giorno, che produrranno circa 300 tonnellate di rifiuti quotidiani. Iniziamo a pensarci se vogliamo veramente che questa epidemia (e la paura che ha portato con sé) termini e soprattutto se vogliamo cominciare a rispettare l’ambiente in cui viviamo. Noi di Tuttogolfo.it vogliamo lanciare l’appello di Legambiente ai sindaci dei Comuni del golfo affinché i propri cittadini possano smaltire nel modo più corretto mascherine e guanti.