Per il terzo giorno consecutivo a Fondi si registra un solo nuovo caso di positività al coronavirus, per un totale di 69 casi di cui 4 decessi e 7 guariti. Un dato incoraggiante, se si considera che la città è stata teatro di un grande cluster epidemico e per tale motivo sottoposta alle misure più restrittive della regione Lazio. È bene, però, a tal riguardo fare una precisazione: Fondi non è da considerarsi “zona rossa” ma semplice oggetto di misure più severe atte al contenimento del virus. Il termine “zona rossa”, nel caso di questa città, è stato utilizzato per rimarcare la pericolosità della situazione epidemiologica generatasi, con un fine enfatico insomma. La vera zona rossa è stata istituita in quelle parti del territorio italiano in cui il rischio di contagio era ed è tuttora particolarmente elevato e comporta una serie di conseguenze che non è appropriato approfondire in questa sede. Tornando alla città di Fondi, è fondamentale sottolineare l’importanza del rispetto delle direttive che sono state imposte per contrastare l’epidemia. È infatti proprio grazie al comportamento responsabile della quasi totalità dei fondani che si sta riuscendo ad arginare la diffusione del coronavirus. Invero, com’è ben noto ormai da tempo, non esistono né un vaccino né una cura definitiva contro questo nuovo virus respiratorio: l’unico modo per liberarsi di esso è evitare il contagio restando il più possibile a casa e, se proprio si deve uscire, rispettando la distanza di sicurezza di almeno un metro dalle persone e indossando dispositivi di protezione per bocca, naso ed occhi, le parti attraverso le quali il virus può entrare nel nostro organismo. Solo tenendo conto di tutto questo si potrà tornare ad una vita normale e Fondi è sulla buona strada. Ma le buone notizie non finiscono qui. Con il suo bollettino giornaliero l’ASL di Latina oggi ha comunicato anche l’attivazione di un posto di terapia intensiva al San Giovanni di Dio, un piccolo ma importante passo avanti, se si tiene presente il progressivo ed inesorabile depotenziamento al quale il nosocomio fondano è stato sottoposto negli ultimi tempi. Forse a seguito di questa pandemia si cercherà di investire maggiormente nella sanità e si darà una nuova vita a quest’ospedale, che è il punto di riferimento non solo dei fondani ma anche degli abitanti di alcuni paesini limitrofi come Monte San Biagio, Lenola, Campodimele e Sperlonga, i quali, purtroppo, sono sovente costretti a rivolgersi al già sovraffollato ospedale di Terracina. Se sarà effettivamente così sarà solo il tempo a dirlo, ma si spera che in futuro il diritto alla salute e quello alla vita, ad esso strettamente connesso, saranno tenuti in debito conto.