La Nave Costa Mediterranea non approderà domani mercoledì 1 aprile nel porto di Napoli. Dalla Capitaneria di Porto di Napoli non è giunta l’agognata autorizzazione. È stato detto all’equipaggio di attendere una decisione per giovedì 9 aprile. È nel frattempo un’imponente nave da crociera della compagnia genovese Costa Crociere, la cui costruzione risale al 1 ottobre 2000, dotata di 12 ponti e 1.057 cabine, con una capienza che consente di ospitare 2.680 passeggeri, oltre ai membri dell’equipaggio, deve vagare dinanzi alle coste della Campania Felix. Il Primo Commissario Max Castiello della Costa Victoria sta da giorni facendo da amplificazione alle preoccupazioni di tutti gli equipaggi delle navi Costa Crociere che cercano di far rientro affannosamente in Italia. La situazione vede appunto la Nave Mediterranea in rotta verso Napoli e l’ufficiale di origine partenopea, da trenta anni formiano, ci chiede di far pervenire l’appello del porto sicuro alle tre autorità competenti sul tema: Il Prefetto, il Sindaco De Magistris e il Comandante della Capitaneria di Porto di Gaeta.

L’Ufficiale Castiello ricorda nuovamente due particolari fondamentali: la Costa Crociere registrata a Genova è l’unica linea di navi da crociera che batte bandiera italiane. Tutte le altre utilizzano bandiere di comodo, di Paesi che rientrano nella lista dei paradisi fiscali. E ancora Napoli ha ricevuto la medaglia d’oro al valore militare con la motivazione che termina con questa frase: “…col suo glorioso esempio additava a tutti gli italiani la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria”. Bene ora la città di Napoli – tramite le sue autorità – sappia ancora indicare agli altri la via giusta per tutelare i suoi fratelli italiani che, dopo infinite disavventure e peripezie per mare, anelano solo tornare alle loro famiglie. E questo maledetto virus Covid-19 che condiziona la vita di noi tutti rischia di bloccare lo sbarco di tanti. Ricordo un episodio familiare. Mio padre classe 1918 era partito volontario per il fronte come ufficiale del Regio Esercito e, preso prigioniero a Al Alamein, non volendo collaborare con gli inglesi (fedele al giuramento prestato alla sua partenza) fu inviato per punizione in un campo di concentramento ai piedi del Massiccio dell’Himalaya.

Fu rimpatriato in Italia dall’India nel 1946 (con la penultima nave) su una bananiera durante la stagione dei monsoni e giunto nella rada del porto di Napoli non li sbarcarono e li fecero stare oltre 24 ore in attesa. Di notte vedevano le luci accese e immaginavano la vita della città. Alcuni non resistettero e si gettarono in acqua per arrivare a nuoto al porto ma gli inglesi con le lance li ripresero e per sfregio li riportarono in India per farli rientrare, quindi, con l’ultima nave di prigionieri di guerra. Il Trattato di Pace di Parigi sarà firmato il 10 febbraio 1947 e quindi avevano ancora potere indiscriminato sui nostri militari, la Convenzione di Ginevra per i vincitori britannici era un optional (ma questo è un altro lungo discorso). Ebbene nell’immaginare come stanno passeggeri e membri dell’equipaggio della Costa Mediterranea penso alle sensazioni e ai sentimenti vissuti da mio padre e dai suoi commilitoni. Entrambe le situazioni in un clima di guerra. Questa volta contro un virus ma “carcerieri” sono altri italiani e ciò è insopportabile. Ieri sera il nostro appello è stato letto dal vice sindaco del Comune di Napoli che si è reso disponibile a informare il primo cittadino. Una crociera si è trasformata in un incubo.

Nel frattempo la Costa Diadema è stata accolta infine dalle autorità portuali di Piombino ieri mattina. Dalla nave un lungo applauso e tutti all’unisono hanno cantato l’inno nazionale. La nave Costa Fortuna sta attraverso il Canale di Suez, la Costa Deliziosa il 2 aprile giunge nell’Oman. Dall’altra parte dell’oceano la Costa Fascinosa è nella rada del porto di Santos, in Brasile, mentre a Miami vi sono la Costa Favolosa e la Costa Magica non autorizzate ad attraccare ma i passeggeri stanno scendendo a terra tramite l’utilizzo di lance messe a disposizione dalle autorità portuali. Immaginate cosa significa per anziani, donne e bambini scendere con scale del tutto scomode da una nave di grande dimensione sino a una lancia. È in corso anche una petizione pubblica indirizzata al presidente della Repubblica Mattarella perché intervenga. Coraggio dalla redazione di Tuttogolfo.