Un nuovo weekend è alle porte, i ragazzi sono pronti per tornare a farsi sentire nelle piazze e nelle strade per la “Movida”. Questa la parola che mai come in questi ultimi giorni, salta di bocca in bocca a giornalisti, medici, politici e commentatori di tutta Italia. Una parola come tante, ma che racchiude paure e angosce: la paura di tornare alla fase1, la paura di dover chiudere di nuovo il mondo fuori.  

Le immagini di città come Gaeta e Formia, le nostre città, piene di ragazzi accalcati fuori i locali e sulle spiagge sono sotto gli occhi di tutti, e nell’immaginario comune la paura si amplifica: “Incoscienti”, “Irresponsabili”, “Ignoranti”. Queste le tre I con cui “gli adulti” appellano i ragazzi, quegli stessi ragazzi che hanno voglia di tornare a vivere, soprattutto in vista dell’estate 2020 che sta arrivando. Riprendersi le libertà si, ma quanto costa?

Francesco è un ragazzo milanese di 18 anni, come tanti, come tutti quelli che ora vogliono, anche in giusta misura, riprendersi ciò che per due mesi è stato loro negato. Tornare a frequentare la movida della sua città. Francesco ora, lotta tra la vita e la morte. 

Sono stati trapiantati entrambi i polmoni a Francesco, ridotto in fin di vita dal coronavirus. Il Covid-19 gli aveva letteralmente “bruciato” i due organi, rendendolo incapace di respirare in pochi giorni. L’intervento, il primo di questo tipo in Europa, è stato eseguito dai medici del Policlinico di Milano, sotto il coordinamento del Centro nazionale trapianti, con il Centro regionale trapianti e il Nord Italia transplant program.

Una corsa contro il tempo. Il ragazzo inizia ad avere la febbre il 2 marzo, il 6 marzo viene ricoverato in terapia intensiva all’Ospedale San Raffaele di Milano. Due giorni dopo viene intubato e il 23 marzo viene collegato alla macchina Ecmo per la circolazione extracorporea. Ma ormai i suoi polmoni sono compromessi irrimediabilmente, e a metà aprile i medici del San Raffaele, confrontandosi con quelli del Policlinico, decidono di tentare di donargli polmoni nuovi. Una cosa mai provata finora, se non in pochi rari casi

Vivo per miracolo, vivo per bravura dei suoi medici, ma vivo. Probabilmente tornerà a riprendersi anche lui i suoi spazi, anche se tornare a respirare è già stata la sua più grande conquista.