Per prima cosa facciamo chiarezza: il gabinetto del Ministro della Salute Maggie De Block ha precisato che i primi vaccini anti Covid-19, che dovrebbero essere disponibili a marzo 2021, saranno sviluppati dalla società AstraZeneca e non dalla società Sanofi, come aveva erroneamente affermato lo stesso ministro e come si era diffuso in tutto il mondo. Quindi diamo al Cesare quel che è di Cesare. Chi è l’AstraZeneca? È un’azienda globale biofarmaceutica svedese – britannica operante nella ricerca scientifica, nello sviluppo e nella commercializzazione di farmaci con obbligo di prescrizione medica per patologie cardiovascolari, metaboliche, respiratorie, infiammatorie, autoimmuni, oncologiche, infezioni e disturbi del sistema nervoso centrale. La società nasce ufficialmente il 6 aprile 1999 dalla fusione di due gruppi farmaceutici: Astra AB, società svedese con sede a Södertälje, costituita nel 1913 e la Zeneca Group PLC, società inglese con sede a Londra, nata nel 1993 dalla scissione in tre diverse società dell’attività della ICI – Imperial Chemical Industries, che operava dal 1926. La compagnia è presente in circa 100 Paesi con circa 57.500 dipendenti. I siti produttivi sono 23, dislocati in 16 paesi con circa 10.200 impiegati. In base al rapporto annuale 2009 la presenza della compagnia è in aumento nei principali mercati emergenti, tra cui la Cina. È presente anche in Italia, dove l’AstraZeneca conta oltre 650 dipendenti, di cui circa 150 occupati presso la sede centrale di Basiglio, provincia di Milano, e circa 500 dislocati su tutto il territorio nazionale, in qualità di informatori scientifici o con funzioni di interazione con strutture sanitarie pubbliche e private. A Basiglio è presente la divisione responsabile della conduzione degli studi clinici. Il gruppo comprende 14 centri di ricerca, dislocati in 8 paesi, in cui operano circa 13.000 dipendenti. Ai primi di settembre l’AstraZeneca, in modo responsabile, sospende temporaneamente i test sul vaccino contro il coronavirus che sta sviluppando con l’Università di Oxford per indagare su una “potenziale non spiegata” reazione in uno dei partecipanti. La società, sottolinea che lo stop è “un’azione di routine che si adotta durante i test nel caso ci si trovi davanti a una inspiegata” reazione. Questo, spiega AstraZeneca, per “assicurare l’integrità del processo dei test”.

A ricevere le prime dosi di vaccino in via prioritaria, 1.500.000 su 7.500.000, previste per la primavera 2021, a marzo e aprile, saranno il personale sanitario, seguito dai più vulnerabili, persone di età superiore ai 65 anni, che possono avere patologie come diabete, obesità, ipertensione e insufficienza cardiaca, e persone di età compresa tra i 45 e i 65 anni, se hanno anche questo tipo di patologie. Altri gruppi di persone potrebbero essere definiti in seguito con lo sviluppo degli studi sui vaccini. Viva il Belgio, che liberebbe il mondo dai gravi condizionamenti politici degli USA e della Repubblica Popolare Cinese.