Pubblichiamo la lettera delll’Associazione Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine inoltrata ai sindaci dei comuni del Golfo di Gaeta, all’ On. le Paola De Micheli  – Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti:

“Le ipotesi infrastrutturali per una città, se non trovano attuazione in tempi ragionevoli (e non biblici), rischiano di diventare una palla al piede: inevitabilmente ipotecano ogni ragionamento e perciò ogni diversa proposta progettuale non può prescindere da esse.

In tanti hanno creduto alla pedemontana, senza distinzione di appartenenza politica. Ma dopo cinquanta anni di attesa è giunta l’ora di guardarsi un po’ intorno. Siamo entrati in una nuova epoca, in cui è indispensabile porre un freno al consumo di suolo ed ambiente. Il territorio del golfo è completamente cambiato, l’edificazione avvenuta dal dopoguerra in poi, le scelte industriali poi finite inesorabilmente, ci lasciano un territorio ferito che va ricucito, riorganizzato, protetto. Le poche risorse che abbiamo vanno impegnate per raggiungere un duplice obbiettivo: riparare le cicatrici realizzando nuove soluzioni.

Il progetto di una strada a monte della città ha sempre dovuto fare i conti con una notevole complessità d’opera: l’attraversamento di aree oramai intensamente urbanizzate (contrade Acqualonga – Campese – Piana – Gesso Paradiso – Santa Maria La Noce – Costamezza), l’interferenza con gli acquiferi che forniscono acqua all’intero golfo, la pendenza e le quote da raggiungere con lo scavalcamento delle colline, l’attraversamento dei valloni (Santa Maria La Noce) e dei corsi d’acqua, la confluenza su strade di ridotta capacità di traffico, che sono la consortile di Gaeta e l’Appia in direzione Itri.

I costi reali presumibili non sono quelli ipotizzati (171 milioni totali, di cui 108 di i lavori e 171 totali) ma molto più alti. Infatti i lavori progettati prevedono per quasi il 50% della lunghezza della strada notevoli opere d’arte. Nell’ultima scheda presentata dall’ANAS si parla di una strada a due corsie (del tipo C2, secondo la classificazione del ministero) di lunghezza complessiva di 7,9 km., dotata di 4 gallerie naturali (lunghe complessivamente 2,8 km.), 2 gallerie artificiali (lunghe complessivamente 250 m.) e 5 viadotti, per 574 m di lunghezza totale.

Nel 2000 fu approvato ed appaltato un progetto (costato alla Regione Lazio ben 5 milioni di euro) per una strada a due corsie, una per senso di marcia in galleria unica. Nel 2002 fu bloccato l’appalto e revocato il progetto. Nel marzo 2006 il CIPE approvò il progetto di una strada con due corsie per ogni senso di marcia per un ingombro totale della piattaforma di 22 metri in doppia galleria per l’attraversamento da via Piana al monte di Mola (lunghezza 11 Km). I costi lievitarono a 760 milioni di euro e così naufragò anche il secondo progetto.”

 L’ANAS, oggi, ritorna sull’argomento preannunciando diversi tracciati, tutti insistenti sugli stessi luoghi su cui per 50 anni la pedemontana non è stata realizzata. Queste sono le ragioni che ci spingono a suggerire altre alternative possibili. Nel PRG curato dal Prof. Franco Purini, un’altra storia infinita che data dal 1994, erano previste tre ipotesi di interramento della Litoranea mediante tunnel nel tratto rotonda est – largo Paone. Sviluppando l’ipotesi di interramento (costo euro 54 milioni a1 Km), dalla rotonda est fino al viadotto di Via Tonetti e realizzando una viabilità urbana nuova di superficie si riesce:

  • a non invadere il bacino di ricarica della sorgente Mazzoccolo;   
  • a gerarchizzare il traffico, cioè a separare i flussi di attraversamento da quelli locali;
  • a intervenire su aree pubbliche, evitando contenziosi e lungaggini;
  • ad avere costi molto più contenuti e comunque compatibili con un concorso pluriennale di risorse dello Stato e della Regione Lazio;
  • a recuperare il rapporto e la continuità con il mare della città di Formia;
  • ad evitare il maggior inquinamento causato dall’arrampicamento dei mezzi in montagna;
  • a non scaricare il traffico nell’altro imbuto della consortile di Gaeta e dell’Appia in direzione Itri;

Si chiede pertanto all’ANAS e a tutti gli altri Enti in indirizzo di valutare anche questa opzione e, a tal proposito, ci riserviamo di recapitare un lavoro dettagliato sull’attraversamento di Formia alternativo alla strada montana.”