Lutto nel mondo del cinema partenopeo.

È morto a causa del Covid-19 Gianni Di Prisco, l’ispettore di produzione della celebre serie tv “Gomorra“. Sono proprio i protagonisti della serie a rendere noto il triste evento. 

Salvatore Esposito, l’attore che interpreta Genny Savastano, ha dedicato un post sulla sua pagina Facebook: “Ciao Gianni, grazie per quello che hai fatto per tutti noi in questi anni.

Eri uno di quei lavoratori che faceva di tutto affinché il set fosse sempre nelle condizioni migliori.

Sin dalla prima stagione sei stato un grande sostegno per tutti noi, in ogni momento potevamo contare su di te. Gomorra non sarà più la stessa”.

Anche Marco D’Amore ha dedicato un pensiero all’amico scomparso: “Voglio salutarti così amico mio. Le riprese notturne dell’Immortale, il mare. Felici come bambini a sfrecciare sull’acqua senza paura, gridandoci battute da un gommone all’altro. In questo anno maledetto ed a causa di questo fottuto virus è andato via Gianni ed è giusto che chi ama Gomorra La Serie lo sappia.

Perché Gianni è stato colonna portante di questo progetto, fin dall’inizio e non può rimanere un piccolo nome tra tanti di cui nessuno s’importa.

Gianni era un lavoratore dello spettacolo, un uomo di fatica e di ingegno. Il nostro Ispettore di produzione. 

Lui e i suoi ragazzi ci tolgono castagne dal fuoco ogni santo giorno, lavorando senza sosta.

Profondo conoscitore del territorio, capace di parlare con tutti, di persuadere di ottenere ma soprattutto di farsi voler bene.

Era impossibile non amarlo. Ci lascia un dolore grande, dopo mesi di lotta e di speranza.

Ora il pensiero va alla sua famiglia che sempre ci avrà al fianco. 

Ciao amico mio, ti prometto che continuerò a fare il mio anche nel rispetto dei tuoi insegnamenti e che questa ultima stagione così come mi avevi chiesto mesi fa … addà scassà tutt cos Marchetiè”.

Gianni Di Prisco

Bellissimo il ricordo del giovane Luca Esposito, lui è uno di quelli di cui un attore della serie ha scritto “…e i suoi ragazzi che ci tolgono le castagne dal fuoco ogni santo giorno, lavorando senza sosta”.

Luca, che ha già conquistato premi significativi e promettenti, ricorda: “Non sono il tipo che scrive post lunghi sui social ma mi sono ripromesso che continuerò a parlare di te perché per me non te ne sei mai andato.

Comincerò da qui; racconterò solo un aneddoto, il primo che ho vissuto con te.

Datato 12 aprile 2018, ero appena tornato a Napoli dall’Università di Torino (Corso di laurea DAMS).

Decido quel giorno di uscire di casa e inseguire il mio sogno di lavorare nel mondo del cinema, vado così agli Uffici Cinema in Via Toledo dove in quel periodo c’erano anche gli uffici Cattleya.

Mentre salgo le scale del palazzo sento un uomo che con un dialetto napoletano stretto urla al telefono, poi quando arrivo avanti a lui finisce la telefonata: “cia cia cia, prego?” mi fa, io ancora timido e innocente “e salve vorrei iniziare a lavorare nel mondo del cinema” mi guarda un po’, fa qualche domanda e poi mi dice di portargli i documenti fotocopiati.

Io ancora incredulo cerco una copisteria e decido di stampare anche un mio curriculum fatto di minime esperienze.

Salgo di nuovo, gli porto i documenti e gli dico “ho portato anche il mio curriculum”, lui mi guarda con un sorrisino, strappa il curriculum e mi dice “Luca mo te mpar ij a fa ‘o cinem” e così è stato.

“A cos cchiù mportant è che te fa l’oss” e per farmi le ossa non c’è stata scuola migliore di quella di Gianni Di Prisco.

Questa è una foto scattata dal suo grande collaboratore Gino (quella in copertina n.d.r.), poi oltre a lui c’erano anche Enzo, Daniele, Gennaro, Totore, Francesca, Gianluca, Ambrogio, Carlo, Errico, Diego, Adriana, me, Mattia e tantissimi altri dei “suoi ragazzi”.

Ho scelto questa foto perché Gianni era così: un burbero signore con un cuore d’oro. Trattava le persone in una maniera tutta sua, prima urlandogli in testa ordini e poi prendendoli con una risata sotto il braccio.

Continuerò a portarti con me su ogni set, mi sarebbe piaciuto farmi vedere da te realizzato e sentirmi dire qualcosa del tipo “e brav a Francis Fodd Coppl”.

Se sto riuscendo a fare ciò che voglio nella mia vita è soprattutto perché tu quel 12 aprile 2018 negli occhi di un ragazzo che soprannominerai “capretta” sei riuscito a vedere la fame di un leone ed io per questo te ne sarò eternamente grato”.