Chi scrive prima di essere assunto dal Banco Santo Spirito – Gruppo IRI – ha lavorato, come vincitore di concorso nazionale, nelle Ferrovie dello Stato – Compartimento di Milano, sino alle ore 21 di domenica 2 maggio 1971. Dopo il tirocinio iniziale e l’acquisizione delle varie abitazioni prescritte fui assegnato all’Ufficio Statistica Pendolari di Milano. Raccoglievamo tutti i dati sulla qualità dei servizi riservati ai pendolari e i ritardi fatti registrare dai treni da loro utilizzati sulle varie tratte lombarde. Il mio dirigente mi mandava sulle varie linee a incontrare i comitati dei pendolari.

Raggiungevo le stazioni di partenza la sera prima, dormivo negli alloggi di servizio e all’alba, intorno alle 5.00, prendevo il primo treno destinazione Milano. Ricordo d’inverno il freddo pungente nelle stazioni di Brescia, Mantova, Bergamo. Al bar della stazione puntualmente il capo stazione mi invitata a bere un grappino o un bianchino, per riscaldarmi. Nel secondo caso, il più utilizzato, si trattava di vino bianco in piccoli bicchieri di vetro che si beveva in un sol fiato; un problema per me totalmente astemio. Sul treno diretto a Milano mi riservavano uno scompartimento nel quale incontrare il comitato dei pendolari, che mi esternavano tutte le contestazioni che ritenevano giusto presentare. Ricordo che una volta i rappresentanti si lamentarono che gli impianti di aria condizionata non funzionavano e si sentiva o troppo calco o troppo freddo. Allora erano in ghisa con una manovella che si spostava sulla sinistra o sulla destra a secondo del clima desiderato.

Mi alzai in piedi e dissi che bastava usarlo in modo appropriato. Nell’attivarlo mi cadde addosso colpendomi violentemente sul ginocchio destro, che ho malandato da quando ero quindicenne. Avrei voluto fare come il mitico Fantozzi, fuggire lontano per gridare a squarciagola e ritornare all’incontro. Ma invece rimasi sul posto e per spirito di bandiera dissi che non era accaduto nulla mentre trattenevo le lacrime. Ogni volta era mio dovere poi redigere una relazione dettagliata e monitorare nel tempo la qualità dei servizi e delle percorrenze prima di chiudere il dossier. Cari lettori di “Golfo e Dintorni” e tutto questo accadeva in regione Lombardia soltanto… mezzo secolo fa.

L’ANALISI DI FRANCO VALERIO UN ESPONENTE DELLA MOBILITAZIONE

Francesco Valerio

Franco Valerio, docente di liceo in pensione, irriducibile combattente per i diritti civili e sociali, commenta la giornata di mobilitazione che si è tenuta venerdì 14 giugno con inizio alle 16.30: “Siamo stati veramente orgogliosi di dare il via alla scossa necessaria per raggiungere l’obiettivo di dare al nostro paese una mobilità che risponda alle esigenze di sviluppo sostenibile e indifferibile del nostro paese per due motivi. Il primo è che si avvia il tentativo di saldare operatori del servizio pubblico con gli utenti. Finora i gestori hanno sempre lasciato ai lavoratori e operatori del trasporto pubblico il compito di “fronteggiare” la pressione derivante da una qualità dei servizi non sempre all’altezza degli standard europei. Un atteggiamento che ha portato spesso ad una guerra tra “poveri” che è necessario respingere; due: i gestori una volta appaltato il servizio hanno come controparte le Regioni che non hanno curato con la dovuta accortezza l’interazione con i pendolari che sono, attraverso lo strumento dei reclami e di ogni altra forma di manifestazione di disservizio, il più importante fattore di controllo della gestione; tre: nonostante i finanziamenti sulle reti e sui trasporti, in generale, l’operato di RFI non è corrispondente nelle priorità a quelle della mobilità dei cittadini e dei servizi nelle stazioni ma segue soprattutto le logiche di “sviluppo” dei gestori. Anche per questo è necessaria una più stretta interazione pendolari – lavoratori del TPL e Regione. Insomma, seguire quelle che sono i suggerimenti dettati dalla Corte dei Conti d’Europa per la quale “I passeggeri dell’Unione Europea hanno pieni diritti, ma devono ancora lottare per farli rispettare” e questo faremo. Abbiamo iniziato con un’assemblea pubblica a Campoleone, insieme a Comitato FL8 Carrozza, CGIL, CISL e UIL Regionali, Confesercenti e Confconsumatori, iniziando col chiedere che questa stazione diventi un nodo principale di scambio ferro-gomma e ferro-ferro (FL7-FL8) con le necessarie coincidenze e che almeno nella fascia pendolari torni ad essere una fermata per i regionali veloci”. Dopo l’assemblea di Campoleone ne sono in programma altre, in particolare a Latina Scalo e a Minturno Scauri. Certamente vi è molto da perorare e da chiedere. Il sottoscritto è stato nei giorni scorsi di sera nella stazione di Latina Scalo ed è rimasto impressionato dal totale stato di abbandono del complesso ferroviario. Tutto sprangato, già all’ora di cena, e stiamo parlando dell’impianto del capoluogo di provincia. Ho pensato con terrore a una ragazza che può essere “scippata” mentre al distributore automatico acquista il suo biglietto di viaggio o importunata, anche pesantemente, mentre attende l’arrivo del treno. In quel momento chi scrive era completamente solo nella stazione. Un’assurdità. Non si possono cancellare sull’intera tratta i presidi della Polizia Ferroviaria. Da sempre è stata una garanzia per tutti i viaggiatori la presenza degli agenti della Polfer a Latina Scalo e a Formia – Gaeta. Ma questo è un altro discorso.

UN DOCUMENTO COLLETTIVO PER LA MOBILITAZIONE DEI PENDOLARI

I rappresentanti regionali delle tre organizzazioni sindacali nazionali CGIL, CISL e UIL, quindi la Federconsumatori, il Comitato Pendolari con sede a Minturno Scauri e non solo hanno realizzato un manifesto pubblico per una mobilitazione generale che si sviluppa su cinque temi. Primo punto

Odissea quotidiana: “Nel Lazio un milione e mezzo di pendolari si sposta ogni giorno, per motivi di lavoro, di studio o di salute. Per molti, vivere lontano da Roma è stata una scelta dettata dai costi di affitto o di acquisto di una casa nella Capitale. Questa necessità potrebbe anche essere una opportunità se fosse efficiente il servizio di trasporto e non si fosse costretti ogni giorno ad affrontare condizioni di viaggio estremamente difficili: ritardi, sovraffollamento dei mezzi, condizioni igieniche insufficienti. Delle novità sono state annunciate ma il salto di qualità tanto atteso non è arrivato. Per chi ha la sfortuna di vivere una vita da pendolare è difficile vedere le novità positive e tutto sembra ancora uguale. Secondo punto Danni ambientali: “Efficientare il sistema di trasporto locale sarebbe un vantaggio per tutti. La Regione sta spingendo sulla riqualificazione delle aree interne e promuovendo la rinascita dei piccoli Borghi, vivere fuori dalla città potrebbe diventare una scelta e non un ripiego. Ma bisogna avere una strategia integrata ed efficiente del trasporto pubblico con risultati immediati su qualità della vita e sulla sostenibilità ambientale, tanto regionale quanto di Roma. Bisogna restituire ai cittadini, agli studenti ed ai lavoratori milioni di ore di vita perse ogni anno per il traffico e per i ritardi dei mezzi pubblici, per non parlare dei sovraffollamenti e dei guasti. Non basta sostituire i mezzi già pronti da rottamare”. Terzo punto promesse elettorali: “La Regione ha annunciato nel nuovo bilancio interventi consistenti sul trasporto pubblico locale e soprattutto sulle ferrovie. Chiediamo che si dia immediatamente seguito a quanto annunciato investendo da subito sugli interventi che realizzino a brevissimo tempo nodi di scambio per una integrazione vera e profonda tra ferro e gomma. È fondamentale che vengano infatti costruite le infrastrutture necessarie per agevolare gli spostamenti dei pendolari nel territorio regionale”. Quarto punto Investimenti: “Sono stati iscritti miliardi di euro di investimenti nel bilancio, e ne diamo atto alla Regione, ma è necessario che si avviino i cantieri, perché si dia il segno della direzione che si intende intraprendere e si costruisca un sistema a sostegno dei cittadini, dei lavoratori, degli studenti e dei pendolari”. Quinto punto Dobbiamo: “Coinvolgere quanti più cittadini e studenti possibile, la mobilità è un problema di tuttiMettere insieme i problemi del trasporto sul ferro e su gomma, urbano e extraurbano, e presentare alla Regione una piattaforma dettagliata. Pretendere l’interessamento dei sindaci e degli amministratori locali. Ottenere di essere tutti ascoltati dalla Regione Lazio e da tutti gli Enti Locali.Passare dalle promesse ai fatti”.