Fondi: Importantissimi reperti archeologici nel “giardino di casa”, tutto sequestrato dai carabinieri.

Nella giornata di ieri, nell’ambito di attività di controllo del territorio, i carabinieri della locale tenenza, nel corso di un sopralluogo eseguito presso un’abitazione utilizzata per le vacanze estive, nella quale era stato segnalato un tentativo di furto, accertavano la presenza nel giardino di pertinenza, di una serie di pregiati manufatti artistici verosimilmente riconducibili ad epoca romana.

I militari procedevano pertanto all’immediato sequestro dei reperti per evitarne la dispersione, accertando con la soprintendenza dei beni archeologici del lazio, che le numerose opere rinvenute non rientravano tra quelle catalogate.

Pertanto si identificava e denunciava all’autorità giudiziaria, la proprietaria dell’immobile che dovrà rispondere del reato di impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo stato.

In particolare sono stati rinvenuti:

un busto di età romana verosimilmente raffigurante l’imperatore Galba;

un busto di marmo bianco;

un capitello di stile ionico;

elementi marmorei decorati di rilievo;

un piccolo sarcofago;

blocchi architettonici e lastre di pietra lavorati a gradina;

un edicoletta votiva;

un anfora del tipo “Dressel”.

La dottoressa Maria Luisa Fiore, presidente della locale sezione di Italia Nostra (nella foto in basso) evidenzia: “A nome di Italia Nostra – Sezione di Fondi e dei Monti Ausoni esprimo soddisfazione per il lavoro di recupero di beni archeologici oggetto di appropriazione illecita da parte di privati che le forze dell’ordine, Carabinieri e Guardia di Finanza, stanno svolgendo sul nostro territorio.

Desidero altresì rivolgere ai militari un plauso e un caloroso ringraziamento.

I beni culturali non sono proprietà di chi li rinviene ma dello Stato, pertanto vanno denunciati.

Sarà poi la Soprintendenza a decidere se dichiarare lo scopritore tutore del bene ritrovato o se farsene carico.

Fondi è purtroppo teatro di questi episodi da anni, probabilmente altre copiose collezioni illecite saranno scovate prossimamente.

È necessario che questo fenomeno si arresti, la collettività tutta deve poter conoscere le ricchezze del suo territorio, che nei casi di appropriazione indebita portati alla luce non sono state nemmeno correttamente conservate, al riparo da agenti dannosi per il materiale di cui sono fatte.”

Giuste considerazioni ambientaliste, il materiale archeologico è tenuto in modo biasimevole, e un plauso alla Benemerita.