Raniero De Filippis

Consiglio comunale di Fondi del 12 marzo: Raniero De Filippis rientra nella Pubblica Assise ma si dimette subito per “Fare largo ai giovani”

La vicenda triste e strana nel resoconto dell’ufficio stampa del Comune di Fondi:

La seduta del Consiglio comunale di venerdì 12 marzo si è aperta con gli auguri, formulati dal presidente Giulio Mastrobattista a nome dell’intera assemblea, all’avvocato Maurizio Forte, nominato presidente della Camera penale della provincia di Latina.

Subito dopo lo stesso ha annunciato la presenza nella Pubblica Assise del consigliere Raniero De Filippis, il cui ricorso contro la delibera 55 del 2020 è stato accolto nei giorni scorsi dal Tribunale di Latina.

L’atto deliberato dall’assemblea il 24 ottobre aveva infatti sancito la mancata convalida dell’elezione del candidato sindaco di “Camminare Insieme”, la successiva surroga e, quindi, l’ingresso nella Pubblica Assise del consigliere Salvatore Venditti (primo dei non eletti della stessa lista).

«Il sindaco – ha ricostruito il presidente Giulio Mastrobattista  – ha preso atto dell’intervenuta decisione del Tribunale di Latina, l’ordinanza emessa è provvisoriamente esecutiva dal momento stesso in cui il cancelliere la comunica al primo cittadino, diamo quindi il benvenuto al consigliere».

Raniero De Filippis ha però subito dopo preso la parola per annunciare la sua rinuncia alla carica, motivando tale decisione con la volontà di «lasciare spazio ai giovani» dato anche l’ottimo lavoro svolto da Salvatore Venditti.

Per la surroga, come da regolamento, è necessario convocare una nuova seduta del Consiglio comunale entro dieci giorni dalla data delle dimissioni.

L’episodio ha scatenato un’accesa discussione tra Raniero De Filippis, secondo il quale la caparbietà dell’amministrazione comunale, oltre a rappresentare un oltraggio alla democrazia, ha causato un grave danno economico all’Ente, e il sindaco di Fondi Beniamino Maschietto, che ha rimproverato all’interlocutore di aver fatto spendere del denaro alla comunità inutilmente avendo già in mente di dimettersi. Al primo, che ha contestato all’amministrazione di aver avuto un atteggiamento insensibile e di aver manipolato la normativa con l’aiuto della burocrazia, il secondo ha chiesto sincerità nei confronti dei cittadini.

«Siete partiti con il piede sbagliato – ha concluso Raniero De Filippis – ma nella vita c’è sempre modo di ravvedersi. Le barriere si abbattono, non si costruiscono».

«Tanto per cominciare non ti consento di dire al sindaco che ha fatto il pesce in barile – ha risposto Maschietto richiamando punto per punto le questioni affrontate – in secondo luogo non venire qui a chiamare in causa l’enciclica del Papa, non sei il santo che vuoi far credere. Non abbiamo fatto appello per rispetto nei tuoi confronti. Dici di dimetterti per lasciare spazio ai giovani ma in realtà non vuoi perdere il tuo stipendio d’oro. Dovresti quindi spiegare alla comunità perché hai fatto spendere questi soldi sapendo già che ti saresti dimesso e dovresti anche spiegare perché hai dichiarato di essere incompatibile alla vigilia della Pubblica Assise se ci tenevi tanto a sedere in Consiglio».

A chiudere la discussione è stata il segretario comunale Anna Maciariello che, accusata di aver gestito diversamente una situazione analoga relativa all’attuale sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, ha voluto spiegare, ancora una volta, la sua posizione.

«Ci tengo a precisare di non aver fatto due pesi e due misure – ha chiarito – nel caso menzionato si trattava di un dipendente del Comune di Fondi. Il consigliere De Filippis confonde il mio ruolo di segretario generale nell’assemblea del 24 ottobre con il ruolo di responsabile anticorruzione del Comune di Fondi.

Nel caso specifico era il responsabile dell’anticorruzione della Regione Lazio, non io, a dover chiarire la posizione del consigliere De Filippis.

Quest’ultimo, peraltro, ha avuto un atteggiamento superficiale comunicando la sua situazione soltanto alla vigilia dell’assemblea pur avendo avuto molto tempo a disposizione, mandando quindi allo sbando un’assemblea chiamata a pronunciarsi su un momento solenne quale è la convalida dei consiglieri eletti.

Sono contenta che il giudice abbia fatto chiarezza sulla corretta interpretazione di una lacuna della normativa e che abbia quindi chiarito la procedura da adottare quando tutti i consiglieri firmano le proprie dichiarazioni di compatibilità e conferibilità e soltanto uno esprime parere contrario. Sia ben chiaro, in definitiva, che io non ho inteso aiutare proprio nessuno».